Che cosa succederebbe in un futuro non troppo lontano, se il pane, considerato il pericolo numero uno, fosse prima bandito dall'alimentazione e poi espressamente vietato? Vietati la produzione e il consumo del pane, il pane fuorilegge diventerebbe solo un pezzo da museo, da mostrare a visitatori incuriositi dalle bizzarrie alimentari dei propri antenati. Che casa mangerebbe la gente, nel 2050? E che cosa succederebbe se Nereo, fuggito dal museo dell'alimentazione alla ricerca delle sue origini, s'imbattesse in Peppino, un fornaio clandestino? Quanto c'è di vero e quanto di surreale in questa fiaba di pane che fa sorridere per pensare, richiamando all'attenzione del giovane lettore temi fondamentali quali la produzione e la distribuzione di cibo sul pianeta, lo squilibrio tra Nord e Sud del mondo, ai quali è espressamente dedicato l'EXPO 2015, lo lasciamo decidere a ciascuno di voi. Ma la levità di questo racconto, delicatamente illustrato da una ragazzina russa, rappresenta, anche, un'apologia del buon pane pugliese che, come specificato nella prefazione, benché prodotto in tante varietà e formati, da nord a sud della Puglia, è sempre una gioia per il palato! Età di lettura: da 6 anni.
La struttura, i personaggi, gli episodi più significativi e il valore di passaggio cruciale all'interno della cultura italiana del Rinascimento della "Gerusalemme liberata". Dagli esordi carichi di speranze del Tasso dei primi anni Sessanta del Cinquecento all'ostinazione nel riscrivere il poema durante gli ultimi anni di vita, fino alla stampa della "Gerusalemme conquistata", attraverso tutte le fasi della composizione dell'opera. Passo dopo passo, sono illustrate le scelte narrative del poema in venti canti della conquista di "Gerusalemme" e analizzati i personaggi principali: da Goffredo a Rinaldo, dagli eroi pagani alle figure femminili. Con uno sguardo d'insieme, gli ultimi capitoli sono dedicati ad alcuni temi decisivi e agli elementi espressivi che fanno della Gerusalemme liberata il capolavoro della letteratura italiana del Cinquecento.
Questo volume intende ricostruire le caratteristiche e lo specifico contributo della fotografia italiana alla più generale storia della fotografia internazionale, non solo analizzando le opere dei maggiori autori italiani, ma anche presentando il fitto tessuto culturale, sociale e istituzionale di immagini, mostre, scuole, dibattiti teorici, pubblicazioni e correnti in un ampio arco di tempo che va dal dopoguerra agli albori del digitale. Nel superare la convenzionale narrazione lineare tipica dei manuali di storia della fotografia, l'autrice esplora sulla base di minuziose ricerche d'archivio e della diretta testimonianza dei protagonisti temi poco dibattuti, quali l'associazionismo fotografico, il collezionismo, il paparazzismo, la fotografia umanitaria, la metodologia della ricerca storica, avanzando ipotesi sulle cause del clamoroso ritardo nell'affermazione della cultura fotografica nel nostro paese, intesa come formazione e diffusione di forme e significati socialmente condivisi. Per la profondità e la completezza delle analisi, come per l'accurata documentazione, il volume, corredato da 180 immagini in bianco e nero e a colori, molte delle quali inedite, si propone come testo di riferimento per chiunque studi, collezioni o si interessi di fotografia e storia della cultura visuale.
Il racconto-cronaca di un giorno (anche se il tempo è più lungo, la sensazione è di un'unica giornata che si dilata estenuante) in un pronto soccorso. Un medico riporta in prima persona -l'autore Nino Russo dirige il reparto di Diabetologia in un ospedale del palermitano - con uh taglio più espressionistico che descrittivo. Emerge il profilo della sanità meridionale: il buffo, il macabro, il tenero, il delinquenziale. Ma non è soltanto questo: senza retorica, senza speranze ma anche senza invettive, la vita ospedaliera di un medico d'emergenza si presenta come il microscopio che scruta modelli precisi di civilizzazione; è si offre da esperienza del modo sostanzialmente perverso di affrontare la malattia, che fa del sistema sanitario più l'abilitazione sociale del malato in quanto tale, circoscrivendolo, specializzandolo, addomesticandolo, che non l'organizzazione della cura. Da far seriamente riflettere che la soluzione è tutt'altro che dentro la sanità.
Un classico, con un quadro completo dell'opera verghiana e del suo mondo poetico, morale e culturale. Luigi Russo (1892-1961), tra i più grandi critici italiani di questo secolo, è autore di numerosissime opere da Boccaccio agli autori del Novecento. Nel 1946 fondò la rivista "Belfagor", ora cinquantenne.