Scrivere Kirche und Kultur è per Tillich tutt'altro che un esercizio di delimitazione di campi opposti o contigui. In gioco vi è molto di più: il superamento del dualismo tra sacro e profano che sembra bloccare ogni possibilità di dialogo e di integrazione. Tanto più affascinante è la via scelta dall'autore, il quale, senza negare l'esistenza di sacro e di profano, traccia un percorso di (ri)fondazione di una filosofia della cultura adeguata alla temperie teologica del ventesimo secolo. L'oggettivazione di ciò che è per natura paradossale ma che come paradosso, appunto, non può essere affrontato in termini tecnicamente filosofici: questo è il rischio che secondo Tillich occorre prendersi affinché "ovunque l'incondizionatezza del divino faccia breccia".
Principio protestante e situazione proletaria è un chiaro esempio di pensiero militante, ovvero di una proposta teoretica impegnata nel difendere un'opzione sociale intollerante all'ingiustizia. Perciò il principio non rimane esterno al dramma della responsabilità, chiamata a destreggiarsi tra cinico realismo e speranza utopica. Tillich opera una critica filosofico-morale che accetta il rischio e l'ambiguità dell'azione politica. Banco di prova di questo esercizio è l'analisi della situazione proletaria, che muove dall'opzione umanistica, da una dottrina dell'uomo che riconosce come originario l'intreccio tra l'autocoscienza della propria singolarità e l'essenziale condizione sociale e politica dell'esistenza.
Apparso per la prima volta in Germania nel 1926, il saggio di Paul Tillich dovette aspettare più di dieci anni prima di essere riconosciuto come uno dei capolavori della riflessione filosofico-storica degli anni Venti. Nonostante sia rimasto a lungo noto solo a una cerchia ristretta di lettori, "Il demoniaco" ha esercitato un profondo influsso sulla cultura tedesca e europea a partire dagli anni Quaranta. Gerhard Ritter basò su di esso il suo capolavoro "Il volto demoniaco del potere", Thomas Mann ne trasse idee fondamentali per il suo "Doktor Faustus" e Horkheimer e Adorno lo ripresero nella loro "Dialettica dell'illuminismo". Incentrato sull'idea che il demoniaco non sia l'espressione simbolica della pura negatività, ma il carattere ambivalente e sinistro di ogni creazione dello spirito umano, il saggio, pur nella sua brevità, ha segnato un'epoca e una linea del pensiero critico che ha influenzato profondamente la filosofia della storia del secondo dopoguerra.
«Col concetto di potere dischiudiamo l'essere, e l'essere conferisce al concetto di potere la sua dimensione profonda». La radicalità dell'indagine che Tillich propone in Die Philosophie der Macht ne costituisce uno dei fattori più intellettualmente affascinanti e filosoficamente fecondi. La sua capacità di entrare in dialogo con la tradizione culturale che lo precede rende particolarmente prezioso questo scritto, teoreticamente denso, la cui portata profetica si spinge a illuminare anche le controversie storico-politiche del ventunesimo secolo. Il testo viene proposto nella versione originale tedesca con traduzione a fronte curata dal prof. Alessandro Gamba, del settore scientifico-disciplinare "Filosofia teoretica" dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autore anche del saggio introduttivo: «Paul Tillich e il potere come principale metafora dell'essere».
C'è stato chi, nella storia del pensiero occidentale, ha sostenuto che il suicidio sia uno degli atti che in assoluto richiedono più coraggio. Secondo altri, invece, la scelta più coraggiosa che si possa fare è proprio quella di vivere, di rimanere nonostante tutto a occupare il proprio posto nel mondo, di scegliere di esistere. È a questo coraggio che dedica la sua riflessione Paul Tillich. Cosciente che si può definire il coraggio solo opponendolo alla paura, il teologo tedesco passa in rassegna la galleria di nature morte che sono le paure più profonde dell'uomo in quanto uomo. Il terrore della morte e della sofferenza, innanzitutto, la paura di essere esposti alla crudeltà del fato, ma anche l'angoscia che tutto sia senza senso e la nostra vita priva di significato e i profondi sensi di colpa per il male che noi stessi prima o poi ci troviamo a fare agli altri. Nel corso della sua storia l'uomo ha inventato dei modi per confinare queste paure ancestrali negli angoli più remoti della mente, in quell'abisso dove secondo Nietzsche non si guarda mai perché, altrimenti, "anche l'abisso vorrà guardare dentro di te". Ha inventato delle maschere che assomigliano al coraggio e spesso riescono a sostituirlo, facendoci dimenticare ciò di cui abbiamo paura, ma non lo sono davvero. E cos'è, allora, il coraggio? E da qui, dopo aver fatto cadere una a una tutte le maschere dietro le quali ci nascondiamo, che Paul Tillich muove la parte decisiva della sua indagine, quasi un giallo esistenziale.
En una época de profunda y caótica dispersión espiritual, la razón humana, que antaño supo reivindicar su plena y legítima autonomía, ha preferido gastar sus mejores energías en la consecución de logros materiales.
Paul Tillich se esfuerza por elaborar una construcción intelectual sistemática a partir del análisis ontológico de la existencia humana, pues sólo desde éste resulta posible determinar las cuestiones decisivas y situar las respuestas que el mensaje cristiano aporta.
Este «método de correlación» es de una extraordinaria fecundidad; no en vano, los contenidos culturales y religiosos que aporta el hombre se convierten en fuentes que alimentan la teología, tan válidas como la Biblia y la historia de la Iglesia. Tillich logra así inscribir el mensaje cristiano en el hondón del ser, mostrándolo como su más íntima culminación y su más profunda plenitud.
En este primer volumen se recogen la Introducción general al sistema y las dos primeras partes: la razón y la búsqueda de la revelación, y el ser y la cuestión de Dios.
1. La razón y la búsqueda de la revelación;
2. La realidad de la revelación;
3. El ser y la cuestión de Dios;
4. La realidad de Dios.
En una época de profunda y caótica dispersión espiritual, la razón humana, que antaño supo reivindicar su plena y legítima autonomía, ha preferido gastar sus mejores energías en la consecución de logros materiales.
Paul Tillich se esfuerza por elaborar una construcción intelectual sistemática a partir del análisis ontológico de la existencia humana, pues sólo desde éste resulta posible determinar las cuestiones decisivas y situar las respuestas que el mensaje cristiano aporta. Este «método de correlación» es de una extraordinaria fecundidad; no en vano, los contenidos culturales y religiosos que aporta el hombre se convierten en fuentes que alimentan la teología, tan válidas como la Biblia y la historia de la Iglesia. Tillich logra así inscribir el mensaje cristiano en el hondón del ser, mostrándolo como su más íntima culminación y su más profunda plenitud.
Los problemas debatidos en este segundo volumen –el concepto de la alienación del hombre y la doctrina de Cristo– constituyen para Tillich el corazón de toda teología cristiana. Representan la más extensa de las cinco partes de su sistema teológico.
Paul Tillich (1886-1965) e uno dei massimi teologi protestanti del nostro secolo. Questo schizzo autobiografico permette l'acquisto di una conoscenza immediata di questa figura straordinaria.
Queste lezioni presentano l'interpretazione sincera e profonda che Tillich da dell'annuncio e della teologia cristiana.