
In breve
Diritto, forza, potere, ordinamento, prassi sociale: i concetti base della giurisprudenza, rivisitati alla luce della società globalizzata. La nuova edizione di un manuale completo, rigoroso e originale su una materia fondamentale per la formazione del giurista.
Il volume di natura squisitamente giuridica si contraddistingue nello stesso tempo per le sue peculiari note di carattere socio-religioso che lo rendono originale e ne ampliano la sfera d’interesse estendendola a fruitori non specificamente edotti nella scienza canonistica.
La funzione di insegnare della Chiesa, argomento basilare del testo, è infatti al centro di problematiche sempre attuali che coinvolgono sinergicamente ambiti diversi e talora anche non propriamente ecclesiali o strettamente cattolici, come nel caso delle istituzioni pubbliche e della società civile genericamente intesa.
Questo commentario sulle finalità del Libro III del Codice di Diritto Canonico vuole diventare in tal modo non solo un ausilio tecnico che agevoli l’approccio degli studiosi al testo normativo, ma aspira altresì a comunicare il bisogno di quell’esigenza interiore che dovrebbe essere da tutti avvertita come imprescindibile, ovvero la necessità di non distaccarsi mai dalle linee guida del Magistero della Chiesa, in primo luogo dal supremo Magistero petrino reso sempre vivo e vivificante nella Persona del Romano Pontefice.
La prefazione del Cardinale Dario Castrillón Hoyos conferisce ulteriore autorevolezza ai contenuti che il libro propone.
D. Bruno Lima, Rettore della Chiesa della SS.ma Annunziata in L’Aquila, è Docente stabile straordinario di Diritto Canonico presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Aquila - Pontificia Università Lateranense. Autore di numerose pubblicazioni giuridiche canonistiche e internazionalistiche.
Presiede il Premio Internazionale “Giuseppe Sciacca” - www.premiosciacca.it - conferito nel 2005 a S.S. Benedetto XVI, l’istituzione benefica banco dei tutori “Giuseppe Sciacca” e l’I.S.G.E.S.I. - Istituto di Studi Giuridici Economici e Sociali Internazionali.
La condizione giuridica delle confessioni religiose in America Latina è oggi al centro dell'attenzione grazie al concorso di diversi fattori: il consolidarsi del pluralismo religioso; l'affermarsi di comunità indigene che rivendicano una propria originale visione del mondo; l'imporsi, dopo decenni di regimi autoritari, della democrazia. Il volume ricostruisce l'assetto dei rapporti fra gli Stati e le confessioni religiose in questa parte del mondo, con l'obiettivo di fornire una panoramica articolata dei sistemi giuridici esistenti, che ha l'ulteriore pregio di evidenziare immediatamente analogie e differenze.
Indice: Parte prima: Stato, Chiese e libertà religiosa in America Latina (scritti di J.G. Navarro Floria; C. Salinas Araneda; J.J. Ruda Santolaria). - Parte seconda: I sistemi giuridici nazionali (scritti di J.G. Navarro Floria; J.M. Navarro Ameller; E.C. Callioli; A.M. Celis Brunet; V. Prieto; J. Baquero; R. González Schmal; G. Flores Santana; C. Asiaín Pereira; M. Nuñez Torres).
Juan G. Navarro Floria insegna Diritto civile, Diritto ecclesiastico argentino, nonché Diritto della Chiesa e dello Stato in America Latina presso la Pontificia Università Cattolica Argentina. E' membro fondatore e attuale Presidente del Consejo Argentino para la Libertad Religiosa (Calir) e del Consorcio Latinoamericano de Libertad Religiosa. E' membro del comitato promotore dell'International Consortium for Law and Religious Studies (Iclars). Autore e curatore di diversi volumi e di numerosi articoli pubblicati in America ed Europa, è stato Capo di Gabinetto della Secretaría de Culto della Repubblica argentina. Daniela Milani è ricercatrice presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano. Svolge inoltre attività di insegnamento e ricerca all'Istituto Internazionale di Diritto Canonico e Diritto Comparato delle Religioni (DiReCom) della Facoltà di Teologia di Lugano. Tra le sue pubblicazioni: "Segreto, libertà religiosa e autonomia confessionale. La protezione delle comunicazioni tra ministro di culto e fedele" (Lugano, Eupress Ftl, 2008).
Il presente studio si propone di analizzare le origini, gli sviluppi e i caratteri del jus publicum ecclesiasticum, una peculiare branca del diritto canonico i cui contenuti, metodi e finalità si sono modificati in ragione dei mutamenti sociali, politici e culturali susseguitisi nel corso della storia. Questa disciplina canonistica costituisce una ‘tappa obbligata’ sia per l’operatore pratico del diritto, ai fini di una corretta strutturazione e regolamentazione dei rapporti giuridici Chiesa/Stato; sia per il teorico del diritto, qualora voglia bene comprendere la peculiare ‘cifra’ dell’ordinamento giuridico canonico e del suo complesso diritto.
