Questo volume propone un'indagini intorno alle forme teologiche attraverso le quali le principali confessioni cristiane affrontano l'amore, la sessualità e la famiglia.
I tre contributi si concentrano ciascuno su un focus specifico: il riconoscimento da parte della teologia cattolica dell'erotismo come la forma propriamente umana della sessualità a partire da Amoris laetitia (2016); l'accoglienza delle persone lgbtq+ e di ogni forma di vita familiare la lotta contro i pregiudizi teologici portata avanti da teologie e chiese protestanti; l'oscillazione che si osserva all'interno della teologia ortodossa tra la riaffermazione del quadro canonicO tradizionale (specie in Russia) e l'elaborazione di una visione rinnovata della morale sessuale e della familia (specie nel patriarcato ecumenico).
Emerge, così, un variegato panorama che dà conto non solo delle diversità delle forme teologiche e e pratiche con cui sono comprese le relazioni sessuali all'interno dei diversi ambiti confessionali, ma anche del profondo e complesso processo di mutazioni in atto.
Il volume, curato da tre importanti rappresentanti delle principali confessioni cristiane, quella ortodossa, quella cattolica romana e quella protestante valdese, presenta altrettanti possibili sguardi sull'esperienza della sinodalità ecclesiale. Le differenze nella riflessione teologica, negli ordinamenti giuridici, nella prassi fra le tre tradizioni, ma anche all'interno di ciascuna di esse, non devono però portare all'immobilità, alla rinuncia a credere e a sperare nell'unità. È attraverso la conoscenza reciproca e l'approfondimento della propria e dell'altrui tradizione, tramite la promozione di una "teologia interconfessionale" che si realizza infatti quello "scambio di doni" grazie al quale i cristiani si riconoscono uniti in Cristo dallo Spirito Santo, in cammino verso la piena comunione.
L'autore, ripercorrendo la formazione e lo sviluppo dell'etica sessuale cattolica a partire dall'insegnamento dell'apostolo Paolo fino al nostro tempo, mette in luce come la fedeltà a tale insegnamento può assumere oggi modalità diverse da quelle indicate materialmente da Paolo, sempre tuttavia in obbedienza allo stesso principio di realtà che guidava l'apostolo. In modo particolare si può oggi affermare che la moralità dell'agire sessuale non è in radice stabilita dalla configurazione giuridica della relazione tra le persone ma dalla forma esistenziale di tale relazione prima e indipendentemente dalla configurazione giuridica.
La morale della Chiesa non è la morale degli specialisti, non è una morale “fredda da scrivania”, elaborata con rigore razionale e deduttivo; è la morale che si fa vicinanza, accompagnamento, assunzione dell’altro; è la morale di pastori misericordiosi che, come il loro Signore, non temono di “entrare nel cuore del dramma delle persone” prospettando le vie del bene possibile e aiutando il discernimento personale senza mai sostituirlo.
"Ha qualcosa di sorprendente il pensiero di Christos Yannaras (1935), uno dei più noti teologi ortodossi contemporanei. Se la linea guida di buona parte della teologia (e filosofia) novecentesca è stata la 'deellenizzazione del Cristianesimo', Yannaras, rivendicando la continuità tra ellenismo e cristianesimo, mostra come la tradizione ortodossa, riletta alla luce del personalismo e di Heidegger, contenga in sé categorie in grado di sottrarsi alla deriva nichilista: 'persona', 'relazione', 'ineffabilità dell'esistenza'. Dette categorie pur costituendo un argine alla deriva ricordata non pretendono di esaurire il Mistero. Infatti l'apofatismo, testimoniando l'eccedenza del Dio incarnato e della Trinità, è il sigillo di una riflessione teologico-filosofica che non disdegna, in fedeltà alla metafisica classica, di rivendicare il valore dell'ontologia: la teologia è in verità teoria dell'essere come Mistero trinitario. Il pensatore greco propone una riflessione che, appunto perché apofatica, è anche riflessione critica sulla Chiesa e sulle sue forme storiche sempre inadeguate rispetto al soffio libero dello Spirito". (Giacomo Canobbio)
Molti considerano l'esperienza ortodossa del cristianesimo una semplice variante di quella occidentale e l'ortodossia solo una sorta di cattolicesimo «esotico».
In realtà non è così. Nel corso dei secoli, ogni grande tradizione religiosa ha strutturato propri modi di sentire, pensare e valutar , un universo di valori e attitudini che può essere compreso solo cogliendo le sue fondamentali categorie. Su questo terreno, la Chiesa d'oriente si interpreta come la Chiesa dell'ortodossia, la Chiesa dei padri, la Chiesa della divinizzazione, la Chiesa dell'economia. A ognuna di queste determinazioni è dedicato un capitolo del volume, che si conclude con cinque appendici: la prima presenta il canone biblico ortodosso, la seconda offre annotazioni teologiche sulle icone e il loro culto, la terza prospetta il percorso del dialogo recente tra cattolicesimo e ortodossia, la quarta fornisce una descrizione essenziale di tutte le Chiese ortodosse, mentre la quinta raccoglie una breve bibliografia italiana sul tema.
Basilio Petrà è professore ordinario di Teologia morale fondamentale e di Morale familiare alla Facoltà Teologica dell'Italia centrale (Firenze) e professore associato di Morale ortodossa al Pontificio Istituto Orientale di Roma. Presidente dell'Associazione italiana per lo studio della morale, dirige la rivista Vivens Homo. Per EDB ha pubblicato di recente La contraccezione nella tradizione ortodossa. Forza della realtà e mediazione pastorale (2009); I limiti dell'innocenza. Il peccato involontario nel pensiero occidentale e nella tradizione orientale (2011 ) e Fare il confessore oggi (22013).
La tradizione greca ha sempre visto in alcuni passi del Vangelo di Matteo (5,32; 19,9) la prova che il Signore ha permesso le seconde nozze dopo il ripudio della moglie a motivo di «porneia» (adulterio). Tutta la prassi greca del divorzio, segnata dallo spirito dell'economia, nasce dalla convinzione che il matrimonio può essere distrutto nella sua realtà dall'agire dell'uomo, a cominciare dalla porneia. Ciò che Dio unisce non deve mai essere separato. Il peccato tuttavia può ferire questo comandamento del Signore determinando irreparabili situazioni di fallimento.
In modo organico e sistematico l'autore affronta la praxis confessarii, inserendosi nella sua lunga tradizione e rinnovandola. Il volume costituisce un'opera unica, un manuale di teologia morale destinato ai ministri del sacramento della confessione e ha di mira l'acquisizione di una loro competenza specifica, cognitiva e pratica, che non può prescindere da un percorso di preparazione professionale. Per comprendere il contesto attuale della celebrazione del sacramento, ben diverso dal passato, l'autore esamina alcuni aspetti significativi: il necessario rapporto tra fede individuale e valida celebrazione del sacramento, la disarmonia tra cultura dominante, etica cristiana, catechesi e sacramento della confessione, l'emergenza di una più diffusa pretesa di autonomia morale e il rifiuto della riduzione legalista della vita morale
In questo volume si propone una via di soluzione al problema pastorale costituito dalla situazione dei fedeli divorziati risposati. È una via individuata attraverso una ricerca che l'autore ha intrapreso nel rispetto di due precise condizioni: che si trattasse di una via compatibile con la tradizione propria della Chiesa romana e, contestualmente, che fosse in grado di conservare l'analogia della fede introducendo possibilità che non modificano in modo strutturale la dottrina cattolica né da un punto di vista dottrinale né da un punto di vista strettamente morale.
Il sacerdozio uxorato: significato teologico e prospettive future.