«Grazie ai miei studenti ho capito che insegnare significa innanzitutto schierarsi. Scegliere questo lavoro vuol dire decidere con quale sguardo interrogare il mondo e tentare di costruire delle risposte di buon senso. Sentivo e sento tuttora che devo a loro questo impegno. Credo che la scuola debba ripartire da qui per riscoprire la sua bellezza, il suo senso profondo e con esso un po' di gioia.». Davide Tamagnini è salito alla ribalta dell'opinione pubblica per il suo metodo didattico, che capovolge il modo tradizionale di esercitare l'insegnamento. In una scuola primaria in provincia di Novara, Davide è riuscito a costruire un percorso didattico innovativo e sperimentale, la cui punta dell'iceberg è la scelta di abolire i voti, ma non la valutazione. La pagella si presenta innanzitutto con tre colori: verde, giallo e rosso. Ogni colore indica il margine di progresso raggiunto o il miglioramento raggiungibile in una certa area dell'apprendimento. Ma è l'intero approccio di Davide all'insegnamento a essere innovativo: «Per portare la parola 'felicità' dentro le mura scolastiche dobbiamo demolire il paradigma che lega scuola e noia. Si tratta di sconvolgere pratiche e credenze sedimentate per ricostruire un percorso in cui ciascuno si senta protagonista dell'apprendimento». Questo libro è il racconto di quel processo di demolizione e ricostruzione, ma è anche e soprattutto il diario di un viaggio durato cinque anni, un'esperienza di scuola e di vita unica nel panorama di oggi, che ha portato un maestro e la sua classe al centro di una colorata, esplosiva rivoluzione.
Questo libro è una risposta del perché, del come e del cosa è stato fatto per arrivare ad affermare che invece "si può fare". Si può facilitare il naturale sviluppo di ciascuno, si possono non usare libri, voti, compiti e schede, si può rompere quel sempiterno sodalizio che purtroppo lega l'apprendimento alla noia. Insomma si possono fare molte cose se, innanzitutto, si crede che sia importante farlo. Dopo questa esperienza possiamo asserire che l'unica cosa che non si possa fare nella scuola è insegnare senza apprendere dai bambini. È un appello a tutti coloro che si occupano o hanno a cuore i temi dell'educazione: costruiamo una scuola più competente, vicina agli esseri umani che la abitano, ai loro bisogni e sogni, a partire dal bisogno/sogno di felicità.