
Che cos'è l'uomo? Come parlargli? Confusi dal mondo delle apparenze, abbiamo smarrito il senso dell'esistenza e la scintilla divina che vive nel nostro corpo mortale. Lontani dall'amore di Dio, incapaci di concepire la gratuità, diventiamo spietati calcolatori. L'uomo moderno, che vuole sfuggire alla morte e superare i propri limiti, vive nell'illusione e nell'idolatria: al posto di Dio ha messo miti vuoti come la rivolta, il progresso e l'abolizione delle differenze. Il sociale si è sostituito alla carità, l'istruzione alla saggezza, l'ideologia al pensiero, la moda ai costumi, la propaganda all'informazione.
Non esiste libertà senza ordine. Questo libro presenta, attraverso una rassegna di articoli e aforismi, il pensiero di Gustave Thibon, definito "filosofo-contadino". SI tratta di testi pensati e scritti per il grande pubblico che traggono ispirazione da fatti di attualità o da conversazioni di vita quotidiana e che evidenziano la necessità di rimettere al centro di tutto Dio e un ordine del Creato autenticamente vivo, principi messi in crisi dall'odio rivoluzionario. Solo così l'umanità dispersa e smarrita potrà recuperare il senso autentico della libertà, dell'individuo e della società.
Da sempre il compito della filosofia è guidare l'uomo alla comprensione di se stesso e dal mondo: è una forma di ricerca della felicità, necessaria oggi più che mai. Questo volume ripercorre il cammino verso la felicità tracciato da dieci tra più grandi filosofi della storia - da Platone a Cartesio. da Seneca a Kant e Nietzsche raccontandone la vita, le opere e il pensiero attraverso pagine a fumetti divertenti e semplici, adatte a ogni tipo di pubblico. Un approccio sorridente e leggero ai grandi temi della filosofia,senza mai perdere di vista il suo fine ultimo: accompagnare ciascuno nel proprio viaggio verso la felicità.
Rousseau sosteneva che una donna sensibile conosce l'amore meglio di tutti i filosofi con i loro trattati rivolti all'analisi dei sentimenti. Con questo libro Gilles Tiberghien si propone di restituire all'esperienza amorosa una pluralità di significati nei quali tutti possano riconoscersi. Scritto nella forma di uno scambio epistolare, "Una storia senza fine" dà conto di tali differenze, assegnando ai quattro protagonisti, due uomini e due donne, l'espressione di un modo fondamentale di vivere il sentimento. Sviluppato nell'arco di quattro stagioni legate alle diverse tappe dell'amore, l'attesa, l'incontro, la fusione erotica, la gelosia, il distacco, la ripresa, la promessa d'eternità, questo saggio "romanzesco" trova ispirazione non solo nel pensiero dei grandi filosofi, ma anche in quei perfetti esploratori della vita amorosa che sono i romanzieri e i poeti.
C'è stato chi, nella storia del pensiero occidentale, ha sostenuto che il suicidio sia uno degli atti che in assoluto richiedono più coraggio. Secondo altri, invece, la scelta più coraggiosa che si possa fare è proprio quella di vivere, di rimanere nonostante tutto a occupare il proprio posto nel mondo, di scegliere di esistere. È a questo coraggio che dedica la sua riflessione Paul Tillich. Cosciente che si può definire il coraggio solo opponendolo alla paura, il teologo tedesco passa in rassegna la galleria di nature morte che sono le paure più profonde dell'uomo in quanto uomo. Il terrore della morte e della sofferenza, innanzitutto, la paura di essere esposti alla crudeltà del fato, ma anche l'angoscia che tutto sia senza senso e la nostra vita priva di significato e i profondi sensi di colpa per il male che noi stessi prima o poi ci troviamo a fare agli altri. Nel corso della sua storia l'uomo ha inventato dei modi per confinare queste paure ancestrali negli angoli più remoti della mente, in quell'abisso dove secondo Nietzsche non si guarda mai perché, altrimenti, "anche l'abisso vorrà guardare dentro di te". Ha inventato delle maschere che assomigliano al coraggio e spesso riescono a sostituirlo, facendoci dimenticare ciò di cui abbiamo paura, ma non lo sono davvero. E cos'è, allora, il coraggio? E da qui, dopo aver fatto cadere una a una tutte le maschere dietro le quali ci nascondiamo, che Paul Tillich muove la parte decisiva della sua indagine, quasi un giallo esistenziale.
Scrivere Kirche und Kultur è per Tillich tutt'altro che un esercizio di delimitazione di campi opposti o contigui. In gioco vi è molto di più: il superamento del dualismo tra sacro e profano che sembra bloccare ogni possibilità di dialogo e di integrazione. Tanto più affascinante è la via scelta dall'autore, il quale, senza negare l'esistenza di sacro e di profano, traccia un percorso di (ri)fondazione di una filosofia della cultura adeguata alla temperie teologica del ventesimo secolo. L'oggettivazione di ciò che è per natura paradossale ma che come paradosso, appunto, non può essere affrontato in termini tecnicamente filosofici: questo è il rischio che secondo Tillich occorre prendersi affinché "ovunque l'incondizionatezza del divino faccia breccia".
Tilliette scrive queste pagine - inedite e per la prima volta tradotte - per un corso in Gregoriana del 1981-1982. Un libro che introduce il pensiero di Levinas ricostruendone per temi i principali snodi concettuali, supportando le argomentazioni con numerose citazioni bibliografiche e l'indicazione di debiti o nessi con altri pensatori. Oggetto e suo interprete si stringono in una particolare affinità, che restituisce il vigore e la finezza della parola di Tilliette. Il testo si chiude sul tema della Morte, a sigillo di un dialogo inesauribile.
Questa biografia di Schelling offre al lettore (con una semplicità che è il risultato di una lunga ed empatica frequentazione) la "narrazione" della vita del filosofo, scrutata nelle grandi come nelle piccole cose, dai trionfi accademici fino ai più minuti particolari dell'esistenza quotidiana, con dovizia di riferimenti e di notizie che tuttavia mai appesantiscono la scrittura e che anzi, per più versi, la rendono ancor più piacevole e accattivante. Naturalmente non manca il contesto filosofico, ma è presentato quanto basta per inquadrare ulteriormente la vita e la psicologia dell'uomo Schelling, nelle sue grandezze e nelle sue debolezze, nelle sue virtù e nei suoi difetti, e soprattutto nei suoi affetti, così essenziali per comprenderne la personalità. In questo libro, dunque, dopo averci in tanti altri luoghi condotto alla conoscenza del filosofo, Tilliette ci guida alla conoscenza dell'uomo Schelling. Introduzione di Giuseppe Riconda.