Un cimitero di campagna, una notte di tempesta, due spiriti corrotti e un fantasma assetato di vendetta. Le pagine più nere di Stevenson spalancano al lettore un mondo di sussulti e sinistri presagi.
Lo Stevenson grande narratore di storie mostra in questi scritti il suo grande talento giovanile rivelandosi un sagace e acuto osservatore della vita e dell'uomo, con le sue contraddizioni, vanità e virtù. "La filosofia dell'ombrello" è proprio uno dei primissimi esordi letterari di Stevenson, pubblicato a soli ventuno anni, una divertente parodia degli status symbol e delle convenzioni sociali; gli altri inediti giovanili presenti nel volume sono "Vecchiaia scorbutica e gioventù" e "Come apprezzare i luoghi sgradevoli". Oltre a questi il volume ripropone l'ormai classico "Una difesa dei pigri", spiritoso e arguto pamphlet sul diritto all'ozio, e una parte importante e "dimenticata" della produzione letteraria di Stevenson. Tra gli altri spiccano "Il carattere dei cani", brillante e allusivo trattato sulla moralità canina, "Conversazione e conversatori" e "Pulvis et umbra". La scrittura ora asciutta ora ricca d'iperboli e allusioni; lo stile oscillante tra il raffinato e il discorsivo, impeccabile ed eclettico, la domanda ricorrente sulla moralità e l'etica avvicinano questi scritti a veri e propri esercizi filosofici, ricchi dell'ironia e della vivacità della gioventù.
Quando Robert Louis Stevenson era il piccolo Luly, ascoltava i racconti della nutrice Cummy e stupiva di fronte al gioco delle ombre di un divano, al riflesso di luna di una tinozza d'acqua. Molti, molti anni dopo ripensa a quel notturno formicolare di voci e scrive manciate di versi che sono storie in miniatura, avventure vissute sulla soglia del sonno, quando ci si può immaginare pirata, corsaro, cavaliere, indiano, quando il letto diventa la nave delle grandi traversate notturne verso le isole e i tesori della fantasia. Roberto Mussapi traduce e ricostruisce il "romanzo" di uno Stevenson fanciullo che si trasforma nel più straordinario raccontatore di storie della letteratura inglese. Un libro che, ancora più di ieri, può offrire al lettore adulto l'occasione per incantare i bambini e ai bambini l'occasione di trasformarsi in lettori.
Sullo sfondo violento e insanguinato dell'Inghilterra al tempo della Guerra delle Due Rose, il giovane Dick Shelton, un cavaliere senza macchia e senza paura, per vendicare la morte del padre e per amore di Joanna Sedley decide di schierarsi dalla parte della Rosa Bianca e della Freccia Nera, una banda di fuorilegge. Seguendo le vicende della guerra, Stevenson avrà modo di offrire al lettore avventure ben congegnate e momenti di alta tensione drammatica fino all'insperato lieto fine con la vittoria dei buoni sui malvagi.
Un vecchio pirata ubriacone, la mappa di un'isola dov'è nascosto un favoloso tesoro, inquietanti personaggi che vogliono impossessarsene, un ragazzo di 13 anni coinvolto nella ricerca: ecco gli elementi del più celebrato libro di Stevenson. Una storia che ha appassionato generazioni di lettori e ha ispirato numerose versioni cinematografiche.
"Il padiglione sulle dune", iniziato a Londra nel 1878 e concluso a Monterey, in California, due anni dopo, fu definito dal suo autore 'un vasto lavoro di carpenteria in nove capitoli e non so quante scene'. Cassilis e Northmour si trovano a difendere loro malgrado il padre della ragazza che entrambi amano, il disonesto banchiere Bernard Huddlestone, in fuga con i soldi sottratti ai carbonari italiani. E così, mentre quel remoto angolo della Scozia in cui si compie la vicenda va man mano infittendosi delle apparizioni sinistre e minacciose degli italiani in cerca di vendetta, il racconto di Stevenson diviene sempre più un bellissimo apologo sul coraggio e sulla viltà, sulla sete di ricchezza e sul bisogno di amore.
Appartenente al gruppo di racconti di ambientazione esotica composti da Stevenson nell'ultimo decennio della sua vita "La spiaggia di Falesà" - così come "Il diavolo nella bottiglia" recentemente riproposto in questa stessa collana - si rifà all'esperienza diretta dell'autore sulle credenze e sulla psicologia degli indigeni delle isole del Pacifico.
Al famoso "Il diavolo nella bottiglia", una storia di malefici, di oscure credenze e di trabocchetti tesi dal diavolo per assicurarsi quante più anime può, si trova qui unito un altro racconto, forse meno noto ma non meno esemplare, "L'isola delle voci", nonché il breve ed emblematico "C'è qualcosa di vero", preziosa 'summa' dell'atteggiamento di Stevenson nei confronti delle culture non europee.