
Perché la scienza produce conoscenza? Qual è la natura della verità scientifica? Quale può essere la portata dell'oggettività della conoscenza scientifica e quali sono i suoi precisi contesti? Che rapporti sussistono tra le conoscenze scientifiche e quelle conquistate da altri ambiti di ricerca? Il più autorevole filosofo della scienza italiano risponde a queste domande che hanno variamente animato il dibattito epistemologico, filosofico e culturale contemporaneo, offrendo una prospettiva nuova e originale in un opus magnum frutto di quasi tre decenni di ricerca. Ne scaturisce una coerente affermazione di "realismo scientifico" che va oltre la tradizionale epistemologia per recuperare la dimensione ontologica, operativa ed ermeneutica della conoscenza, delineata dal sempre più articolato patrimonio tecnico-scientifico contemporaneo.
Siamo andati sulla Luna, ma le grandi domande filosofiche dei Greci, dei medievali, dei moderni e dei contemporanei, rimangono le medesime. Siamo creature misteriose, tanto piccole e tanto grandi, in un Cosmo immenso, ma non infinito, e portiamo a spasso, sulle nostre spalle, l'oggetto più complesso dell'Universo (il cervello). Siamo corpo e anima, cervello e mente; viviamo nello spazio e nel tempo, ma siamo proiettati sempre Oltre. Perché? Cosa significa questo immenso Enigma? Le neuroscienze, il dibattito sull'Intelligenza Artificiale, la Cosmologia del Big Bang, la dinamica del nostro venire alla luce... insomma, il sapere dell'uomo di oggi può dialogare con le riflessioni dei grandi filosofi che chi ci hanno preceduto, per permetterci di capire qualcosa, come in uno specchio.
Che cosa intendiamo con religione, se l'esperienza ci mette di fronte a tante religioni che sono così diverse? La religione è qualcosa su cui si può discutere razionalmente? La credenza in Dio è vera o falsa? Se esiste Dio perché allora esiste il male? La religione offre veramente una risposta alla domanda di senso dell'uomo? Esiste una religione vera? A tali domande cerca di rispondere questo libro, a partire dalla prospettiva della filosofia della religione e confrontando la tradizione di pensiero europea e quella anglo-americana. Ciò non significa aderire a un punto di vista confessionale (che è proprio del teologo), ma semplicemente prendere sul serio il tema della religione e offrire un'informazione di base assieme a una precisa chiave teorica per la loro interpretazione. Un libro che si rivolge principalmente agli studenti, ma che può essere utile anche ai docenti e a tutti coloro che hanno un interesse intellettuale per la religione.
Dove si trova oggi il potere? Ha ancora senso cercarlo negli spazi della politica, della vita militare e del mondo imprenditoriale, cioè negli ambiti con i quali è stato tradizionalmente identificato? Il filosofo Oreste Aime esprime l'idea che il potere vada cercato nella finanza e nella tecnica e, in particolare, nel loro intreccio. Sia l'una che l'altra, infatti, condividono la tensione alla crescita senza limiti perché il denaro vuole moltiplicarsi e la tecnica espandere la sua potenza.
Fenomenologia ed ermeneutica, filosofie del senso, sono in difficoltà a trattare la questione della forza, elemento chiave emerso in particolare dalla "scuola del sospetto" (K. Marx, S. Freud, F. Nietzsche). La filosofia riflessiva di Paul Ricoeur ha tentato di farlo, anche se questo non è il motivo prevalente del suo lungo ed articolato percorso di pensiero. I saggi qui raccolti, che si collegano tra di loro sul filo di questo importante e non molto indagato rapporto, si occupano pure di alcune altre rilevanti e in qualche modo collegate questioni: il simbolo e il soggetto, il potere e il riconoscimento, il delitto e la pena. La peculiarità del pensiero di Ricoeur appare, poi, ben più delineata se colta in dialogo con quella di altri grandi filosofi e pensatori (E. Levinas, C. Taylor, R. Girard, J. Derrida). L'atto di lettura teorizzato da Ricoeur è così in grado di guidarci anche nei punti estremi e nevralgici del religioso, del tragico e dello spirito.
Il presente volume offre un'interessante analisi della morale dell'interpersonalita nel pensiero etico di Emmanuel Levinas, uno dei maggiori filosofi contemporanei. Il testo e in lingua francese. La sola evocazione del nome di Levinas suscita nel mondo contemporaneo un grande interesse. Con la sua filosofia dell'interpersonalita egli mostra che l'uomo si risveglia alla verita metafisica e morale attraverso l'incontro con l'altra persona e col suo volto, nel quale appare Dio che, con il comandamento non uccidere", lo richiama ad una responsabilita assoluta invitandolo ad un'etica dell'amore verso il prossimo. Esaminando da vicino tale pensiero, la questione che si pone il presente studio e di sapere se esso puo offrire una base adeguata all'elaborazione di una morale teologica e di una prospettiva etica dell'altro."
Il tema di questo libro è il corretto metodo per ottenere la perfezione umana, che nella concezione di Al-Fârâbi si identifica con la felicità e con la filosofia. Per lui - primo dei grandi filosofi musulmani e primo a riportare alla luce il pensiero greco nel mondo profondamente mutato delle religioni monoteiste - il raggiungimento della felicità è indissolubilmente legato a un ordine politico, a quello che Platone ha definito "regime virtuoso". Al-Fârâbi accoglie la visione gerarchica della filosofia platonica e l'ideale di un "governante supremo" che deve essere principe, imam e filosofo. Ma, nella ferrea logica che lo porta a disegnare la struttura di una società perfetta e quindi felice, si scontra con la difficoltà di conciliare l'indipendenza della ricerca filosofica con la religione rivelata, "la felicità terrena in questa vita e la felicità suprema in quella a venire". Prima parte di una trilogia che prosegue con "La filosofia di Platone" e "La filosofia di Aristotele" e che era nota col titolo "Le due filosofie", questo trattato è anche un mezzo per comprendere meglio la filosofia della Grecia classica e il modo in cui questa ha influenzato, nel corso dei secoli, la nostra civiltà.
Per costruire una giusta integrazione nella società intra-religiosa e intra-culturale occorre rinnovare il rapporto tra religione e politica, dunque il concetto di laicità.
L'autore
Vittorio V. Alberti, docente di Filosofia presso la Pontificia Università Lateranense, giornalista, officiale del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, collabora con il Cortile dei Gentili, con l'Istituto L. Sturzo e con La Civiltà Cattolica, è direttore della rivista on-line Sintesi Dialettica.