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<tr><td align="right">Date:</td><td>Thursday, February 17, 2022 at 1:08:20 AM</td></tr>
<tr><td align="right">Script:</td><td><a href="/demo/obtain_abstract.php?codice=978889212003">/demo/obtain_abstract.php?codice=978889212003</a></td></tr> </table>
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<tr><td bgcolor='#eeeeec' align='center'>3</td><td bgcolor='#eeeeec' align='center'>21.0673</td><td bgcolor='#eeeeec' align='right'>335040</td><td bgcolor='#eeeeec'>Database->oops( )</td><td title='C:\wamp64\www\demo\used_book\classes\db\Database.singleton2.php' bgcolor='#eeeeec'>...\Database.singleton2.php<b>:</b>87</td></tr>
<tr><td bgcolor='#eeeeec' align='center'>4</td><td bgcolor='#eeeeec' align='center'>21.0673</td><td bgcolor='#eeeeec' align='right'>335088</td><td bgcolor='#eeeeec'><a href='http://www.php.net/function.mysqli-error' target='_new'>mysqli_error</a>
( )</td><td title='C:\wamp64\www\demo\used_book\classes\db\Database.singleton2.php' bgcolor='#eeeeec'>...\Database.singleton2.php<b>:</b>264</td></tr>
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<table align="center" border="1" cellspacing="0" style="background:white;color:black;width:80%;">
<tr><th colspan=2>Database Error</th></tr>
<tr><td align="right" valign="top">Message:</td><td><b>WARNING:</b> No link_id found. Likely not be connected to database.<br />Could not open database: <b>libreriacoletti</b>.</td></tr>
<tr><td align="right">Date:</td><td>Thursday, February 17, 2022 at 1:08:20 AM</td></tr>
<tr><td align="right">Script:</td><td><a href="/demo/obtain_abstract.php?codice=978889212003">/demo/obtain_abstract.php?codice=978889212003</a></td></tr> </table>
L'analisi dei tratti rivelatori della lesività dell'atto amministrativo riflette un bisogno di tutela, individuale e collettiva, poiché proprio l'identificazione dell'atto lesivo contribuisce a preservare, dalle conseguenze del potere, il bene giuridico alterato dall'atto stesso. La tipizzazione dell'effetto lesivo, pertanto, è volta ad agevolare la reazione dell'ordinamento rispetto al disvalore inveratosi, la stessa atteggiandosi a precipitato di un rapporto amministrazione/cittadino ispirato all'idea di protezione della sfera giuridica del destinatario, quindi, dei suoi beni e delle sue pretese. Il perseguimento di detta aspirazione, però, non è reso agevole da un ordinamento che, nell'astenersi dal definire l'atto amministrativo, non prevede quale atto sia lesivo, rendendo, così, sempre più atipica la scelta amministrativa limitativa, la quale, in quanto priva di un chiaro dato normativo, opera nell'incertezza e nella mutevolezza della prassi. Del resto, l'uso confuso dei termini atto e provvedimento non solo non risolve quanto, invero, acuisce i dubbi e le aporie, rendendo incerto il perimetro dell'oppugnabilità e vulnerando, quindi, il diritto di difesa. L'ordinamento, infatti, non esclude che l'atto lesivo possa non coincidere con il provvedimento, rendendo così la lesività un tratto possibile non solo dell'atto finale, quanto, altresì, dell'atto endoprocedimentale. Di qui, una condizione di generale incertezza, che mal si concilia con una ordinata idea del diritto fondata sul paradigma norma-potere-effetto, laddove la lesività si rivela un posterius, a sua volta, conseguenza di un agire non solo antigiuridico, posta la sua contrarietà alla norma, quanto ingiusto, se per ingiustizia si intende la lesione di un interesse giuridicamente rilevante. Tuttavia, ciò non può né deve indurre a dequotare l'apporto dell'interprete, in quanto si è consapevoli del salvifico ausilio che l'ermeneuta deve assicurare all'applicazione della norma, nel segno, però, di una volontà che solo il legislatore può e deve esprimere onde scongiurare le conseguenze dell'arbitrio. La conoscibilità dell'atto impugnabile risponde, così, ad un'esigenza di certezza, che si fonda proprio sulla conoscibilità del disvalore e sulla prevedibilità delle conseguenze, in seno ad un ordinamento che, se privo di razionalità giuridica, favorendo perplessità ed incertezze, nega giustizia. La tutela diventa, così, corollario del potere, in ragione di una conseguenza lesiva che, determinando la reazione dell'ordinamento, conferisce al destinatario dell'effetto giuridico la pretesa alla salvaguardia della situazione lesa, contrapponendo alla lesività la protezione della sfera soggettiva, alla negazione del valore la sua affermazione. La lesività, pertanto, postulando la contraddittorietà al diritto dell'effetto che la genera, diventa fonte di reazione dell'ordinamento. Sicché, indagare la lesività nei suoi tratti ontologici rende vieppiù attuale l'esigenza di tutelare il diritto nel processo, in un'epoca, come quella in atto, nella quale "il processo non ci appare più in funzione del diritto, ma il diritto in funzione del processo".
