Hugo Rahner trató de mostrar que la espiritualidad de san Ignacio está vinculada a toda la gran tradición de la Iglesia y se ha desarrollado vitalmente a partir de ella.
Introducción, de Pablo Cervera
Los estudios sobre Ignacio tenían, en último término, la finalidad de ilustrar el parentesco metahistórico existente entre la religiosidad moderna y las figuras y obras de espiritualidad de la Iglesia antigua. Así pues, el objetivo científico que configura mis obras es, una y otra vez, la verdad de que, en la Iglesia, lo radical y originario también puede siempre volver a hacerse nuevo y de que el presente vive de la corriente circulante que desde Pentecostés baña e impregna a la humanidad.
El propósito [de este libro] lo puedo describir con una palabra: servir en la Iglesia. La palabra servicio es sagrada; encierra en sí todo un mundo de valores que ascienden como en escalones sucesivos hasta llegar al más alto del que la criatura es capaz: el servicio de Dios. Pero es una palabra que ha sido manipulada con el fin de generar esclavos del Estado, manipulando también así a la persona misma que se muestra dispuesta a servir. Por eso, aquellos en quienes está despertando una nueva finura del alma no quieren ni siquiera oír hablar de la palabra servicio, que se ha convertido en sinónimo de la impotente actitud servil de un esclavo o del deber ejecutado sin amor. Hoy tenemos que consagrar de nuevo este servicio, mostrando que todavía hay un reino, uno solo, en el que el hombre cristiano puede realizar su servicio como siervo alegre y libre, como noble soldado: el reino de Dios en la Iglesia.
Hugo Rahner
Introducción de Gabino Uríbarri, SJ.
La mejor teología del siglo XX se ha hecho a partir del contacto con las fuentes, en particular las patrísticas. A este conocimiento de primera mano de los Padres, Hugo Rahner sumaba su experiencia pastoral en parroquias y otras actividades apostólicas. Uniendo celo pastoral y conocimientos teológicos, tuvo la osadía de salirse del cauce de la escolástica dominante, proponiendo una teología del anuncio. Se trata de una teología pastoral accesible al creyente medio, en la que se despliega la alegría de la fe cristiana, que brota de su profundidad histórico-salvífica. Fue un adelantado a la pastoralidad de la doctrina de san Juan XXIII y del Concilio Vaticano II.
Hugo Rahner (1900-1968), jesuita como su hermano Karl, fue una personalidad teológica prominente en el periodo previo al Concilio Vaticano II. Destacado orador e investigador de talla en el ámbito de la patrística y de las relaciones Iglesia-Estado. Son muchos los hilos que ligan la obra de los hermanos Rahner. Uno de ellos, la teología del anuncio, en la que Karl prestó ayuda a Hugo. Para ambos, la reflexión teológica no puede elaborarse sin tener presente la situación pastoral concreta a la que ha de servir.
Traducido del original alemán (Eine Theologie der Verkündigung) por Roberto H. Bernet.
"Il poeta tedesco Schiller nel trattato 'Sull'educazione estetica dell'uomo' non esitava a scrivere che 'l'uomo gioca soltanto quando è uomo nel significato più pieno del termine ed egli è interamente uomo solo quando gioca'. In questa luce si riesce a capire perché la cosiddetta 'analogia ludica' sia diventata nella teologia, non solo recente, un modello per parlare di Dio (pensiamo alla Festa dei folli di Harvey Cox o all'Homo ludens di Hugo Rahner). La stessa Bibbia non ha imbarazzo nel raffigurare la Sapienza divina creatrice come una fanciulla che sta danzando divertendosi nell'orizzonte di quel mondo che sta fiorendo dalle sue mani (Pro 8, 30-31). Il creare, quindi, come divertirsi: ne sanno qualcosa gli artisti. Anzi, persino Gesù si lascia catturare incuriosito dal divertimento, sia pure fallito, di un gruppo di ragazzi che giocano sulla piazza di un villaggio e che non s'accordano sul tipo di gioco da adottare: alcuni vorrebbero mimare una festa di nozze ballando al suono del flauto, altri desidererebbero invece imitare un funerale piangendo e lamentandosi. Dopotutto già nell'Antico Testamento l'era messianica era vista anche attraverso il bambino che si diverte con gli animali e che, travolto dalla curiosità che accompagna il gioco, infila la manina nella buca della vipera (Is 11,8). Oppure si sognava una Gerusalemme le cui piazze 'formicolavano di ragazzi e di ragazzi che giocavano divertendosi' (Zac 8, 5). La stessa rappresentazione escatologica nell'immaginario di secoli e secoli di arte ha sognato sempre un 'paradiso' di festa, di musica, di danze." (Gianfranco Ravasi)
La teologia cherigmatica, che ha per oggetto l'annuncio dell'azione salvifica di Dio nel Cristo, sorge dalla presa di coscienza della necessità che la teologia dogmatica, tradizionalmente sistemata in una struttura di tipo scolastico, venga riproposta all'uditore nella forma di predicazione di salvezza (Kerygma). Lungi dal rinnegare il valore oggettivo di un "corpus" di verità esposto in una salda trama di concatenazioni logiche, la cherigmatica lo presuppone e vi si appoggia, ma lo presenta a partire dall'idea centrale della salvezza soprannaturale così da acuire nel fedele il senso del sacro nell'essere e nella vita. Non per questo si deve intendere la cherigmatica come un semplice strumento pragmatico, che serva ad "adattare" la Rivelazione ai singoli secondo considerazioni psicologistiche, o come tributaria di qualsivoglia "analisi esistenziale" minacciata da un pericolo di soggettivazione della realtà religiosa: la cherigmatica è saldamente ancorata al dato scritturistico. Il noto teologo austriaco Hugo Rahner in quest'opera si propone di riflettere sul fondamento dogmatico della missione sacerdotale indicando la via per la quale il prete - ma anche il laico che aspira a cognizioni sostanziali - può pervenire a informare dogmaticamente il suo pensiero, la sua predicazione, tutto il suo modo d'agire.
