«Non basta aggredire i problemi con dichiarazioni di principio se non si individuano strumenti di traduzione pratica che possano essere condivisi. Questo della mediazione antropologico-etica è uno dei contributi più fecondi che le comunità cristiane possono dare alla società civile di oggi». Ispirato da queste parole del card. Carlo Maria Martini, un gruppo di docenti ed esperti in diversi campi, tutti interessati alla bioetica, ha avviato una comune riflessione, sviluppandola nel corso degli anni. Sono trattati argomenti controversi (eutanasia, biotecnologie, senso della medicina, omosessualità), avvalendosi di un metodo «transdisciplinare» e articolando il rapporto tra fede, etica, politica e diritto. Viene così tracciata una via per favorire la partecipazione dei credenti al dibattito pubblico in una società democratica pluralista, superando la contrapposizione tra bioetica cattolica e bioetica laica.
«Il quesito “fino a quando” allude alla valutazione della possibilità di rinunciare a un trattamento attraverso il rifiuto ad iniziarlo o la sua sospensione. L’azione omissiva ordinariamente concorre, anche se non in via esclusiva, ad abbreviare la vita di una persona.Tale atto può essere considerato eutanasico, ossia manifesta la volontà di porre fine alla vita di una persona? Se vi è una condivisione sull’affermazione generale che non ogni atto di rinuncia configura un’azione eutanasica, aperto è il dibattito sui criteri che consentono la distinzione fra i due gesti, rendendo l’uno moralmente e giuridicamente accettabile, l’altro riprovevole e da perseguire penalmente. Questa appare essere oggi la questione seria, sia eticamente che giuridicamente, intorno alla problematiche legate alla fase finali della vita». (Dalla Prefazione)
desTinaTaRi
Ampio pubblico.
Autori
Mario Picozzi. Professore associato presso l’Università degli Studi dell’Insubria. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato Gianna Beretta Molla. La vita di famiglia come vocazione (2007).
Vanna Consolandi
Silvia siano
Un saggio storico che ricostruisce la vicenda umana e spirituale di Gianna Beretta Molla (1922-1962) - canonizzata nel 2004 da Giovanni Paolo II - dal punto di vista della vocazione alla famiglia. Nata in un ambiente cristiano che era luogo di comunione, di formazione e di gioia, avvertì a sua volta la vocazione alla vita di famiglia. Sposò l’ingegner Pietro Molla, ebbe quattro figli e cercò di trasmettere loro un modello educativo incentrato sull’amore di Dio e del prossimo.
Morì dopo aver dato alla luce la quarta figlia mostrando, in pieno XX secolo, «che cosa significa una vita vissuta come vocazione, una vita matrimoniale intensa quale gioiosa risposta alla chiamata del Signore» (Carlo M. Martini).
Maria Teresa Antognazza è giornalista professionista presso il settimanale diocesano «Luce».
Mario Picozzi è professore associato di Medicina Legale presso l’Università degli Studi dell’Insubria.
Antonio Rimoldi è professore emerito di Storia della Chiesa presso il Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore.
Uno strumento utile per la formazione degli operatori sanitari, ma che, per la chiarezza espositiva e l'attualita dell'argomento, si rivolge ad un ampio pubblico.