Si tratta di una testo di esegesi biblica sul libro del profeta Isaia.
Le pagine più note del profeta vengono affrontate da Ravasi con la lectio (analisi letterale) e con la meditatio (ascolto interiore) di quanto il testo vuole suggerire.
Il volume scorre come un pellegrinaggio ideale in un tempio e la simbologia serve all'autore per descrivere l'itinerario spirituale del libro profetico.
Isaia che parla in nome di Dio e ne è portavoce presso gli uomini, diventa uomo del presente, coinvolto nella storia, in grado di giudicare i fatti della storia alla luce del messaggio che riceve dal Signore.
Questo piccolo testo, inserito nella collana "Spiritualità e politica", vuole essere un contributo per la riflessione sulle Lettere dell'Apostolo Pietro. Il volumetto, legato all'esperienza della Chiesa diocesana di Terni, Narni, Amelia, nella prima parte riporta il testo delle due Lettere di Pietro commentate. Nella seconda vi sono due interventi centrati sulla Prima Lettera. È anzitutto riportata una conferenza del cardinale Attilio Nicora ove si sottolinea l'impegno dei cristiani nella vita politica e civile. La seconda riflessione è di Mons. Gianfranco Ravasi. Egli, a partire dal motto scelto dal Convegno di Verona "Testimoni del Gesù risorto, speranza del mondo", illustra il cuore ideale e spirituale della Prima Lettera declinato in tre temi dominanti: Cristo risorto, "pietra viva e angolare"; la Chiesa "stirpe eletta, sacerdozio regale e nazione santa"; il mondo a cui testimoniare la fede cristiana.
L’itinerario, costituito dalle tre conferenze tenute da mons. Ravasi nel corso dell’Avvento 2002, affronta una questione fondamentale dell’approccio al testo sacro. La Bibbia può e deve, infatti, essere letta e interpretata a tre livelli: quello umano delle scienze storiche e letterarie, quello divino della teologia e del senso di fede, quello umano e divino assieme del lettore che legge in quanto comunità credente. Il volume introduce al significato di questi tre passaggi.
Sommario
1. Conflitti e armonie nell’interpretazione biblica. 2. I nuovi metodi dell’interpretazione biblica. 3. L’interpretazione biblica nella vita della Chiesa. Piste di approfondimento.
Note sull'autore
Mons. Gianfranco Ravasi, del clero ambrosiano, è prefetto della Biblioteca Ambrosiana e membro della Pontificia Commissione Biblica. Noto esegeta, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, è autore di un saggio su Giobbe (Borla) e di due grandi commenti biblici più volte ristampati (Il libro dei Salmi, tre voll., EDB 1983; Il Cantico dei cantici, EDB 1992). Le EDB pubblicano sia le registrazioni sia le rielaborazioni in volume delle Conversazioni bibliche tenute da mons. Ravasi al Centro culturale S. Fedele di Milano, a tutt’oggi oltre quaranta titoli sull’Antico e Nuovo Testamento.
Mons. Ravasi propone quattro conversazioni registrate al Centro culturale S. Fedele di Milano nel corso della Quaresima 2003, che affrontano alcuni testi della Scrittura non particolarmente esplorati perché considerati troppo aridi o troppo ardui per la lettura e la riflessione personale: il libro dei Numeri e la Prima e la Seconda lettera ai Tessalonicesi. Si tratta di testi non omogenei, anzi, per certi aspetti molto differenti tra loro, ma con un denominatore comune: l’«impopolarità».
Sommario
1. Il libro dei Numeri, un libro arido? 2. Il libro dei Numeri, un libro del deserto? 3. La Prima lettera ai Tessalonicesi: un testo arduo? 4. La Seconda lettera ai Tessalonicesi: un testo oscuro?
Note sull'autore
Mons. Gianfranco Ravasi, del clero ambrosiano, è Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e membro della Pontificia Commissione Biblica. Noto esegeta, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, è autore di un saggio su Giobbe (Borla) e di due grandi commenti biblici più volte ristampati (Il libro dei Salmi, tre voll., EDB 1983; Il Cantico dei cantici, EDB 1992). Le EDB pubblicano sia le registrazioni sia le rielaborazioni in volume delle Conversazioni bibliche tenute da Gianfranco Ravasi al Centro culturale S. Fedele di Milano, a tutt’oggi oltre quaranta titoli sull’Antico e Nuovo Testamento.
Il testo e il commento ai 150 Salmi del Salterio. L'Autore, in una operazione magistrale, concentra in novanta righe il succo letterario e teologico di ogni Salmo. Si tratta del lavoro che ha portato Ravasi a commentare, negli ultimi 6 anni sulla rivista Vita Pastorale, poco alla volta i Salmi. Traduzione originale dell'autore più vicina all'originale ebraico così da permettere non solo il confronto con la versione ufficiale liturgica della Conferenza Episcopale Italiana, ma anche la scoperta del testo originario. Gianfranco Ravasi, nato nel 1942 a Merate (Lecco) e sacerdote della diocesi di Milano dal 1966, è Prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano, membro della Pontificia Commissione dei Beni culturali della Chiesa, docente di esegesi dell'Antico Testamento nella Facoltà teologica dell'Italia settentrionale e di ebraico nel Seminario arcivescovile milanese. Membro di numerose accademie e istituzioni culturali italiane e straniere, è autore di una settantina di volumi, tra i quali meritano di essere segnalati alcuni studi monumentali di grande rilievo scientifico come il commento a Giobbe (Roma 1979), il Libro dei Salmi (Bologna 1981-1984), il Qohelet (Cinisello Balsamo 1988), il Cantico dei Cantici (Bologna 1992). Presente con i suoi articoli su numerose riviste specializzate, italiane e straniere, e su quotidiani e riviste divulgative, è da molti anni collaboratore del settimanale Famiglia Cristiana.