L'episodio di Ulisse che, legato all'albero maestro della sua nave, respinge il richiamo delle sirene è stato per un millennio il brano dell'Odissea prediletto dall'umanesimo cristiano. Le figure delle creature seducenti e del navigatore, che trovano spazio sui vasi e sulle tazze, sulle lampade di terracotta e sui cammei, sulle tombe e sui sarcofagi della tarda ellenicità, dischiudono anche ai Padri della Chiesa un universo ricchissimo di simboli teologici. Per l'uomo del mondo antico il pericolo del viaggio in mare assumeva la forma del periplo che Ulisse compie per rimpatriare, figura dell'anima che, sospesa fra l'Ade e Itaca, aspira a raggiungere la pace del porto. La Bibbia e Omero si affiancano nell'introdurre nella teologia dei Padri la diabolica figura delle sirene "sapienti" e "seducenti", capaci con le loro lusinghe di impedire il ritorno a casa. La loro tentazione promette la libertà sfrenata del piacere, che termina nell'incatenamento definitivo e nella perdizione, mentre la vittoriosa libertà di Ulisse sta nel suo esser legato all'albero maestro, simbolo della croce.
"Dio ha proferito la sua rivelazione nel cuore d'un mondo che è quello dello spirito greco e dell'impero romano, e la Chiesa ne custodisce la verità nell'eloquio greco del suo libro sacro e nell'eredità dottrinale che proviene dalla Roma latina. [...] L'umanesimo dei cristiani è l'amore per la Parola di Dio. E nella vicenda di quella cultura che ha offerto il linguaggio umano al Dio rivelante, esso vede la mano dello Spirito che addita il Cristo." (dalla Premessa) Secondo l'autore, nella tradizione cristiana vive e si rinnova l'aspirazione greca per il mito e per il mistero che in esso si rispecchia, ed è in ciò che si ritrova il messaggio più autentico dell'antichità classica, nutrimento all'indigenza in cui attualmente si vive, quali barbari odierni, e insieme il farmaco che può aiutare a guarire.
Per gli uomini d’oggi spesso inviluppati nell’esasperata strumentalizzazione di una serietà insensata o nell’insensatezza di una mondanità asfittica, la libertà del gioco è una necessità redentrice. La gaia libertà dello spirito, lo slancio estroso e insieme altruistico, il disinganno rasserenato, l’incedere leggero che non s’impantana in un mondo spesso tragico sono i tratti dell’homo vere ludens. Per il cattolico, chiesa e grazia e azione liturgica sono preludio di quella libera serenità che brillerà nell’eterno gioco della visione divina.
«Affinché ognuno possa avere Dio per Padre, deve avere innanzitutto la Chiesa per madre». Questa espressione di Cipriano non è solo l’esclamazione ammirata ed entusiasta di un singolo dottore della Chiesa, ma è una efficace sintesi di tutta una spiritualità incentrata nel mistero della Chiesa.
Dalla gioiosa contemplazione del mistero della Domina Mater Ecclesia nacque nel primo millennio cristiano un genere poetico nuovo, dei canti semplici e spontanei di cui Hugo Rahner ci offre una scelta in questo libro. Vari e molteplici i temi di questa ecclesiologia: la Chiesa è, prima di tutto, «madre dei viventi» in cui si adempie pienamente quanto era stato detto di Eva e quanto, nella nuova creazione, ha avuto inizio in Maria. La Chiesa è, inoltre, «madre dei dolori» perché essa è nelle doglie del parto mentre accompagna i suoi figli nel loro iter intramondano. Madre dei viventi, madre dei dolori, la Chiesa è anche «regina eterna». Essa è regina non solo escatologicamente ma iam nunc, perché il futuro mistero della sua gloria regale è già chiuso nel fondo della sua oscurità terrena. La presentazione di questi inni da parte di Rahner non è certamente dettata da nostalgia o da interesse puramente storico. Essa vuole piuttosto offrire a tutti coloro che nutrono interesse per l’ecclesiologia, in modo particolare teologi e studenti di teologia, una meditazione e una «rilettura» del mistero ecclesiale in funzione della Chiesa dei nostri giorni.
Uno studio sugli Esercizi spirituali e sui fondamenti della fede, attraverso la spiritualita di Sant'Ignazio di Loyola. I gesuiti e quanti visitano la cappella dell'Universita cattolica di Seattle, sono molto colpiti dall'icona dipinta da Dora Nikolova Bottau, che rappresenta l'esperienza fondamentale di Ignazio di Loyola a Manresa, dove il santo ebbe molte e significative illuminazioni sulle principali verita della fede e sui fondamenti della vita spirituale. A Manresa vennero cosi gettate le basi degli Esercizi spirituali come documenta efficacemente questo studio del padre Hugo Rahner.
Permanecía aún sin publicar en español el delicado estudio de Hugo Rahner sobre la relación con que están vinculadas la Iglesia y la persona y la vocación de María. La acertada traducción de Pablo Cervera permite disfrutar de esta obra que constituye una profunda introducción a la mariología y un sólido fundamento de la piedad mariana.