La nascita del movimento operaio e socialista produsse un cambiamento profondo in una società in via di industrializzazione e portò uomini e donne, operai e contadini alla conquista - significativa anche se parziale - di diritti civili, sindacali e politici. Un tale fenomeno, pur così imponente, oggi non suscita più interesse come cinquanta o quaranta anni fa. La caduta del muro di Berlino nel 1989 e i cambiamenti che hanno investito l'Europa orientale hanno finito col corrodere i caratteri della stessa tradizione socialista e favorito un clima di immiserimento culturale. Questo volume intende rilanciare il tema della cultura dei socialisti italiani, esaminando la composizione della classe dirigente del Psi, la stampa e la propaganda, la scarsa conoscenza del marxismo e la letteratura popolare nel quadro dello scontro tra idealismo e positivismo.
Il mondo dell’editoria conosce ovunque, all’inizio del XXI secolo, un processo di concentrazione e di forte concorrenza internazionale. L’Italia non fa eccezione, come dimostra l’acquisto di RCS Libri da parte di Mondadori nel 2016, ma ha alcune caratteristiche che risalgono al periodo preunitario: marcate specificità regionali, ampia presenza di editori piccoli e medi, grande difficoltà nel creare “lettori”, il cui numero rimane molto al di sotto di quello di altri paesi europei e ancora oggi ammonta a meno della metà della popolazione rispetto ai due terzi in Francia e in Germania. Gabriele Turi racconta la storia dell’editoria nell’Italia repubblicana rifiutando modelli di tipo sociologico, spesso astratti o generalizzanti, ma considerandone tutti gli aspetti in rapporto all’evoluzione della società, e mette in dubbio che dalla concentrazione derivi una inevitabile omologazione dei linguaggi.
Il volume di Gabriele Turi si concentra sui nodi problematici del rapporto tra politica e cultura nel periodo fra le due guerre mondiali, sul controllo esercitato sulla scuola o sulle accademie, e su alcuni protagonisti dell'opera di organizzazione culturale (come Giovanni Gentile). Ma evidenzia anche le contraddizioni del regime e i dissensi che esso registra per merito dell'insegnamento di Croce e delle forze antifasciste.
L'industriale Giovanni Treccani, il filosofo Giovanni Gentile e il padre gesuita Pietro Tacchi Venturi sono i protagonisti di un'impresa senza precedenti nell'Italia del Novecento: la pubblicazione dell'"Enciclopedia italiana", fondata nel 1925 e realizzata in 36 volumi fra il 1929 e il 1937. Iniziativa privata che si vuole nazionale, l'"Enciclopedia" riscuote subito l'approvazione di Mussolini prima di ottenere, nel 1933, il sostegno diretto del regime fascista; non può quindi non riflettere il clima in cui è sorta: motivi politici spiegano il rifiuto di collaborare di Croce, Einaudi, Casati o Lombardo Radice.