Il 2011 è l’anno in cui si celebra il 150° dell’Unità d’Italia. È un’occasione per richiamare quella storia e per fare il punto sul presente, sull’Italia in cui viviamo. Da più parti viene rievocata la storia dell’unificazione, si mettono in evidenza vantaggi e contraddizioni; con il rischio di passare da una scontata adesione ad un atteggiamento problematico che arriva a mettere in dubbio l’unità stessa del Paese. Cosa hanno a che vedere i cattolici con questa storia? Qual è il contributo che hanno dato alla sua maturazione e soprattutto quale può essere oggi il ruolo che debbono giocare i credenti in una situazione nuova e difficile?
el settembre 1907 si tiene a Pistoia la prima Settimana sociale dei cattolici italiani. Da allora, con alcune interruzioni, l'iniziativa si è ripetuta fino ad oggi, rappresentando una modalità del rapporto tra Chiesa italiana e questioni sociali. Per altro verso, le Settimane hanno accompagnato il movimento cattolico e le sue multiformi organizzazioni in ambito sociale e politico. Ripercorrerne la storia ha in sé anche un elemento di attualità, chiedendo al laicato cristiano di individuarne - in un quadro mutato - percorsi e strumenti utili a tradurre nella presente stagione il messaggio sociale della Chiesa.
Riflettere oggi sulla scelta religiosa non significa compiere un'operazione di esclusivo sapore storico; è un'azione che consente piuttosto un interessante approfondimento su quella che è oggi la realtà di Chiesa nella quale ci troviamo a vivere. [...] In tempi in cui tutto è virtuale e potenzialmente artificiale, [...] potrebbe anche declinarsi come tensione all'autenticità.
Ezio Franceschini (1906-1983) rettore della Cattolica dal 1965 al 1968, un credente che ha vissuto la quotidianità come strumento per essere sale e lievito del mondo.
L'alfabeto Sociale propone un breve indice di argomenti della dottrina sociale della Chiesa, e risponde a un duplice intento: favorire e sostenere una maggiore attenzione su questo aspetto del Magistero della Chiesa, e contribuire a una nuova alfabetizzazione del laicato sui temi sociali, perché i credenti laici siano sempre più attivi nella costruzione della città degli uomini. L'invito proposto da questo prezioso volume è rivolto, infatti, in particolare al laicato cattolico, ed è quello di mettere a disposizione ciò che la fede offre per la costruzione della società, e di farlo imparando il linguaggio sociale, per essere capaci di progettare e di realizzare insieme agli uomini di buona volontà una convivenza giusta e pacifica. E offrire spunti e stimoli per una nuova stagione di conoscenza e di elaborazione sulla dottrina sociale a carattere popolare e per una nuova inedita stagione di movimento cattolico.
Mario Ferdinandi terminò la sua vicenda terrena all'età di trent'anniEgli offrì con la sua vita la testimonianza di come la formazione cristiana ricevuta nella Chiesa, nella comunità, nell'associazionismo cattolico, abbia potuto costituire un aiuto importante nella maturazione umana, oltre che cristiana. Leggendo queste pagine è possible incontrare, così, un'altra storia: quella della Chiesa e dell'AC di Todi nella prima metà del Novecento, incarnata in un giovane che ha saputo trasformare la formazione in vita vissuta.
Si è tentato di cogliere nella presente ricerca il ruolo dell'associazionismo cattolico in tema di cultura popolare. Nella parte introduttiva si propone una lettura della cultura ufficiale umbertina e giolittiana con riferimento alla situazione economico-sociale e scolastica. Un rapido sguardo della cultura popolare cattolica a partire da numerose riviste, almanacchi e varie edizioni a diffusione nazionale. Si analizza il "Bollettino della Società della Gioventù Cattolica Italiana", fonte principale di questo studio. Dalle sue pagine l'autore ricava notizie sulle università popolari, il teatro, l'animazione ricreativa, il nascente associazionismo sportivo cattolico, quali epifenomeni del costume e della mentalità popolare. Biblioteche circolanti, diffusione militante di fogli volanti e di altro materiale di propaganda, promozione di congressi e circoli, conferenze, teatri popolari, associazioni sportive e tutte le modalità di formazione popolare offrono attraverso la formazione religiosa un significativo apporto all'educazione integrale cristiana. Ma qual è il legame tra Azione Cattolica e cultura popolare? Il testo prova a rispondere, analizzando la dimensione concreta dell'uomo e della donna visti nella quotidianità e verso cui l'associazionismo diventa un aiuto rispetto alla difficoltà di coniugare attraverso una comunicazione culturale tradotta in linguaggio popolare, il difficile legame tra fede e vita. [Premio Capri-S. Michele 2003 Sezione Storia]
L'Autore, già presidente del Settore Adulti di Azione Cattolica, rivisita le motivazioni che sostengono gli adulti nell'esperienza quotidiana all'interno e all'esterno dell'Associazione, delineando le coordinate per una testimonianza cristiana che parte dal vissuto; umile ma nello stesso tempo vivace e coraggiosa. Emerge con forza la necessità di rifare il tessuto associativo per rendere significativa e stimolante la presenza laicale sul territorio. Una sfida decisiva per l'Azione Cattolica che deve rinnovare la sua proposta proprio a partire dal mondo degli adulti che sono chiamati a riflettere sul proprio impegno negli ambiti loro prossimi: la famiglia, il lavoro, lo studio, la Chiesa, la società. Sono qui raccolti alcuni brani di articoli pubblicati sulla stampa associativa e stralci di relazioni tenute in occasione di convegni ed iniziative locali.