La figura del maestro, del guru, è assolutamente centrale nelle religioni dell’India. In mancanza di istituzioni come la Chiesa in Occidente, il guru è da sempre la guida autorevole, il punto di riferimento di ogni "tradizione" (sampradaya). Ogni indirizzo si riconosce nel magistero d’una successione ininterrotta di maestri, a partire dal fondatore. La verità riluce in una persona: la "rivelazione" (sruti) s’attualizza in un incontro, s’incarna in una relazione con chi si crede abbia sconfitto il male e la morte. Oggi come ieri, per i discepoli il guru è "Dio che parla e che cammina" (bolte calte dev), un’irruzione del divino sulla terra (avatara). Nulla è più santo del maestro, giacché il guru è colui — o colei, la gurvi — che rivela il Brahman, l’Assoluto, e conduce al fine sommo della liberazione (mokxa). Attraverso un rigoroso esame delle fonti e della letteratura specialistica, il libro offre un prezioso sguardo d’insieme sui molteplici aspetti in cui si declina la figura del maestro, sino a ricostruirne ruolo e funzioni in età moderna e contemporanea, con particolare attenzione all’incontro dell’India con il mondo occidentale. Arricchisce il volume la prima traduzione italiana della Guru-gita, celebre inno laudativo sanscrito.
Un libro sullo hinduismo, la concezione dell'uomo e le idee su Dio, l'ideologia brahmanica delle caste, il guru, lo yogin, il neo-hinduismo...