Oggi, più di ieri, alla persona è richiesto di guadagnare un sapere della vita e per la vita, per conquistare la capacità di esistere bene, e l'educazione deve impegnarsi a promuovere e coltivare alcune formae mentis per rendere la persona esistenzialmente competente, in grado di affrontare e vivere il tempo presente e futuro in maniera autentica e responsabile. Il volume presenta sei intelligenze (critica, creativa, affettiva, dialogica, interculturale, ecologica) indispensabili per rispondere alle continue sfide poste da una società sempre più complessa, incerta ed esigente, per compone di senso il proprio tempo, per poter dare una buona forma alla propria esistenza, per definirla felice. Si tratta di abilità per la vita, necessarie per non subire l'esistenza ma per essere artisti della propria vita: alla loro acquisizione e al loro potenziamento l'esperienza educativa è in grado di offrire un notevole contributo, dotando la persona di ciò che può essere significativo per ben vivere.
Organizzazione e benessere soggettivo non sono incompatibili. Buon funzionamento dell'azienda e soddisfazione dei dipendenti non sono antagonisti. Agio dei lavoratori e positivo funzionamento dell'organizzazione sono in rapporto di reciproca dipendenza. Muovendo da questi assunti, il volume si impegna a dare evidenza al contributo che il sapere pedagogico può offrire alla riscrittura delle organizzazioni come luoghi di lavoro felice. Osservando e criticando l'organizzazione della postmodernità, il testo propone il ripensamento umanistico del lavoro, la riprogettazione personalistica della cultura e dei modelli gestionali delle risorse umane, un nuovo modo di essere e di agire nei contesti di lavoro. La formazione è discussa come esperienza in grado di contribuire apprezzabilmente alla realizzazione di una vita organizzativa buona e bella. L'obiettivo prioritario che ispira e sostiene l'elaborazione pedagogica e la correlata progettualità formativa non riguarda tanto l'efficienza tecnica, i risultati, la redditività e il fatturato quanto la difesa dell'identità e dell'integrità del soggetto-al-lavoro e la coltivazione della sua intelligenza emotiva e morale, con il convincimento che in ciò sta la possibilità per la persona di provare il piacere di lavorare, di lavorare meglio e soprattutto di vivere meglio all'interno e fuori dall'organizzazione.
Il volume ha come oggetto il contributo che la formazione affettiva è in grado di dare allo sviluppo della libertà dell'essere umano nonché alla sua disponibilità alla donazione e alla convivenza pacifica. All'"intelligenza del cuore" si guarda come alla competenza capace di svolgere una singolare funzione in ordine alla progettazione di nuove forme dell'essere-con-sé e dell'essere-con-gli-altri, dell'essere-per-sé e dell'essere-per-gli-altri. In questo senso, il sentire educato si costituisce premessa di una nuova cultura orientata a valorizzare e a far convivere, accanto all'"homo sapiens faber oeconomicus", l'"homo sentiens".
Nella scuola non poche volte gli affetti sono stati trascurati, censurati, sopiti e per questo non accreditati come forze in grado di caratterizzare il conoscere, il volere, il sentire, il convivere, l'apprendere dell'alunno. Il volume esamina il singolare contributo che la scuola è in grado di offrire all'impresa della formazione affettiva, oggi più di ieri da difendere e perseguire.