«Riccardo Orestano è stato un grande Uomo, Giurista, Maestro ed è pertanto un onore ed un privilegio poter accompagnare, con queste poche righe, la ristampa della seconda edizione, edita nel 1963, dell'Introduzione allo studio storico del diritto romano, pubblicata per la prima volta nel 1953 nel catalogo della Giappichelli Editore. Un'opera sulla quale si sono formate per oltre mezzo secolo intere generazioni di studiosi e di studenti. La legittimazione in tal senso mi deriva non tanto dall'essere il curatore della Collana, nella quale il volume ricompare, quanto dall'essere "l'ultimo (?) non ultimo dei miei allievi", così come Riccardo Orestano mi scrisse, 1'8 febbraio del 1983, in un'affettuosa dedica del Suo volume su Azione, diritti soggettivi, persone giuridiche, che serbo tra gli oggetti e i ricordi più cari. Nelle pagine che seguono la figura scientifica e l'importanza dell'opera di Riccardo Orestano viene illustrata da Massimo Brutti, che sulla cattedra romana della Sapienza ne fu l'immediato successore; così che il mio ricordo, affidato a queste poche notazioni che intendono avere solo il senso di una mera testimonianza, doverosamente si limita a rivedere a ritroso nel tempo e nella memoria, per trasmetterla alle generazioni future, la Sua figura di Professore, avendolo frequentato dai banchi della "Sapienza", all'epoca unica facoltà romana di giurisprudenza, dal 1978-1979, Suo ultimo anno di insegnamento del Diritto romano, fino alla Sua scomparsa. Noi studenti eravamo affascinati e quasi incantati sia dalla Sua straordinaria capacità didattica, nella quale la profondità di pensiero era tutt'uno con l'estrema chiarezza nel linguaggio; sia dal tratto gentile ed amabile, che da gentiluomo siciliano, pur nella fermezza del carattere, ne accompagnava sempre i modi ed il comportamento; sia dalla Sua particolare disponibilità ed empatia, che Gli consentiva di relazionarsi facilmente con il Suo interlocutore, chiunque egli fosse. Finita la lezione, Orestano saliva dall'aula terza della Facoltà di Giurisprudenza al piano dove all'epoca era situato l'Istituto di Diritto romano e di diritti dell'oriente mediterraneo e lì riceveva studenti e laureandi. Sempre pronto al colloquio con i Suoi interlocutori, ed affabile nella conversazione, si intratteneva nella discussione senza mai dare l'impressione di avere fretta o di essere infastidito dalla presenza o dalle insistenti richieste degli studenti o dei laureandi con i quali non interrompeva mai l'incontro fino a quando non era convinto che il Suo interlocutore fosse pienamente appagato nelle proprie richieste...» (Dalla Premessa di Enrico Gabrielli)
A poco più di cinquant'anni dalla direttiva 68/151/CEE , l'interesse per lo studio della disciplina della costituzione di società di capitali ha ricevuto nuova linfa dall'ambizioso progetto (c.d. Company Law Package) con il quale il legislatore dell'Unione europea è tornato ad occuparsi del tema, ponendosi nel solco dei molteplici interventi di semplificazione e di digitalizzazione del diritto dell'impresa. Il progetto, nella parte che qui più interessa, è sfociato nell'adozione della direttiva (UE) 2019/1151 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, recante modifica della direttiva (UE) 2017/1132 per quanto concerne l'uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario. Nella relazione che accompagna la relativa proposta - preceduta dalla comunicazione della Commissione del 6 maggio 2015 , dalla risoluzione del Parlamento europeo del 16 maggio 2017 sul piano d'azione UE per l'eGovernment 2016-2020 , da due ampi studi sull'impatto dell'utilizzo di strumenti digitali nel diritto societario e da un report sulla digitalizzazione dell'ICLEG - si legge che «facilitando l'interazione digitale con le autorità degli Stati membri, la proposta dovrebbe apportare notevoli vantaggi alle imprese in termini di semplificazione». Ed infatti, il leitmotiv della direttiva (UE) 2019/1151 può senz'altro individuarsi nello sviluppo e nella promozione di misure di completa digitalizzazione delle procedure inerenti all'esercizio di attività imprenditoriali, soprattutto di piccole e medie dimensioni, già nella fase del loro avvio (costituzione). Queste misure sono in grado - secondo il legislatore della UE - di facilitare la costituzione delle società di capitali e la registrazione delle loro succursali, riducendo i costi, le tempistiche e gli oneri amministrativi connessi a tali processi, i quali derivano anche da «disposizioni che rendono più lungo il completamento dell'intero processo, in particolare quando è richiesta la presenza fisica del richiedente.
