
La Retorica è la prima sistematizzazione filosofica dell'arte della persuasione, una pratica fondamentale nel mondo greco, riflesso diretto delle vicende della vita politica e dell'importanza del discorso pubblico come principale strumento di espressione della democrazia. Aristotele attribuisce per la prima volta alla retorica uno statuto teorico e dei principi propri, inserendola nella sua classificazione dei saperi, mostrandone la stretta connessione e, al tempo stesso, l'autonomia rispetto alla logica, l'etica e la politica. Questa nuova traduzione italiana con testo a fronte, curata da Cristina Viano, è la prima a essere basata sull'edizione di Kassel, la più recente e la migliore. Essa cerca di restare quanto più vicina al testo greco, al fine di riprodurre il più fedelmente possibile lo stile compatto e talvolta ellittico della prosa aristotelica. Le note hanno il compito di mostrare l'articolazione degli argomenti, chiarire i punti più difficili e soprattutto approfondire i rinvii sintetici alle altre dottrine del corpus aristotelico. L'introduzione offre una sintesi della storia, la struttura, i contenuti e la fortuna della Retorica.
Lo studio dell'essere in quanto tale e delle sue categorie fondamentali in uno dei passi più celebri della "Metafisica" di Aristotele.
"Poiché non esiste città che non sia una comunità e non c'è comunità che non sussista in vista di un certo bene, è indubbio che tutte vanno in cerca di un qualche bene, ma soprattutto lo perseguirà la comunità che, per essere sovrana fra tutte e comprensiva di tutte, cercherà il bene che sovrasta tutti gli altri. Si tratta di quella che noi chiamiamo città o comunità politica." Le prime righe della "Politica" di Aristotele testimoniano del suo tentativo di fondare l'analisi politica sui valori etici. Tutto il libro è, in effetti, una riflessione attenta sulle forme di governo della Grecia classica. "Aristotele pensa alla democrazia" sostiene Richard Kraut, "come a un sistema che miri alla libertà, e non solamente all'uguaglianza", e un aspetto della libertà della quale i democratici devono tener conto consiste nell'equa suddivisione del potere ("vale a dire: governare ed essere governati a propria volta"). Ma un altro aspetto è per Aristotele ancora più interessante: la libertà di vivere la propria vita così come uno la sceglie. Introduzioni di Luciano Canfora e Richard Kraut. Commento di Trevor J. Saunders e Richard Robinson.
Le opere fondamentali del pensiero filosofico di tutti i tempi. In edizione economica, con testo a fronte e nuovi apparati didattici, le traduzioni che hanno definito il linguaggio filosofico italiano del Novecento.
Il testo originale del "Peri phyton" è perduto, e il trattato che leggiamo in greco, edito per la prima volta nei "Geoponica" (1539), e incluso in tutte le edizioni del "Corpus Aristotelicum", a partire dalla seconda edizione di Basilea (1539), è la retroversione greca (anonima) condotta sulla traduzione latina, condotta a sua volta su una traduzione araba di una traduzione siriaca. Il Medioevo latino attribuisce quasi unanimemente il trattato ad Aristotele. Il trattato ha un carattere peculiare nell'ambito della botanica antica, in quanto affronta temi discussi principalmente in ambito biologico e filosofico: se la pianta sia un essere vivente, quale tipo di "anima" abbia, se sia capace di percepire, se i sessi siano in essa distinti, e in genere quali caratteristiche tipiche della fisiologia animale sia possibile riconoscere anche nella pianta. Esso ha costituito nel Medioevo e nel Rinascimento una delle fonti antiche più lette, come dimostrano, tra gli altri, il "De vegetabilibus" di Alberto Magno, e il commento della retroversione greca da parte di Giulio Cesare Scaligero. Il testo greco stampato a fronte della traduzione è (tranne in alcuni punti, segnalati e discussi nelle note) quello dell'edizione del 1989, curata da H. J. Drossaart Lulofs (editore delle versioni orientali) e E. L. J. Poortman (editore della versione latina e greca).
Il volume raccoglie, con il testo greco originale a fronte, la traduzione curata da Mario Vegetti e Diego Lanza. Si tratta dei cinque scritti zoologici ("Ricerche sugli animali", "Le parti degli animali", "La locomozione degli animali", "La riproduzione degli animali" e "Il moto degli animali") e delle sette brevi opere di psicologia e fisiologia, i cosiddetti "Parva Naturalia" ("La percezione e i percepibili", "La memoria e il richiamo alla memoria", "Il sonno e la veglia", "I sogni", "La premonizione nel sonno", "La lunghezza e la brevità della vita" e "La respirazione").
