Il testo offre una rapida panoramica del percorso compiuto dai cattolici italiani nel rapporto con la democrazia. A partire dal contributo dato già dalla visione personalista di Antonio Rosmini, dal pensiero di Giuseppe Toniolo, Romolo Murri e Luigi Sturzo cui si deve la fondazione del Partito Popolare. Un contributo qualificato al pensiero sociale e politico dei cattolici viene offerto dalle Settimane sociali che, fin dal loro sorgere nel 1907, trattando temi di attualità politica, hanno accompagnato la loro presenza nella società. Il lungo percorso, che si dipana attraverso il XX secolo, porta i cattolici italiani a conoscere, accettare e praticare la democrazia non solo come semplice meccanismo istituzionale, ma come metodo. E in questo modo di intendere il processo di costruzione del consenso, legandolo alla pratica di relazioni sociali, economiche, culturali e politiche fondate sulla persona, sulla sua dignità e sulla sua cura, ha una centralità simbolica l'incontro del luglio 1943 nel monastero di Camaldoli. È anche a partire da quell'appuntamento, come dalla partecipazione alla Resistenza e dalla Settimana sociale di Firenze (1945) su Costituzione e Costituente, che istanze, aspirazioni, idee maturate per decenni o emerse dall'urgenza drammatica della guerra diventano vero e proprio progetto di umanizzazione, rifluito poi nella Costituzione e divenuto parte costitutiva dell'identità politica del Paese. Si apre così la fase della ricostruzione nazionale, in cui l'intensa opera di alfabetizzazione democratica svolta dai cattolici vede la presenza inedita delle donne che votano per la prima volta. Ciò contribuisce non poco, con l'apporto di più generazioni, da De Gasperi a Moro, a dare forma e stabilità, pur tra fatiche e resistenze, alla partecipazione democratica. Un percorso che oggi, in uno scenario in cui la forma democratica presenta segnali di crisi e corre rischi di involuzione, chiede di essere proseguito. La 50a Settimana sociale (Trieste 3-7 luglio 2024), che ha per tema "Al cuore della democrazia", è un'occasione per guardare al lascito di questo lungo cammino senza nostalgie, per contribuire a pensare la democrazia in un mondo profondamente mutato e in cerca di nuove chiavi di lettura.
Il volume si propone di approfondire un aspetto specifico della biografia di Armida Barelli e del ruolo da lei ricoperto nella Chiesa cattolica e nella società italiana nella prima metà del Novecento. L’attenzione si concentra sul contributo dato, con la Gioventù femminile, alla formazione sociale e politica delle donne; contributo che non risulta affatto marginale rispetto a quello spirituale ed ecclesiale: al contrario, costituisce il suo naturale approdo, attraverso la sensibilità culturale che caratterizza l’impegno organizzativo della Barelli. Emerge così non tanto il profilo di una Barelli “politica”, quanto l’importanza dell’azione formativa integrale, tipica dell’Ac, anche per la nascita e lo sviluppo di una coscienza civile.
Armida Barelli (1882-1952), figura cruciale del cattolicesimo italiano contemporaneo, è stata fondamentale nel proporre una nuova visione della donna, nella Chiesa e nella società. Da giovane prende sul serio la chiamata del Signore e si pone in ricerca. In un tempo in cui per le donne l'opzione era tra matrimonio e vita religiosa, matura una scelta nuova: l'apostolato laicale in forma associata. Da qui anche la sua vocazione alla consacrazione nel mondo con l'Istituto delle Missionarie. Si inserisce nel solco dell'Azione Cattolica portando una decisiva novità nell'organizzare le giovani in un apostolato popolare. Da Milano il suo impegno si irradia nel Paese, dove dà vita alla più numerosa e capillare associazione femminile. È spesso in viaggio tra mille disagi, tanto da sentirsi come "una zingara del buon Dio-. Protagonista della nascita dell'Università Cattolica, affianca Gemelli in un progetto di ampio respiro che unisce l'alta formazione all'apostolato popolare. Con l'Opera della Regalità contribuisce a rinnovare la partecipazione liturgica. Attenta alla storia del suo tempo, la Barelli forma una generazione di donne che si spendono nel campo sociale, sindacale e politico, nella fase fondativa della democrazia in Italia. Favorisce un'emancipazione radicata nella scelta vocazionale e volta a rendere le donne protagoniste della propria esistenza, nella vita familiare e sociale. Le pagine di Ernesto Preziosi, oltre a essere un'accuratissima ricostruzione storica della biografia e di tutta un'epoca, collocano l'opera della Barelli nel quadro della maturazione registrata dal movimento cattolico italiano nella prima metà del Novecento. Una collocazione che evidenzia il rapporto, per lei inscindibile, tra fede in Dio e impegno del cristiano nel mondo, offrendoci una biografia di grande attualità. Prefazione Papa Francesco.
