«La vergine si chiamava Maria» (Lc 1,27). Di Maria ci è dato il nome: è tutto ciò che di lei sappiamo. In questo paradosso, che cioè la donna più nominata e amata del mondo sia tanto sconosciuta, c'è l'insegnamento di base: nella realtà d'una persona, nella sua vita e nel suo essere, non conta molto chi essa è, come è o quando è o dove è: conta ciò che Dio opera in lei, e ciò che essa consente che egli operi in lei. In queste pagine sono ripercorsi i versetti del vangelo che parlano di Maria, traendone freschissime ispirazioni per la vita dei cristiani di oggi. Trentuno meditazioni che permettono, volendo, di trascorrere un mese in compagnia di Maria, per imparare da lei a stare con Gesù nella nostra vita e chiederle di starci accanto nel cammino. «Maria del primo sguardo a Gesù nato, conduci i nostri pensieri nel tuo silenzio. Insegnaci la nostalgia di colui che ancora non abbiamo visto. Rendici comprensivi del primato dell'amore che svela tutto il messaggio di Dio. Vergine che hai finalmente visto tuo figlio, facci partecipi della tua impazienza di contemplazione, ora e sempre».
Gli otto quaderni dei Diari, inediti, che don Pollano ha giustamente definito di meditazione, accompagnano la vita e l'attività pastorale del giovane sacerdote, dall'anno di ordinazione (1951) sino al 1967: più frequenti all'inizio, poi diradati e tematici. Da essi sono tratti i suoi Pensieri, raccolti attorno ad argomenti che gli erano cari e che ricorrono più frequentemente. In queste pagine, accesissime di emozione e profonde per intensità - anche di preghiera - è dato leggere il passato dell'autore, la commozione del giovane sacerdote ordinato e lo scavo continuo nella celebrazione eucaristica, nella meditazione, nell'ascolto e nel consiglio. È un progressivo avvicinarsi - per davvero un cammino di innamoramento divino a fare rivivere il Mistero; il trattenersi a lungo e nel silenzio con Dio, realizzato sull'altare; avvertire la ricchezza dell'umanità, sua propria e di quanti incontra; pregarLo crocifisso e poi risorto. Scoprire, passo a passo, che l'uomo si fa grande nell'atto volitivo di carità e che Dio è, essenzialmente, Amore.
Il libretto Adorando si compone di due momenti distinti: il primo consiste in dieci esercizi che l’anima vuole compiere davanti al Tabernacolo per porre se stessa alla Presenza nel colloquio silenzioso con Dio; il secondo momento si compone di tre movimenti che l’adorazione fa compiere all’anima ormai innamorata e pronta alla missione.
Assaporando ogni giorno la dolcezza, la gioia e il beneficio di questi esercizi dell’anima, le Figlie di Maria Santissima Regina delle Madri, con la pubblicazione di queste pagine, hanno desiderato condividere con altri un tesoretto ricevuto in dono dal loro Padre spirituale a beneficio di molte anime e per la maggior gloria di Dio.
«Il XX secolo è alla fine arrivato, con determinazione mai prima così consapevole nella storia del pensiero, alla dichiarazione della finitezza come nostra peculiarità. Intesa non come condizione relativa ad un altro essere, ma in se stessa e basta. Non ente creato, dunque, ma ente puro e semplice che non mendica spiegazioni, e si limita ad esistere in se stesso, su se stesso e per se stesso, fino ad annullamento. La questione non è soltanto filosofica: essa s’incarna continuamente nel finire che costituisce l’esistenza impastata di carne e sangue, con tutto l’ornamento di speranze, ideali, emozioni e commenti che vanno poi a morire, e che continuiamo a chiamare vita. Nel finito, chiamato con più eleganza finitudine, ma sempre uguale a se stesso nella sua banalità ultima, si mangia e si beve, ci si sposa e ci si marita, si compra e si vende, si pianta e si costruisce, per dirlo con l’evangelista Luca, e poi si sparisce dal mondo. […] Ecco perché, a consolare questa nostra finitezza, noi annunciamo con franchezza e gioia l’evento che è Gesù Cristo. Uomo storico, dalla cui umanità possiamo però risalire all’essere non storico che è Dio, precisamente nella figura di Logos e Figlio di Dio, e Dio egli stesso. Risalita che ci salva, com’è intuibile. Risalita che esige di ricostruire la filosofia come amore alla sapienza, che aggiunge alla intelligenza la umiltà».
