Attraverso una studiata selezione di poeti e filosofi antichi il libro si propone di illuminare la complessa natura dell'eros nelle sue molteplici e a volte persino contraddittorie sfaccettature. Amore come abbandono, bisogno, dolore, ferita, fastidio, guerra, fatica; amore come pazzia, amore come possedere e come essere posseduto; amore come piacere impossibile; amore come ostacolo o impedimento, come errore da evitare o da superare; amore come bellezza senza passato, senza storia, senza genealogia, senza significato; amore come cosa che esiste e che appare senza motivo, senza bisogno di spiegazioni o commenti. Ma la potenza dell'eros non si riduce al tempestoso universo di eventi e di impulsi particolari, ben piantati in uno spazio e in un tempo precisi, o all'effimera apparizione di una bellezza che poi sfiorisce per sempre. L'amore, in quanto eterna e infinita vicenda di bisogno e soddisfazione, è anche apertura, rinvio ad altro. È l'amore che allude a un punto di fuga, a un anello che non tiene, a un luogo dove si insinuano la pretesa o la speranza di un senso che non si vede. L'amore non è solo frutto che si coglie e consuma; è anche seme che infinitamente rigenera e riproduce la vita.
Nascosto dietro il paravento del dialogo, abile nello sfruttare diversi registri espositivi - dall'argomentazione all'uso del mito e della parola poetica - Platone presenta al lettore una raccolta di scritti di straordinaria profondità, ma largamente indipendenti tra loro, e senza fornire in modo esplicito le coordinate di un progetto unitario. Laddove il lettore vorrebbe trovare un disegno, trova spesso parti slegate, diverse trattazioni degli stessi temi, dottrine esposte una volta sola, talvolta anche vere e proprie contraddizioni. Proporre un profilo complessivo della filosofia di Platone impegna dunque al massimo grado la responsabilità dell'interprete - più o meno nello stesso modo in cui il dialogo platonico coinvolge interlocutori e lettori. I tratti salienti dell'immagine qui proposta sono quelli di un Platone filosofo schiettamente metafisico (da un lato) e tuttavia ben consapevole dei limiti della ragione umana (dall'altro). Sostegno principale di questa immagine, opinabile come tutte le interpretazioni di Platone, è la sua coerenza di fondo, la sua capacità di risolvere in un quadro armonico e plausibile le numerose e differenti tensioni che attraversano il pensiero del grande filosofo ateniese.
L'opera non è rivolta solo agli specialisti, ma propone uno strumento di studio e di informazione culturale accessibile a un pubblico colto e agli studenti. Il suo intento consiste infatti nel riportare alla luce, e riproporre all'attenzione della cultura contemporanea, quel ricco giacimento di razionalità critica, di opzioni etico-politiche, di prospettive teoriche, che quel pensiero ha elaborato con una potenza argomentativa e una libertà intellettuale che hanno pochi paralleli nella storia della filosofia occidentale. Il volume ha per oggetto il periodo classico della filosofia greca (il IV sec. a.C.), dominato dalle grandi figure di Platone e Aristotele, ossia i pensatori che più di tutti hanno condizionato e influenzato gli sviluppi della filosofia occidentale. Nel libro si offrono anche un quadro della storia delle interpretazioni novecentesche e contemporanee dei due filosofi, una originale introduzione sui modi di praticare la filosofia in quell' epoca, la storia delle scuole platonica e aristotelica subito dopo la morte dei loro fondatori, e un profilo sintetico del pensiero matematico e dei suoi progressi.
La filosofia di Platone costituisce un punto di riferimento primario per tutta la storia del pensiero occidentale, e il secolo appena trascorso non fa eccezione. Numerosi e importanti filosofi del Novecento non solo hanno sentito la necessità di confrontarsi con Platone, ma hanno anche concesso largo spazio al pensiero platonico e alla nozione di ‘platonismo’ all’interno delle loro elaborazioni teoriche. Questo confronto, soprattutto nei contesti più influenzati dalla speculazione di Nietzsche, ha assunto assai spesso la forma della critica, del distacco e, a volte, anche della ripulsa. Lo scopo di questo libro consiste nel mostrare da un lato che questa ripulsa si basa per lo più su un’immagine di Platone e del platonismo forzata in senso dogmatico e quasi formulare, dall’altro che il pensiero di Platone, se correttamente inteso, non ha mai cessato di costituire l’orizzonte ultimo entro il quale possono e devono essere posti i problemi filosofici che ancora interessano l’uomo contemporaneo.
Franco Trabattoni è professore ordinario di Storia della filosofia antica presso l’Università degli Studi di Milano. È autore di numerose monografie sulla storia del pensiero antico, di taglio generale e particolare, nonché di studi specialistici comparsi in riviste e volumi collettivi, dedicati soprattutto a Platone e alla storia del platonismo. Tra i volumi ricordiamo: Scrivere nell’anima: verità, dialettica e persuasione in Platone (Firenze 1994); Platone (Roma 1998); Filosofia antica. Profilo critico-storico (Roma 2002); La verità nascosta. Oralità e scrittura in Platone e nella Grecia classica (Roma 2005). È direttore della rivista internazionale di filosofia antica «Méthexis».
Una storia della filosofia antica che, senza venir meno all'esigenza di informare correttamente il lettore sui dati storici (filosofi, opere, scuole, correnti), si concentra in primo luogo sull'aspetto filosofico della materia, sui grandi temi concettuali che ne hanno segnato il cammino, dai presocratici al neoplatonismo. Ne emerge così un libro ricco di stimoli che, pur evitando avventurosi e inefficaci confronti fra pensatori troppo distanti, fa risaltare costantemente gli aspetti filosofici della storia narrata e i nessi che intercorrono fra le varie dottrine.