Questo volume sulla resilienza raccoglie i contributi di esperti di diversa formazione, le cui ricerche si sono focalizzate sulle risposte adattive allo stress. Ciascuna delle cinque sezioni del libro esamina i concetti rilevanti, passando dai fattori che promuovono la resilienza ai sistemi sociali nei quali questa è utilizzata e dalle specifiche applicazioni del concetto di resilienza agli interventi mirati ad aumentarne gli effetti. Questo libro è un indispensabile strumento di lavoro per i ricercatori e per i clinici interessati alla resilienza nel corso della vita.
Le rilevanti riforme, che hanno interessato la giustizia civile e che, apportate con il D.Lgs. 10 ottobre 2022 n. 149, sono divenute applicabili nei procedimenti introdotti dopo il 28 febbraio 2023, sono al centro di questa nuova edizione. Come è noto, con il D.Lgs. 149/2022 è stata data attuazione alla legge delega contenuta nella L. 26 novembre 2021 n. 206, la quale aveva delegato il Governo, sulla base di specifici principi e criteri direttivi, a procedere a «novelle al codice di procedura civile e alle leggi processuali speciali, in funzione di obiettivi di semplificazione, speditezza e razionalizzazione del processo civile» (art. 1, 1° comma, L. 206/2021). È anche noto che, nel perseguimento di questi obiettivi, il D.Lgs. 149/2022 non si è limitato a un generale riassetto del nostro codice di procedura civile in vigore da più di ottant’anni, ma ha proceduto anche a innovazioni normative particolarmente rilevanti e significative dal punto di vista sistematico. Tenendo conto anche di questo, nella nuova edizione si è provveduto alla revisione e alla riorganizzazione di alcune sue parti, pure non direttamente interessate dalla riforma, al fine di coordinarle e armonizzarle con le sopraggiunte novità normative. Nel fare questo si è cercato di dar conto anche della disciplina processuale previgente, in considerazione del fatto che – come detto – la nuova disciplina, salva espressa previsione contraria, si applica ai procedimenti introdotti dopo il 28 febbraio 2023, mentre ai procedimenti pendenti a quella data continua ad applicarsi la previgente disciplina. Infine, si è provveduto a recepire nel testo anche le ulteriori modifiche che alcune delle nuove disposizioni introdotte con il D.Lgs. 149/2022 hanno già subito dapprima con il D.L. 24 febbraio 2023 n. 13 (convertito dalla L. 21 aprile 2023 n. 41) e poi con il D.L. 10 agosto 2023 n. 105 (convertito dalla L. 9 ottobre 2023 n. 137) e le novità derivanti dal D.Lgs. 31 marzo 2023 n. 36 (codice dei contratti pubblici), dal D.M. 24 ottobre 2023 n. 150 relativo al registro degli organismi di mediazione e all’elenco degli enti formatori e dal D.M. 29 dicembre 2023 n. 217 in materia di processo telematico
Le tecniche di diffusione, le modalità di fruizione, la tipologia stessa di utenti dei servizi di comunicazione e informazione sono oggetto di una metamorfosi rapidissima e radicale. Il fenomeno è indubbiamente legato ad un cambiamento culturale concernente la modalità di ottenere e diffondere informazioni e dati che, da utenti di ogni età e in modo crescente, vengono oggi ricercati e reperiti sul web, un immenso archivio a cui è possibile accedere attraverso qualunque dispositivo elettronico personale, in modo gratuito, ricevendo e fornendo risposte rapide e aggiornate in tempo reale. Tutti i cambiamenti, insieme a nuove opportunità, portano con sé anche nuovi problemi. La realtà online (così come quella offline, del resto) è una dimensione in cui le luci si alternano spesso alle ombre. L'uso sempre più intenso del web, che sta progressivamente surrogando la stampa e i canali informativi tradizionali, accende infatti i riflettori sul tema della "disintermediazione" dell'informazione, ossia sulla possibilità offerta agli utenti Internet di accedere velocemente, con pochi passaggi e senza costi specifici, a fonti di informazione online, non sempre verificate e qualificate, di condividerne i contenuti mediante le reti sociali e anche di creare nuovi contenuti informativi (user generated content) da immettere nel circuito del web. Il meccanismo della disintermediazione taglia fuori l'informazione professionale, assicurata da giornalisti e comunicatori, e favorisce la diffusione rapida di notizie non verificate, parziali e spesso false (fake news) che, grazie alla capacità di condivisione offerta dalle "nuove" reti sociali, diventano immediatamente virali. Vere e proprie campagne di disinformazione sono costantemente realizzate da attori politici, soggetti istituzionali e potenze straniere, con l'intento di condizionare e alterare il dibattito pubblico, soprattutto nella fase pre-elettorale.