La fondazione del Partito Popolare Italiano, cento anni fa, con l'«Appello ai liberi e forti», ha segnato l'ingresso a pieno titolo dei cattolici nello Stato unitario. Proporre una lettura dell'esperienza sturziana e del popolarismo significa invitare alla conoscenza di un nodo cruciale per la storia del nostro Paese - Federico Chabod lo ha definito «il più importante evento politico nella storia del XX secolo » - e, insieme, accompagnare la riflessione di quanti, da credenti, si sentono oggi chiamati a fare la loro parte per un rinnovato impegno da cattolici nell'azione politica. In discussione non è solo l'opportunità di una rappresentanza partitica, ma la capacità stessa di contribuire, accanto a uomini e donne di buona volontà, alla realizzazione del bene comune superando la crisi della democrazia italiana e il declino della politica, rappresentato oggi dalle derive demagogiche e populistiche. Sulla scorta dell'eredità sturziana è forse possibile vivere con responsabilità il momento presente e interrogarci se siamo davvero eredi di quella nobile tradizione o se ci limitiamo soltanto a custodirla.
In un passaggio cruciale della storia della Chiesa e dell'Italia, nel pieno del processo di unificazione, due giovani cattolici danno vita a un'associazione di laici che diventerà l'Azione Cattolica. Il senso di tale impresa è rivolto, insieme alla difesa della Chiesa, alla formazione spirituale e culturale delle persone, unita a un coraggioso impegno sociale e civile, volto a rilanciare il ministero del Papa e la sua missione universale. Protagonista della vicenda è Giovanni Acquaderni, fondatore con Mario Fani della Società della Gioventù Cattolica: cresciuti nel clima dell'intransigenza, essi sanno guardare avanti, impostando un nuovo rapporto con la modernità. Acquaderni, accanto al contributo decisivo dato alla guida dell'Opera dei Congressi, è fondatore e animatore di molte iniziative, dal Credito romagnolo all'Avvenire d'Italia. Egli diventa così punto di riferimento per una lunga stagione che vede l'avvio della presenza organizzata del laicato cattolico, impegnato a "fare gli italiani", con un decisivo contributo per quella "educazione popolare- capace di tradursi in servizio ecclesiale e politico. Un altro volto del Risorgimento che si proietta nella storia italiana fino ai giorni nostri, secondo quanto il Concilio Vaticano II ha disegnato per la natura della Chiesa e la missione del laicato.
Il volume offre nella prima parte del testo un'ampia panoramica sull'impegno politico dei cristiani nella storia unitaria, la memoria, per poi esplicitare gli orientamenti culturali legati al Magistero che hanno caratterizzato tale impegno, le dinamiche e i riferimenti, fino all'indagine su problematiche quali la cittadinanza, l'economia, il lavoro, l'Europa ovvero i luoghi. Tutte queste riflessioni al fine di garantire una solida base a quanti sentano di impegnarsi per vivere la città nel suo duplice aspetto di "città terrena" e "città celeste".
La storia dell'Azione cattolica è una storia di laicità cristiana vissuta, di testimonianze da ascoltare, di 150 anni di protagonisti, fatti, avvenimenti che trovano un riscontro vivo e originale nelle chiese locali del nostro paese. Ed è una parte non indifferente della storia della Chiesa italiana. Ernesto Preziosi, in questa nuova edizione, ce ne svela i segreti.