MATTEO NACCI
è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha conseguito il dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense (Città del Vaticano). È professore di Storia delle fonti e della scienza del diritto canonico e di Storia delle istituzioni di diritto canonico presso la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Lateranense.
Il volume intende mettere in luce come la laicità costituisca una componente imprescindibile della concezione moderna della democrazia, del costituzionalismo e dei diritti civili e religiosi in una società politicamente, culturalmente e socialmente pluralista.
Interventi di
Piero Bellini, Alfonso Di Giovine, Tullio Monti, Stefano Rodotà, Massimo L. Salvadori, Franco Sbarberi, Carlo Augusto Viano, Gustavo Zagrebelsky
Dalla quarta di copertina:
In tutto il mondo si assiste a un ritorno del "sacro" e della dimensione religiosa nella vita di tutti giorni fatto che sembra in apparenza andare contro quello che pareva costituire l'inarrestabile e progressivo fenomeno di secolarizzazione e/o laicizzazione delle società occidentali.
Nella società contemporanea, sempre più multietnica, multiculturale e multireligiosa, la laicità delle Istituzioni costituisce il più sicuro punto di riferimento per evitare l'inasprimento di fenomeni di fondamentalismo e integralismo religioso, di ogni matrice, pericolosamente disgregativi del patto di civile convivenza fra tutti i cittadini, uguali e portatori degli stessi diritti e doveri di fronte alle Istituzioni.
In tale scenario, la cultura laica è chiamata con forza a ridestarsi dal torpore, troppo a lungo assaporato, in cui l'aveva fatta cadere l’illusione che certe conquiste fossero state acquisite una volta per tutte, almeno nell'Occidente liberale.
"Dobbiamo o no fare una Costituzione democratica, che abbia alla sua base i diritti di libertà? Tra questi c'è il diritto di eguaglianza di tutti i cittadini, la libertà di religione, la libertà di coscienza".
Piero Calamandrei (1947)
In breve
La giustizia non può funzionare se il rapporto tra i cittadini e le regole è malato, sofferto, segnato dall’incomunicabilità. La giustizia non può funzionare se i cittadini non comprendono il perché delle regole.
Il libro
Quando parliamo di giustizia non parliamo solo della sua amministrazione quotidiana, quel complesso istituzionale che coinvolge i giudici, i tribunali, le corti, gli avvocati, i pubblici ministeri, le prigioni, le persone sul cui destino tutto ciò incide il più delle volte pesantemente. Parliamo anche di un punto di riferimento ideale, dei valori di base che guidano la nostra convivenza e a cui si ispira la distribuzione di diritti e doveri, opportunità e obblighi, libertà e limiti. Se si smarrisce questo riferimento ideale, anche l’amministrazione della giustizia soffre, perché resta priva di una bussola e di una direzione.
Dopo più di trent’anni in magistratura e con all’attivo decine di inchieste giudiziarie che hanno segnato la storia italiana recente, Gherardo Colombo consegna a questo libro la sua riflessione sulla cultura della giustizia e sul senso profondo delle regole. Senza rispetto delle regole, infatti, non potremmo vivere in società. Ma senza una discussione pubblica sulle ragioni delle regole, la vita in società non potrebbe fare passi avanti, non saprebbe proiettarsi verso il futuro in modo dinamico, non riuscirebbe a immaginare nuovi diritti né a creare forme migliori di convivenza.
È per questo che la discussione sulle regole coinvolge per Colombo anche i modelli di società a cui le regole si ispirano. Modelli verticali, basati sulla gerarchia, la competizione, la centralità della pena. E modelli orizzontali, più rispettosi della persona, orientati al riconoscimento dell’altro, capaci di sperimentare soluzioni alternative alla punizione e all’esclusione. Una strada, quest’ultima, tracciata proprio sessant’anni fa dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla Costituzione italiana.
Il volume XV dei Decreti della Sacra Rota Romana relativi all'anno 1997.
Il volume offre un'illustrazione organica e completa della materia, riflettendo lo "stato attuale" del dibattito dottrinale e giurisprudenziale sui gruppi di imprese. Particolare attenzione è dedicata sia ai contenuti della disciplina sulla "Direzione e coordinamento di società", anche alla luce dei profili di diritto internazionale privato, sia al sistema di Governance e, più in generale, al diritto di organizzazione di una società e impresa di gruppo (società lucrative, società cooperative ed enti non profit). L'ultima parte approfondisce il ruolo significativo dell'autonomia privata nella disciplina dell'"attività di direzione e coordinamento".