Una raccolta di aforismi irriverente, sarcastica, ma anche malinconica e passionale, di Enrico Vaime. Un "pensare breve" che porta sempre sorprese, con quella capacità unica, appresa da un grande maestro come Ennio Flaiano, di rovesciare le situazioni più drammatiche per renderle esilaranti. Un divertimento intellettuale che tiene insieme buona scrittura e battute fulminanti, un intrattenimento letterario giocato sul filo dell'umorismo e dell'arguzia dell'autore teatrale e radiotelevisivo.
Il Borgo Bello non era un brutto posto dove crescere, con l'aria buona della campagna a due passi, ma anche quella più fine di città. E se i vicini non erano proprio tipi comuni, di certo erano tutta gente perbene, vere colonne di una provincia uscita dalla guerra un po' ammaccata, ma decisa a ripartire. Erano gli anni Quaranta, e a lui che ci era nato il Borgo Bello pareva bello sul serio, con i suoi eleganti quattro "villini" e il barometro tirolese che diceva il tempo, con l'omino e la donnina a fare cucù. Poi con gli anni si cambia, si cresce e arrivano i primi dubbi. Così quella "gente perbene" che si dava per scontata inizia a mostrare una facciata diversa, incrinata da crepe sottili che mostrano quello che c'è sotto. Tra eccentrici periti chimici, signore che si attribuiscono titoli nobiliari abusivi, vecchi fasci estroversi, preti petomani e giovani cameriere dall'inesauribile spirito di iniziativa, una storia di formazione delicata ed esilarante, ritratto di un'Italia che mette ancora allegria.
Dall'amore per i suoi cani alla dedizione per l'amato teatro. Dagli scritti di Pier Paolo Pasolini alla passione per il racconto televisivo. Dagli anni della guerra a quelli di Silvio Berlusconi. In questa conversazione Enrico Vaime apre il suo album dei ricordi raccontando gli episodi più memorabili e divertenti della sua intensa vita di uomo e di intellettuale non organico al sistema. Il fascismo, i bombardamenti, il boom economico, la televisione, gli scrittori, gli attori, il cinema, Berlusconi e D'Alema, il sud Italia, i cani e il futuro, sono solo alcuni dei temi trattati. Irriverente, sarcastica, a tratti cinica, ma anche melanconica e passionale, la narrazione di Vaime porta sempre sorprese, con quella capacità unica, appresa da un grande maestro come Ennio Flaiano, di rovesciare le situazioni drammatiche e renderle esilaranti. In queste pagine il lettore verrà accompagnato lungo i decenni del secolo scorso grazie a episodi celebri, personaggi indimenticabili e racconti epici di un'Italia ormai passata. Senza rinunciare a un'attenta analisi del nostro tempo, Vaime mescola finzione e realtà per irridere i nostri vizi ed esaltare le nostre virtù. Un viaggio nella parola dedicato ai suoi tanti lettori ma anche a chi non ha ancora avuto modo di incontrare questo grande personaggio della cultura italiana.
“La rovina dell’Italia sono stati il trasporto su gomma e l’Autostrada del Sole”. Un romanzo che è anche una guida turistica sui generis, un sorprendente viaggio attraverso un paese stravolto dall’imbecillità umana, in cerca dell’Italia come dovrebbe o potrebbe essere. Enrico Vaime in questa guida sui generis racconta il nostro paese con leggerezza e ironia, attingendo dal prezioso serbatoio di “Omnibus” (in onda tutti i giorni su La 7), osservatorio privilegiato sull’Italia e sulle strane creature che la popolano.