Los tres textos de Rorty que recoge este volumen (para el que expresamente fue escrito fue escrito el último: estamos ante una primicia) constituyen no sólo un frente desconstructivo de la filosofía lingüística anglonorteamericana (Acaso la versión más y mejor propagada del "giro lingüístico" que experimenta la filosofía en este siglo), sino también la materia genética de la desconstrucción de la epistemología moderna, último intento de la filosofía sistemática, de filiación platónica-kantiana, de constituirse en Alto Tribunal de la Realidad que emite el veredicto sobre lo que es y no es un buen confort metafísico. Rorty, al desconstruir las pretensiones de la filosofía del lenguaje de estar fundada y ser fundamentadora (de ser la nueva filosofía primera), se suma a la nómina de héroes desconstructivos de las falsas certezas y de las pseudoseguridades modernas. Y ante la frustración colectiva, histórica, que nos va quedando como herencia de la falsa deidad moderna (el confort racional en su trinidad metafísico-epistémico-moral), tiene el valor de erradicar hasta sus puntas las raíces de la fe moderna en el fundamento (racional) y lo (racionalmente) fundado; y de llamar nuestra atención sobre la condición incierta, contingente y finita, desfundada y desfondada, de una experiencia que, a trancas y barrancas, va conservando el nombre de posmoderna. La introducción ha corrido a cargo de Gabriel Bello, catedrático de Ética en la Universidad de La Laguna.
In questo libro, le definizioni di etica e laicità non sono poste - come spesso si intende - in un ruolo ancillare rispetto alle religioni, ma in una loro precisa autonomia, come vera e propria risorsa in grado di garantire il futuro spirituale dell'umanità. Una riflessione di grande acutezza e modernità sulla falsariga di quella filosofia della concretezza che ha caratterizzato il pensiero del grande filosofo americano. Introduzione di Gianni Vattimo.
Questa raccolta d'interviste con Richard Rorty copre un periodo di circa vent'anni. In generale ognuna è legata alla pubblicazione di uno dei suoi libri, ma alcune sono anche motivate dal particolare momento o evento politico che si è pensato meritasse il commento unico di Rorty. Le interviste ci mostrano una delle proposizioni centrali del suo pensiero: che la ricerca in privato della sublimità deve essere indipendente dalla ricerca della solidarietà pubblica. Rorty si è mantenuto coerente nella sua visione politica, circa il ruolo della filosofia nella politica e il ruolo della politica nella società americana. La sua idea di sinistra è stata abbastanza costante per tutto l'arco della sua vita. Altra cosa patente in queste interviste è che il liberalismo borghese postmoderno di Rorty e la sua politica postfilosofica non sono motivati né da uno spirito conservatore, né da uno spirito anarchico. Né sono le sue vedute frivole o relativistiche. Piuttosto, è chiaro che il lavoro di Rorty è motivato dalla speranza e dall'utopia di una giustizia sociale.
Richard Rorty e Gianni Vattimo si incontrano per dialogare su un terreno comune, quello di una dimensione religiosa riscoperta sia all'interno della riflessione filosofica sia all'interno di un percorso personale. Approdano a questa riflessione da due biografie diversissime e da percorsi intellettuali differenti: quello della filosofia analitica e del pragmatismo americano di stampo anticlericale, e quello del cosiddetto "pensiero debole" inteso come esito della matrice ebraico-cristiana dell'Occidente. Entrambi, però, non si sottraggono alla meditazione intorno alla dimensione religiosa del singolo individuo, così come alla condizione della religione istituzionalizzata nell'epoca postmoderna e postmetafisica.
Richard Rorty, profondamente legato alla tradizione intellettuale americana, ma anche molto sensibile ai risultati del pensiero esistenzialistico ed ermeneutico europeo, definisce la propria posizione attraversando criticamente la filosofia analitica, che egli discute e, alla fine, "confuta", sia mettendone in luce intime difficoltà e contraddizioni, sia richiamandosi ai contenuti pragmatistici della tradizione americana, in base ai quali diventa chiaro che la filosofia analitica è ancora una versione, la più aggiornata, della concezione metafisica del pensiero. Con nota introduttiva di Diego Marconi e Gianni Vattimo.
Il volume raccoglie saggi, scritti negli ultimi quindici anni, che spaziano dalla polemica con altri grandi filosofi contemporanei (Davidson, Putnam, Habermas, Derrida, tra gli altri) alla storia della filosofia, alla relazione della filosofia con l'etica e la politica (toccando i temi del femminismo, del leninismo, dei diritti umani). Nel suo radicale scetticismo, Rorty ci invita a sbarazzarci, una volta per tutte, dell'idea di verità senza per questo rinunciare alla speranza nel progresso dell'umanità.