«La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati.» Così scriveva Antonio Gramsci oltre ottant'anni fa nella prigione fascista di Turi. Muovendo da questa intuizione, lo storico Donald Sassoon, profondo conoscitore del nostro paese, si chiede quali sono oggi i segnali della crisi che sembra stia condannando al declino la civiltà occidentale. Dalla proliferazione di movimenti nazionalisti e sovranisti alle sempre più frequenti manifestazioni razziste e xenofobe, dalla sfiducia nei partiti tradizionali all'aumento delle diseguaglianze, l'impressione è di trovarsi in un cruciale momento di passaggio, in quell'interregno fra il tramonto del vecchio e l'affermazione del nuovo in cui si corrono i rischi maggiori di rapide regressioni. Al centro della sua analisi, la crisi che sta attraversando il Vecchio Continente: le probabilità di una sua implosione, ma anche le motivazioni e le ragioni della sempre più evidente disaffezione nei confronti di un'Europa unita che subisce attacchi da ogni fronte e viene troppo debolmente difesa da chi dovrebbe rappresentarla. Da «ebreo nato in Egitto con passaporto britannico, con studi in Francia, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti», Donald Sassoon è in una posizione privilegiata per interpretare senza pregiudizi la moltitudine di umori, sensibilità, scelte di vari paesi, e ci offre la lezione di un grande storico capace di decifrare la complessità dell'oggi sciogliendo con maestria gli intricati fili provenienti dal nostro passato.
Partiamo dal mito: Europa, secondo la mitologia greca, era una ninfa, figlia di Agenore e Telefassa, ma nemmeno questo è sicuro. Anche l’etimo è incerto... In verità non conosciamo l’Europa, se ne parla molto perché non si sa bene cosa dire; noi europei abbiamo cominciato a discutere dell’Europa solo a partire dalla Seconda guer- ra mondiale, ma si dovrebbe studiare il suo lungo percorso da Carlo Magno. Centocinquant’anni fa gli europei erano impegnati a creare gli Stati-nazione, non l’Europa. Non si parlava di un’Europa unita, anzi l’Europa era talmente divi- sa che quando gli europei pensavano alla guerra pensavano alla guerra contro altri europei. La cosiddetta supremazia europea si è sviluppata nel XVIII secolo, quando ci si com- piaceva delle rivoluzioni intellettuali dell’Illuminismo e del- la vittoria della razionalità.
L’Europa, cioè l’Occidente, significava progresso e diritti dell’uomo e (più tardi) delle donne. Montesquieu, dopo aver diviso i governi in repubblicano, monarchico e dispoti- co, afferma che costumi come la poligamia confermano che in Asia «il dispotismo è, per così dire, naturalizzato». Ora tut- to questo è finito. Sassoon sostiene che la Gran Bretagna è tutta sola e l’Europa è più disunita che mai; e questo nel mo- mento in cui il mondo deve fare i conti con Donald Trump. Buona fortuna, Europa!
Donald Sassoon professore emerito di Storia europea com- parata al Queen Mary, University of London, è uno dei mag- giori storici contemporanei, allievo di Eric Hobsbawm. Nato a Il Cairo, di nazionalità britannica, ha studiato a Parigi, Mi- lano, Londra e Stati Uniti. Scrive regolarmente per impor- tanti quotidiani in tutto il mondo, tra i quali, in Italia, “Il Sole 24 Ore”. Ha una profonda conoscenza del panorama politico, culturale ed economico europeo e ha pubblicato numerosi libri.
“Mussolini volle fingere
di aver preso il potere
con la forza, di averlo
conquistato sul campo di
battaglia. Ma la sua ascesa
al potere, tecnicamente
parlando, avvenne
all’interno della legge.”
Un’Italiadevastata e in crisi; unParlamento fragile e passatista; la debolezza sul piano internazionale e la crisi economica; il malcontento della classe operaia e dei braccianti; il timore di una rivoluzione rossa; un Paese ancora incapace di concepirsi unito. È questa la singolare congiuntura di eventi che creò le condizioni di una dittatura destinata a essere abbattuta solo dopo la più distruttiva delle guerre. Questo libro racconta l’ascesa di un politico avveduto e calcolatore che seppe usare la retorica futurista – a partire dal suo giornale – per cavalcare un desiderio di rinnovamento diffuso e insieme tranquillizzare le élite sociali assumendo i toni di un governo liberale. Sottovalutato dagli oppositori e dai suoi stessi alleati, si presentò come il leader carismatico di un partito che, dapprima ininfluente, conquistò rapidamente il gradimento degli elettori. Sfruttò le debolezze di un sistema parlamentare corrotto e trasformista e le spaccature interne all’opposizione per affermarsi come unico portavoce di un progetto forte e riconoscibile. Investito dal consenso popolare, il 29 ottobre 1922 l’homo novus attraversò un’Italia fantasma sul treno notturno Milano-Roma per ricevere dal re l’incarico di formare il nuovo governo, guidando da Presidente del consiglio la simbolica marcia su Roma in testa al corteo delle camicie nere. Ebbe così inizio il Ventennio. In un disegno sintetico e puntuale, Sassoon mette a fuoco le ragioni storico-politiche e le dinamiche sociali e culturali che hanno portato all’ascesa trionfale del Duce. In condizioni particolari, ma non certo irripetibili.
Donald Sassoon è nato al Cairo e ha studiato a Parigi, Milano, Londra e negli Stati Uniti. Allievo dello storico Eric Hobsbawm, è ordinario di Storia europea comparata presso il Queen Mary College di Londra. È autore di diversi volumi sulla storia d’Italia, fra cui Togliatti e la via italiana al socialismo (Einaudi 1980) e Cento anni di socialismo (Editori Riuniti 1997). Con Rizzoli ha pubblicato Il mistero della Gioconda (2006) e La cultura degli europei (2008).
Il sorriso della Gioconda, un sorriso che ognuno di noi ha visto centinaia di volte, sui libri, al museo, al cinema, sui giornali, sui manifesti pubblicitari. Come nessun altro, il dipinto di Leonardo è stato studiato, imitato, parodiato, sfruttato dal mondo dell'arte, della pubblicità, dello spettacolo. Un volume che racconta l'appassionante storia di questo capolavoro dell'arte di tutti i tempi: Leonardo e la Firenze del Rinascimento, la misteriosa identità della modella, il legame con la monarchia di Francia e con Napoleone, il rocambolesco furto dal Louvre, il viaggio in America negli anni Sessanta, le rielaborazioni degli artisti del Novecento, le pubblicità e il cinema.