
Il 2 gennaio del 1670 Guillaume Desprez dà alle stampe, a Parigi, "Pensieri" del Signor Pascal sulla religione e su altri argomenti. Sono passati otto anni dalla morte del grande filosofo e l'opera intende essere una monumentale difesa del cristianesimo dai suoi nemici principali, ovvero gli atei, gli ebrei, i musulmani e i libertini, che facevano parte di quella frangia di intellettuali che sognavano un pensiero totalmente scevro dalla fede e una visione critica della religione. L'opera, incompiuta e frammentata, è stata riordinata con un chiaro criterio filologico. Questo volume, contenente anche altri manoscritti del celebre pensatore francese, rappresenta una lettura fondamentale non solo per tutti coloro che si avvicinano allo studio della filosofia, ma anche per i cultori della teologia, della retorica e della letteratura in generale.
Cuore e ragione in Pascal sono indissolubilmente legati come esprit de finisse ed esprit de Gèometrie: nella loro unità costituiscono la facoltà conoscitiva, del vero e del bene, propriamente umana. I testi qui tradotti insieme all'opuscolo incompiuto De l'esperit geometrie illuminano la genesi dell'epistemologia pascaliana, fungendo da "discorso sul metodo".
A 400 anni dalla nascita di Blaise Pascal (1623-1662), questa agile selezione di brani aventi carattere aforismatico e provenienti dai suoi scritti filosofici, religiosi ed apologetici mette in evidenza come proprio oggi ci sia bisogno di Pascal per affermare il valore della ragione; per riguadagnare la dimensione del sacro; per immergerci nella "grandezza e miseria" dell'umano; per abbracciare il mistero dell'Uomo-Dio, Gesù Cristo.
Pensieri di Blaise Pascal è tra le opere filosofiche più note, lette e amate anche dai non specialisti, rappresenta il tentativo di una grande apologia della fede cristiana.
Personalità brillante, tra le più riconosciute nel Seicento, Jacqueline Pascal è «figlia e sorella esemplare, monaca per scelta» e giovane dal precoce genio poetico, come si legge in queste pagine. Sono raccolti, in ordine cronologico, i suoi scritti scelti tra i primi versi, i sonetti e una fitta corrispondenza con i membri della famiglia: il padre, la sorella Gilberte, le nipoti, e non per ultimo il fratello Blaise, del quale traccia un inedito ritratto e con cui scambia lettere che lasciano trasparire la dualità di un rapporto fatto di complicità ma anche di scelte e punti di vista differenti, capaci di generare veri e propri "uragani", per poi lasciare nuovamente spazio al sereno. Sono queste le memorie di una giovane che rinuncia alla vita mondana per indossare le vesti di suor Jacqueline de Sainte Euphémie e dedicare tutta la propria esistenza alla ricerca spirituale, al servizio a Dio, che realizza attraverso la mansione di educatrice interna al monastero. Testi dai quali non può non trasparire l'aria di fermento culturale in atto nella abbazia di Port-Royal, culla della Riforma cattolica e del giansenismo, del quale racconta la storia che si intreccia a quella di donna e monaca: alla storia di un'anima.
Un dialogo tra pensiero antico e pensiero moderno, tra Occidente e Oriente: un «alfabeto» - e non «dizionario» - filosofico, perché l'elenco dei concetti proposti non si pone come premessa per giungere a una definizione conclusiva, ma come pretesto per mantenere aperto un campo di discussione e riflessione da parte del lettore. Un elenco esemplare di alcune idee che si sono formate e consolidate nella storia del pensiero, ma che continuano a dimostrarsi talmente feconde da rimanere aperte a sempre nuove interpretazioni prodotte da un lavoro filosofico inteso come sapere critico che non ha né sede né fine.
Questo volume, che non è di metodologia o epistemologia, tenta un'interpretazione teoretica e genealogica delle pratiche disciplinari esercitate nell'ambito dei saperi dell'uomo e della società, ultimi eredi della tradizione metafisica e scientifica dell'Occidente, proponendo un esercizio di trascrizione di quelle stesse pratiche disciplinari.
Rielaborazione della tesi di laurea in filosofia del diritto del novembre 1922, condotta sotto la guida di Gioele Solari, il libro di Passerin d'Entrèves - amico di Gobetti e collaboratore della "Rivoluzione Liberale" e del "Baretti" - parte dalla critica di Hegel al formalismo dell'etica kantiana e analizza la concezione hegeliana dello Stato, avanzando sintomatiche riserve sui suoi limiti e indagandone i legami con il protestantesimo. L'appendice contiene una informata rassegna su "L'influenza della concezione hegeliana della libertà sul pensiero rivoluzionario di Marx, Engels e Lassalle". Nel tempo del fascismo al potere e del tramonto delle libertà, Solari sottolineava nella prefazione l'interesse della ricerca dell'allievo: "Oggi, come ai tempi di Hegel, la questione della libertà, del modo di intenderla, di attuarla negli ordinamenti politici è ritornata viva e attuale".
«Questo foglio, questa penna, questa stanza, questi colori, suoni e sfumature e ombre delle cose e dell'animo sono eterni». Questa affermazione del filosofo Emanuele Severino si fonda sulla pura ragione, libera dall'ottundimento nichilistico in cui versa l'Occidente. Il tentativo di questo libro è di illustrare quanto possa essere affascinante pensare ciò che nessuno mai oserebbe pensare, e cioè che ciascuna cosa è connessa a tutte le altre, e che proprio grazie a tale intreccio è possibile trovare un nuovo significato del tempo e dell'eternità. È appunto in questa tesi dell'eternità di tutte le cose, dell'impossibilità di ogni cosa di venire dal nulla e finire nel nulla - perché semplicemente il nulla non è - il fascino inconfondibile dell'opera di Severino. Questo libro cerca di restituirlo, pur tenendo vivo il vaglio critico che temi di così alta levatura filosofica, e di grande bellezza, necessariamente richiedono.
L'edizione italiana dei classici scritti di Jean Paul, la cui eco tra ’800 e ’900 è stata enorme, sia in campo letterario che filosofico e teologico: Lamentazione di Sheakespeare morto... in cui si proclama che non vi è Dio alcuno, il Discorso del Cristo morto…, Il sogno nel sogno. - In essi è contenuta la prima angosciante testimonianza – Dio è morto ed assente – che annuncia il nichilismo come anima profonda della modernità. - Rileggere oggi questi testi aiuta non solo a capire la situazione spirituale del nostro tempo, ma a sorprendere in quel primo annuncio i bagliori di una nuova esperienza religiosa. - Adriano Fabris, nella ampia Postfazione, ricostruisce il contesto in cui apparvero questi scritti, illustrandone le caratteristiche filosofiche e letterarie.