L’itinerario, costituito dalle quattro conferenze tenute da mons. Ravasi nel corso della Quaresima 2003, affronta alcuni testi della Scrittura non particolarmente esplorati perché considerati troppo aridi o troppo ardui per la lettura e la riflessione personale: il libro dei Numeri e la Prima e la Seconda lettera ai Tessalonicesi. Questi testi non sono omogenei, anzi, per certi aspetti sono molto differenti tra loro, ma hanno un denominatore comune: l’«impopolarità».
Sommario
1. Il libro dei Numeri, un libro arido? 2. Il libro dei Numeri, un libro del deserto? 3. La Prima lettera ai Tessalonicesi: un testo arduo? 4. La Seconda lettera ai Tessalonicesi: un testo oscuro? Piste di approfondimento. Bibliografia.
Note sull'autore
Mons. Gianfranco Ravasi, del clero ambrosiano, è Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e membro della Pontificia Commissione Biblica. Noto esegeta, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, è autore di un saggio su Giobbe (Borla) e di due grandi commenti biblici più volte ristampati (Il libro dei Salmi, tre voll., EDB 1983; Il Cantico dei cantici, EDB 1992). Le EDB pubblicano sia le registrazioni sia le rielaborazioni in volume delle Conversazioni bibliche tenute da Gianfranco Ravasi al Centro culturale S. Fedele di Milano, a tutt’oggi oltre quaranta titoli sull’Antico e Nuovo Testamento.
Il fascino e la simbologia dell’acqua nella Bibbia, la spiritualità (1° parte) e la fisicità (2° parte) di un elemento simbolico di grande suggestione.
Il mare e i suoi mostri, diluvi, uragani, miti, i fiumi d’acqua viva, i quattro fiumi dell’Eden, la roccia di Mosè, l’acquario biblico fatto di pioggia, neve, rugiada, pozzi, sorgenti, cisterne, wadi, pesci e pesca; e poi ancora i tre mari della Bibbia, i fiumi della Mezzaluna e della Terra Santa e il Giordano.
Un grande libro da leggere e da guardare con i testi magistrali di Gianfranco Ravasi e le splendide illustrazioni a colori.
Gianfranco Ravasi, nato nel 1942 a Merate (Lecco) e sacerdote della diocesi di Milano dal 1966, è stato a lungo Prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano, membro della Pontificia Commissione dei Beni culturali della Chiesa, docente di esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e di ebraico nel Seminario arcivescovile milanese. Membro di numerose accademie e istituzioni culturali italiane e straniere, è autore di una settantina di volumi, tra i quali meritano di essere segnalati alcuni studi monumentali di grande rilievo scientifico come il commento a Giobbe (Roma 1979), il Libro dei Salmi (Bologna 1981-1984), il Qohelet (Cinisello Balsamo 1988), il Cantico dei Cantici (Bologna 1992). Fitta è anche la serie delle sue pubblicazioni di taglio pastorale e spirituale. Pre sente con i suoi articoli su numerose riviste specializzate, italiane e straniere, e su quotidiani e riviste divulgative, è da molti anni collaboratore del settimanale Famiglia Cristiana per il quale ha realizzato il grande e impegnativo progetto dei dieci volumi della Bibbia per la Famiglia. Nella collana “Dimensioni dello Spirito” ha già pubblicato I Monti di Dio (2001) e I Comandamenti(2002).
Tutte le Scritture sono sante,
ma il Cantico dei cantici è il Santo dei santi!
Inno molteplice e variegato dell’amore,
il Cantico dei cantici
celebra umanità, passione ed eros,
ma anche la capacità dell'amore umano
di essere segno di infinito,
di pienezza, di totalità.
Qual è il messaggio centrale del Cantico dei cantici? Perché è stato conservato all’interno della Bibbia, fino ad essere ritenuto un vertice della rivelazione? Il Cantico parte dall’éros, dall’amore nella sua pienezza anche carnale, ma coinvolge molteplici iridescenze e va oltre. Dove uomo e donna si amano in modo vero e completo, nella gioia di una donazione totale, là appare il mistero dell’Amore di Dio; ciò che è divino, nel Cantico, è la relazione che intercorre fra gli amanti, e il Dio che è “un fuoco divorante” (Dt 4,24) dimora nel fuoco in cui si situano gli amanti.
Gianfranco Ravasi (1942), presbitero della diocesi di Milano, è Prefetto della Biblioteca ambrosiana e docente di Esegesi biblica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. All’indiscussa competenza dello studioso, unisce una rara capacità di divulgazione del messaggio biblico per gli uomini e le donne del nostro tempo. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Qohelet e le sette malattie dell’esistenza.
La parola che da arma difensiva e offensiva si riduce a "merce" (Del Giudice); la parola che si piega a strumento di "prevaricazione", come dimostrano gli eccessi tragici degli ultimi tempi (Eco); la parola dell'uomo che si contrappone a quella di Dio e si fa "diabolica", divenendo veicolo di odio e divisione (Ravasi). Tre autori contemporanei dialogano con i testi di Gerusalemme, Atene e Roma, riuniti qui in un'antologia che ripercorre alcuni momenti esemplari della riflessione antica sulla parola e sul suo rapporto con il potere, dalla Genesi alle Nuvole di Aristofane alle Confessioni di Sant'Agostino.