Dall’Introduzione
Giuseppe Pollano, presbitero della diocesi di Torino, è nato il 20 aprile 1927 ed è morto il 2 gennaio 2010, nel cuore dell’anno sacerdotale. È vissuto e ha esercitato ininterrottamente il suo ministero nel Santuario della Consolata di Torino, ricoprendo in diocesi vari incarichi: docente di Teologia Spirituale presso la sezione torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale; delegato arcivescovile per la Pastorale della cultura; responsabile della Pastorale della scuola e dell’Università, ambiti nei quali ha collaborato con l’Ufficio Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana; coordinatore del Forum Chiesa-Città, incontro periodico dell’Arcivescovo con i principali responsabili della società civile. In questa collana ha pubblicato: Per una nuova cultura di carità. Amare come Dio (2003) e La Chiesa è carità (2006).
Un breve vademecum spirituale per la vita quotidiana e l'esame di coscienza, per aiutare l'anima della donna ad elevarsi.
Le pagine di questo libro parlano dell'amore di Dio, non con un taglio da saggio di teologia spirituale, ma attingendo dalla Parola di Dio e dalla mistica cristiana per indicare una via percorribile e concreta per vivere la carità che, come scrive san Tommaso, è la virtù teologale che «raggiunge Dio in se stesso, proprio come egli è».
Saggio sull’odierna «crisi della civiltà», dovuta, secondo l’autore, a un «mostro» che impedisce di realizzare un’esistenza buona,orientata al bene degli altri. Il mostro si chiama disamore: impotenza di amare e precisa volontà di non amare che incatena uomini grandi,politici,manovratori di ricchezze,potenti ambiziosi. Tale mostro va smascherato,rovesciando la logica della storia e rimettendosi a cercare la via umana per vivere. La risposta a questa ricerca è Gesù Cristo,uomo e Dio. Egli è l’unico che ha incarnato quello che desideravamo,e continuiamo a desiderare:l’esistenza come progetto,metodo inedito e coerenza incontestabile di amore,puro e semplice; volontà di prendere atto degli altri considerandoli persone degne di bene e di felicità. «Dio che è carità», a coloro che credono in Cristo, chiede di sollevare oggi,per mezzo del suo Spirito,quel disamore che disfa la civiltà,per sostituirvi quell’amore che,solo,ricrea e trasforma la storia.
IL NOSTRO CUORE RECLAMA ORMAI IL DIRITTO DI FIRMARE DI SUA MANO LA STORIA FUTURA,DI EVITARE LUTTI E ASCIUGARE LACRIME,DI RIDARE SENSO A QUESTO ENORME INTERROGATIVO CHE È OGGI LA STORIA.
AUTORE
Giuseppe Pollano, sacerdote di Torino, vive in questa città presso il santuario mariano della Consolata. Èstato docente di teologia spirituale presso la Sezione torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e Delegato arcivescovile per la pastorale della cultura. Fra le sue pubblicazioni: Come in cielo (Casale 1955-84-89), Città riconciliata (Milano 1983),Dio presente e trasformante:saggio di teologia spirituale (Leumann-Torino 1993), Gesù ogni giorno (Casale 1994), Cultura e santità (Casale 1995), Maria: persona e grazia (Milano 2002); Per una nuova cultura di carità (Roma, 2003), La Chiesa è carità (Roma, 2006), Via Mystica (Cantalupa,2007).
Il volume raccoglie le omelie con cui l'autore ha spiegato e reso attuale la Parola di Dio del ciclo liturgico "B" durante la celebrazione domenicale della Messa al Santuario della Consolata di Torino. Sono omelie dallo straordinario spessore teologico e umano.
Il volume raccoglie le omelie con cui l'autore ha spiegato e reso attuale la Parola di Dio del ciclo liturgico "A" durante la celebrazione domenicale della Messa al Santuario della Consolata di Torino. Sono omelie dallo straordinario spessore teologico e umano.