Durante l'ultimo sinodo europeo, nel 1999, Carlo M. Martini, troppo saggio per parlare di concilio in modo esplicito, si augurava «per il nuovo secolo un'esperienza di confronto universale tra i vescovi» per trovare risposte a questioni aperte: carenza di ministri ordinati, ruolo della donna nella società e nella chiesa, partecipazione dei laici, sessualità, disciplina del matrimonio, ecumenismo... Oggi vi si aggiungono la crisi degli abusi, il sentimento di scoraggiamento e la frammentazione del cattolicesimo. Lanciando la dinamica sinodale, papa Francesco sta forse proponendo, a modo suo, una sorta di concilio, allargato all'insieme del popolo di Dio? Questa voce di pacificazione e creatività è essenziale per affrontare le difficoltà attuali. Secondo Theobald, la sinodalità è una dimensione costitutiva della chiesa che si attua con nuovi processi appoggiandosi soprattutto su una conversione personale e istituzionale. Nonostante prevedibili resistenze, il popolo messianico ha la possibilità di entrare in una fase determinante della sua storia spirituale. Dopo la prima sessione del sinodo sulla sinodalità, tenutasi nell'autunno 2023, questo libro ne fa da sunto e, nello stesso tempo, apre una pista per un confronto approfondito sulle tematiche più attuali.
Il libro è una lunga lettera scritta per gli amici in tempo di pandemia. Parla del tempo che stiamo vivendo, che ha messo a nudo le fragilità delle nostre organizzazioni sociali, economiche e anche religiose, aprendo a possibili inquietanti scenari di difficile e complessa interpretazione, e vuole essere una mappa che aiuti il lettore a non perdere l'orientamento, a trovare la sorgente capace di dissetare la sua sete esistenziale. La diagnosi del tempo presente è condotta in maniera assai precisa e si allarga al legame tra pandemia e crisi ecologica. A questo quadro problematico va aggiunta la fragilità delle democrazie occidentali che la pandemia ha reso ancora più evidenti. Che fare dinanzi a un contesto cupo e a un futuro divenuto tanto incerto? Con mirabile concretezza, molto utile anche in chiave pastorale, Theobald indica le sorgenti alle quali attingere per ridare fiato al legame sociale che tiene uniti gli uomini tra loro. Si ritrovano qui molti temi cari all'autore, ridetti e ripensati in una forma adeguata all'urgenza del momento e con un linguaggio accessibile a tutti e non specialistico.
Nei suoi discorsi davanti al Parlamento europeo e al Consiglio d'Europa papa Francesco non ha esitato a tratteggiare l'immagine di un'Europa ferita, che sta attraversando una profonda crisi di fiducia e di speranza. Anche il cristianesimo è toccato da questa crisi: la sua forza ispiratrice sembra indebolita. Siamo dunque posti di fronte all'alternativa: estinzione o riforma. Christoph Theobald coglie l'occasione di questa sfida per farne l'innesco di una traduzione contemporanea della fede, della speranza e della carità biblico-cristiana. Egli si lascia guidare dalla domanda: come testimoniare oggi una speranza comune e come rendere possibile una fiducia reciproca? Le sue riflessioni lo conducono a comprendere l'essere cristiano come una maniera di vivere secondo una santa ospitalità, suscettibile di costruire fiducia, di generare speranza e di rivitalizzare, in tal modo, un continente ferito. L'attenzione di Theobald, uno fra i teologi cattolici più apprezzati e seguiti al mondo, cade nello specifico non solo sulla fede esplicitamente cristiana, ma anche su quei momenti decisivi dell'esistenza in cui si manifesta una "fede nella vita": lì si dà una vera e propria apertura al vangelo di Cristo. Ne discende, così, una teologia della fede e della grazia che risultano incarnate in un preciso contesto storico e geografico: quello del Vecchio Continente.
Contenuto
Oggi si tende a guardare con maggiore prudenza – se non addirittura con sospetto – all’ideale conciliare del dialogo, sia in ambito civile che ecclesiale. Ripensarlo non in astratto, ma a partire dall’esperienza, come strumento che permette di giungere a un’intesa, comporta ripensare insieme ad esso anche la figura dell’autorità, distinguendola dalla figura del potere. Un esercizio evangelico, non autoritario e non clericale del dialogo e dell’autorità, allargato all’insieme delle relazioni umane, è la proposta di questo percorso, frutto di una lectio magistralis di Theobald presso la Facoltà teologica del Triveneto. Il compito di ogni dialogo consiste nel far approdare le due parti a intendersi e per farlo è necessaria la capacità di ascoltarsi reciprocamente e dunque l’attitudine a volersi incontrare. È solo in questo orizzonte che autorità e dialogo possono essere ripensate come buone pratiche per costruire concretamente quella “mistica della fraternità” auspicata da papa Francesco (EG, 119) come nuovo stile della Chiesa del nostro tempo.