Il "De generatione et corruptione", opera poco conosciuta e sottovalutata, svolge un ruolo importante nelle riflessioni fisiche di Aristotele. Lo Stagirita affronta e risolve le questioni concernenti i quattro tipi di mutamento, distinti secondo la categoria di riferimento: la generazione e corruzione secondo la sostanza, l'aumento-diminuzione secondo la quantità, l'alterazione secondo la qualità, la traslazione secondo il luogo. L'articolazione di tali temi si sviluppa in un ricco confronto con i filosofi del tempo, con la ripresa della centrale tematica delle cause fisiche e con espliciti riferimenti al Motore immobile trattato nella Metafisica. L'ampia introduzione di Maurizio Migliori, che affronta le questioni di fondo proposte in questo testo, è completata da un saggio bibliografico di Lucia Palpacelli che espone criticamente tutti gli studi apparsi nell'ultimo trentennio. La traduzione e il commentario di Migliori sono stati rivisti e arricchiti sulla base di un analogo aggiornamento bibliografico. Il lettore ha così a disposizione un testo completo, presentato in un'ottica unitaria e sorretto da una lettura critica aggiornata.
Scritte nel IV secolo a.C., "Retorica e poetica" - le opere che Aristotele ha dedicato all'argomentazione persuasiva e ai criteri sottesi alla produzione poetica - sono due dei trattati filosofici che hanno influenzato maggiormente la cultura occidentale. Tradizionalmente esclusi dall'"Organon" - l'insieme degli scritti logici di Aristotele - ma considerati come sue importanti appendici già da molti commentatori antichi e medioevali (da Al-Ghazali a Tommaso d'Aquino, passando per Alberto Magno e Ruggero Bacone), i due testi sono stati oggetto di rinnovata attenzione negli ultimi decenni, nel momento in cui le più acute intuizioni di Aristotele sono state, di volta in volta, applicate all'analisi della comunicazione di massa, alla retorica politica, alla teoria del romanzo, oltre che allo studio di gran parte dei nuovi linguaggi artistici e comunicativi, come quelli adottati dal cinema e dai media. Centrale, in entrambe le opere, è l'analisi delle passioni: ira e paura, audacia e benevolenza, vergogna e compassione sono fondamentali sia in quella "scienza del verosimile" teorizzata - attraverso i concetti di "mimesi" e "catarsi" - nei più noti passaggi della "Poetica", sia nell'"arte della persuasione" insegnata dalla "Retorica".
Nelle poche e intense pagine del suo ultimo libro, il grande filosofo australiano David M. Armstrong, scomparso nel 2014, ci introduce nei segreti della metafisica contemporanea. Stati di cose, proprietà, leggi di natura, verità e fatti negativi, possibilità e necessità, classi, mente e tempo: tutti i principali temi di cui oggi si discute in metafisica sono trattati con la chiarezza e l'illuminante semplicità che erano caratteristiche dell'autore. Una vera e propria "metafisica sistematica", una delle poche oggi in circolazione, che in questa edizione italiana è tradotta e introdotta da Franca D'Agostini.
Se con "immediatezza" la tradizione filosofica ha indicato qualcosa di semplice, che non richiede alcuna ulteriore fondazione, il pensiero dialettico ha rotto e rifiutato una tale semplicità ed autoevidenza, giungendo a mediare ciò che si pretendeva immediato. Attraverso un costante riferimento alla storia del concetto, Arndt affronta teoreticamente questo nodo concettuale. Nello sfaccettato panorama della filosofia classica tedesca, la critica hegeliana all'immediatezza rappresenta una svolta, che però - ad eccezione di Marx, il quale la accetta non senza una significativa variazione - sarà rifiutata da quasi tutti i successori di Hegel, le cui posizioni appaiono accomunate dal tentativo di riabilitare l'immediatezza. Attraverso rapide incursioni nella filosofia contemporanea, Arndt intende mostrare l'attualità della critica di Hegel e Marx all'immediatezza, centro di quel pensiero dialettico di cui, da più parti e forse troppo frettolosamente, si è annunciata la morte.