"Il Vittorioso", periodico a fumetti promosso dalla Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC), nasce nel 1937 e si ritaglia una sfera di assoluto rilievo nel panorama della stampa per ragazzi. Una voce originale all'interno di un settore in crescita, un terreno su cui il cattolicesimo italiano andrà progressivamente distinguendosi con un'intensa azione formativa e culturale, realizzando, negli anni '20 e '30 del Novecento, un vero e proprio progetto educativo. Il nuovo settimanale punta molto sul fumetto, che gode di un buon successo presso il pubblico italiano. Il gruppo redazionale, in controtendenza con l'americanismo imperante, sceglie da subito di non utilizzare fumetti stranieri, alimentando una vera e propria scuola di autori e disegnatori (fra cui Caesar, Craveri e Landolfi) e ospitando tra l'altro il debutto del giovane Jacovitti. Il nuovo giornale svolge inizialmente un'azione essenzialmente preventiva, proponendo ai giovani una "sana e intelligente" lettura. In breve tempo, "Il Vittorioso" si distingue, nell'ampio panorama della stampa cattolica per ragazzi, per una linea molto fresca e per la capacità di dialogare anche con chi non frequenta le parrocchie, proponendo una lettura in grado di coinvolgere la fascia di età adolescenziale e contendendo il terreno alle organizzazioni del regime, prima, e a quelle vicine al PCI, poi.
Il volume presenta la figura di Giuseppe Toniolo (1845-1918) come laico cristiano impegnato nella professione di docente universitario, così come nella vita familiare.
Viene messa anche in luce la «dimensione spirituale» che sostiene e fonda il vasto impegno con cui Toniolo si spende all’interno della vita universitaria, così pure nell’attività che comporta la sua adesione al movimento cattolico, alle molte iniziative editoriali che promuove e cui collabora, all’intensa attività di conferenze che lo porta a viaggiare in Italia e in Europa. Centrale è il contributo dato da Toniolo alla formazione di un pensiero sociale dei cattolici che affianca il nascente magistero sociale, che avrà una Magna Charta nell’enciclica di Leone XIII, Rerum Novarum (15 maggio 1891), e nel dibattito che si apre su grandi temi come quello della «democrazia» che è all’origine di una nuova presenza dei cattolici nel Paese.
Molteplici sono gli elementi di attualità: la testimonianza cristiana, la tensione quotidiana a vivere l’adesione a Cristo come fatto capace di trasformare la vita personale, familiare e sociale e di come divenire fermento per il rinnovamento della cultura e della vita dell’intera società.
«l’esperienza cristiana di Giuseppe Toniolo offre più di un richiamo alla situazione presente del cattolicesimo italiano, proponendo la “spinta morale” necessaria in questa nuova stagione».
(Ernesto Preziosi)
Destinatari
Ai membri di Ac, Fuci, Acli, Cisl. Nonché, docenti, economisti, politici e laici impegnati.
Autore
Ernesto Preziosi, direttore delle Pubbliche Relazioni dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, autore di saggi di storia contemporanea, è presidente del Centro Studi Storici e Sociali (Censes). Fra le pubblicazioni più recenti ha curato per Rubbettino il volume Storia dell’Azione Cattolica: la presenza nella Chiesa e nella società (2008) e per La Scuola, Ricordi dal Concilio. Siamo solo all’aurora, intervista a Loris Francesco Capovilla (2011).
Toniolo ha avuto un grande ruolo nella Chiesa e nella società del suo tempo, a cavallo tra Ottocento e Novecento; laico pienamente realizzato, marito e padre di sette figli, studioso appassionato e docente universitario, si è lasciato interpellare dai problemi del tempo, dalla vita concreta delle persone, dalle esigenze della società civile. Sua è stata l'intuizione delle Settimane sociali dei cattolici, in forza di quel pensiero sociale cristiano cui a lungo si sono poi ispirati i cattolici nel loro impegno civile e politico.
Conoscere la vita e il pensiero di Toniolo, lasciarsi sfidare dalle idee e dalle iniziative da lui messe in campo è utile stimolo ancora oggi per chi vuol concretizzare da cattolico la propria testimonianza civile nel Paese.
La preziosa biografia è arricchita da un DVD (durata 90 min) che presenta, con l'ausilio d'immagini d'epoca, la vita del beato Giuseppe Toniolo ed è completato da un filmato girato in occasione del rito della reposizione delle reliquie del beato a Pieve di Soligo (TV) il 7 ottobre 2011 con testimonianze della comunità e del suo territorio di origine.<br/