Destinatari
* studenti di teologia * operatori pastorali
Autore
Christoph THEOBALD, nato a Colonia (Germania) nel 1946, è gesuita della Provincia di Francia. Professore di teologia fondamentale e dogmatica alla Facoltà di teologia del «Centre Sèvres» di Parigi, redattore capo della rivista «Recherches de science religieuse», membro del comitato scientifico dell’Istituto per le science religiose (Bologna) e responsabile editoriale dell’edizione critica autorizzata delle Opere di Karl Rahner. Ha pubblicato opere di storia della teologia moderna, di teologia sistematica e pratica, e di estetica.
Il gesuita francese Christoph Theobald, noto anche in Italia per i suoi studi sul Concilio Vaticano II e per la sua proposta teologica di un «cristianesimo come stile», esamina in questo libro quelle che definisce «urgenze pastorali» del cattolicesimo occidentale. In una prospettiva ecclesiale e spirituale torna con forza l'interrogativo che anima la sua riflessione: come ripensare il cristianesimo e il ruolo delle Chiese nelle società europee, profondamente segnate dalla crisi di fiducia sulle forme di convivialità sociale, afflitte da inediti problemi ecologici e affascinate dalle bio-tecno-scienze? Un libro in grado di orientare il dibattito e i tentativi di riorganizzazione territoriale delle comunità cristiane che stanno impegnando anche le diocesi italiane.
È ancora necessaria una teologia sistematica? E come andrebbe elaborata per essere fedele al vangelo del Regno di Dio e valida nel terzo millennio? Proseguendo l'ispirazione dell'opera in due volumi Il cristianesimo come stile, Christoph Theobald prosegue in questo libro il suo lavoro d'investigazione. Riprendendo il paradigma stilistico e il metodo critico indicato nelle opere precedenti, egli rilegge le grandi figure della teologia e raccoglie, in un percorso innovativo, le questioni centrali della riflessione su Dio ancorandole al pilastro fondamentale della santità di Cristo.Proprio questa santità e la sua comunicazione consentono di reinterpretare, nel quadro di un approccio pneumatologico, ciò che per gli uomini e per le donne del tempo presente può essere considerato il mistero del mondo. Più in generale si tratta di rispondere a una domanda cruciale: come deve cambiare la teologia dopo le mutazioni che il cristianesimo sta vivendo nel tempo presente?
Ricerca storica e analisi teologica sono i capisaldi dell'imponente lavoro interpretativo che l'autore sta conducendo da molti anni sul concilio Vaticano II. Un considerevole processo di apprendimento ecclesiale, che ha connotato la seconda metà del '900 e prosegue ancora oggi, ha contribuito a definire il profilo della Chiesa alle prese con la complessità del nostro tempo. In questo senso, per Theobald il Vaticano II non è l'ultimo di una cristianità euro-atlantica, ma il primo di una Chiesa diventata mondiale e interculturale. Nella differenza tra queste due prospettive il volume indica il percorso per entrare in una nuova fase di ricezione conciliare con l'intento di farne emergere le potenzialità. Un modo di procedere che tiene conto del contesto transculturale e del radicamento concreto delle nostre esistenze.
Quale rapporto esiste tra l'annuncio del vangelo e la riforma della chiesa? Papa Francesco, primo papa postconciliare, viene riletto nei suoi documenti Evangelii gaudium e Laudato si', presentando la sua interpretazione nuova e originale del Vaticano II: lo stile della fraternità e l'intento evangelico del dialogo sono la cifra per interpretare il nuovo corso della chiesa.
Papa Francesco sta invitando tutta la chiesa a intraprendere con responsabilità un cammino sinodale. Pubblichiamo qui le risposte, brevi e argomentate, di ventisei teologi, uomini e donne, presbiteri e laici, sollecitate dall'invito del papa, in particolare riguardo alle sfide poste dal mondo di oggi alla famiglia. I temi affrontati sono tra i più urgenti: il significato teologico del matrimonio, la parola di Dio e la vocazione dell'amore coniugale, la missione sociale della famiglia, la responsabilità delle coppie di fronte alla procreazione, l'aborto e la contraccezione, la relazione omosessuale, i divorziati risposati e il loro accesso ai sacramenti.
Prefazione di monsignor Jean-Luc Brunin, presidente del consiglio "Famiglia e società" della Conferenza episcopale francese.
Postfazione di Enzo Bianchi, priore di Bose.
Quale futuro è riservato alla tradizione cristiana nei Paesi dell'occidente europeo? La "dispersione" attuale ne annuncia la prossima fine o prepara una nuova e diversa coscienza? Attento ai movimenti sotterranei che stanno producendo una mutazione radicale, il teologo Theobald azzarda una "scommessa difficile": per superare la crisi dei riferimenti tradizionali occorre incoraggiare il processo di ricezione del concilio Vaticano II spingendosi verso una configurazione diversa e "testimoniale". Nell'immenso laboratorio delle nostre società è forse il momento di "fidarsi di processi spirituali che rispettino l'unicità della coscienza individuale, il carattere comune della ricerca del vero e il ruolo inalienabile dell'autorità apostolica". Una conversione ecumenica che coinvolge la tradizione, l'autorità e il riferimento alle Scritture.