L'odio sembra una realtà dominante nella storia dell'umanità e nel mondo globale, diviso e polarizzato. "Noi" si contrappone a "loro", percepiti non come singoli individui, ma come un gruppo nemico verso cui si nutre pregiudizio e intolleranza: stranieri, ebrei, rom, musulmani, donne, omosessuali, persone fragili... Ma la nostra mente è per natura ostile? il cervello è irrimediabilmente programmato per l'odio? Anche se meccanismi inconsci spingono gli esseri umani a percepire con paura le diversità, le neuroscienze descrivono menti empatiche, che si rispecchiano e si identificano con l'altro in modo innato. In realtà, sono le politiche dell'odio che costruiscono il nemico e ci manipolano. Le folle emotive rincorrono fake news e complottismi, le posizioni si polarizzano, la violenza può diventare estrema. Mutano continuamente le forme di odio collettivo: il razzismo da biologico diventa culturale, l'antisemitismo subisce pericolose metamorfosi, cambia l'aggressività contro le donne. Ma, in un mondo in cui sembra ancora prevalere il pregiudizio emotivo, odio, aggressività e reazioni ostili non sono inevitabili: è possibile contrastare il disimpegno morale e riscoprire il senso di un destino comune.
Le neuroscienze stanno producendo una vera e propria rivoluzione in campo educativo, in particolare in ambito morale. Nella loro prospettiva, le emozioni non sono un ostacolo alla razionalità, ma una guida per comprendere il mondo. Si sta affermando un paradigma che, a partire dalla scoperta dei neuroni-specchio, propone un'immagine della persona caratterizzata dall'empatia naturale nei confronti dell'altro e dalla proiezione verso il riconoscimento reciproco. Il volume presenta le linee generali di un'educazione morale che si realizza nella concretezza dell'esistenza umana e si nutre della comprensione degli aspetti emozionali. Sulla base della compassione "istintiva" messa in luce dalle neuroscienze è possibile educare a comportamenti di aiuto e di cooperazione, superando gli atteggiamenti di indifferenza e di esclusione morale, compreso il giudizio verso l'estraneo, e orientandoci ad essere non solo naturalmente, ma anche culturalmente, negli altri e per gli altri.
In breve
La cittadinanza non definisce solo uno status giuridico o politico ma anche un progetto di convivenza civile. In Italia, come nel mondo, il sistema educativo riconosce, perciò, l’esigenza di creare una ‘scuola della cittadinanza’ in cui, oltre ad apprendere le norme del diritto e i principi di funzionamento dello Stato, imparare a vivere ed esercitare concretamente diritti e doveri. Il volume affronta il tema delle nuove competenze civiche e le proposte didattiche sui temi della cittadinanza – costruite sugli assi dell’identità e appartenenze, alterità, dignità e diritti, partecipazione – che consentono di attuare e innovare contenuti e pratiche di insegnamento-apprendimento in classe.
Indice
Parte prima: I. La cittadinanza alla prova - II. La scuola dei cittadini - III. Una nuova cultura civica - IV. Competenze per la cittadinanza - Parte seconda: V. Identità-appartenenze - VI. Alterità-relazioni - VII. Diritti-dignità - VIII. Partecipazione - Riferimenti bibliografici
Siamo di fronte ad un "nuovo" antisemitismo? Alle antiche rappresentazioni dell'ebreo e ai radicati pregiudizi si sovrappone oggi la paura di forze oscure veicolate dalla globalizzazione. L'antisemitismo attuale, in sincronia con la recrudescenza del conflitto fra israeliani e palestinesi, rischia inoltre di amalgamarsi con l'antisionismo e di assorbire nuovi elementi nel quadro delle società rese multiculturali a seguito dell'immigrazione. Alla luce di questi processi, il volume propone alcune linee guida per insegnanti e educatori, allo scopo di combattere il pregiudizio antisemita e di formulare un'educazione alla cittadinanza attiva e consapevole.