L'insegnamento del marketing nelle università italiane ha compiuto notevoli progressi negli ultimi anni. In parallelo, il grande impulso culturale offerto dalla ricerca scientifica, vivace e copiosa, ha reso sempre più manifestamente obsoleti gli approcci classici alla didattica della disciplina. Questo manuale intende rispondere alla diffusa domanda d'innovazione negli schemi descrittivi e normativi del marketing management, fornendo uno strumento didattico agevole, aggiornato e attento alle realtà imprenditoriali nelle quali gli studenti italiani andranno presumibilmente a operare. L'impianto teorico del testo si incentra sul concetto di proposta di valore, perno dell'architettura di relazioni che l'impresa deve progettare e governare nel sistema di scambio di riferimento, e da cui scaturisce la sua competitività. La trattazione, articolata in sette parti, affronta pertanto la disciplina del management orientato al mercato, descrivendone complessità e dinamicità e presentando in modo innovativo le logiche e gli strumenti manageriali a disposizione delle imprese. Arricchito dall'analisi di diversi case study e da numerosissimi riferimenti a esperienze di impresa, il volume è inoltre integrato da un sito web (www.hoeplieditore.it/marketing) di ausilio per l'attività didattica con risorse e materiali online a supporto del docente e degli studenti. Il manuale è scaricabile anche in versione digitale, da leggere, sottolineare e annotare su tablet e su computer.
L’Opera è un classico della materia, che si è sempre qualificata per chiarezza e sinteticità, completezza ed autorevolezza.
La struttura del manuale resta pienamente attuale perché immutata è la forza e la capacità dei fondare lo studio del diritto pubblico che caratterizza l'impianto della Costituzione del 1948.
Sono stati ridotti i riferimenti giurisprudenziali e alle questioni dottrinali ormai superate; sono state riviste le parti che hanno subito maggiori modifiche sul piano legislativo (ed in particolare quelle derivanti dalle importanti leggi di revisione costituzionale approvate nel corso delle ultime legislature); sono state inserite in Appendice, oltre al testo aggiornato della Costituzione, alcune tabelle riassuntive delle vicende degli organi costituzionali ed una nota per la guida alla ricerca bibliografica.
A partire dalla crisi iniziata nel 2008, si è andato profilando uno scenario economico sempre più complesso, che ha fatto sorgere molti interrogativi e problemi per il mondo delle imprese. Se si riflette sulla concorrenza crescente di tipo planetario, sull’impellenza del progresso tecnologico (Industria 4.0), sulla stagnazione della domanda interna e sulla graduale compressione dei margini sul venduto, si ha chiara l’idea della difficoltà di una gestione da impostare e condurre in modo molto diverso rispetto a quella tipica di un passato di stabilità e di sviluppo.
In un quadro del genere emerge l’esigenza di una nuova visione dell’impresa collegata ad una maggiore qualificazione dell’imprenditore, chiamato ad affrontare sfide sempre più impegnative sul piano competitivo. Il nuovo modello d’impresa richiede una forte spinta innovativa, in grado di coniugare al meglio l’efficacia delle scelte strategiche con l’efficienza dell’operatività. Questo significa potere, oggi e in futuro, contare di meno su rendite di posizione e dovere invece sviluppare doti previsionali e di governo sempre più affinate in termini gestionali.
L’esito di una sfida del genere non può che poggiare sulla qualità del “capitale umano” a tutti i livelli e, in particolare, sull’abilità a sfruttare l’economia delle relazioni (vedi alleanze strategiche aziendali) puntando sulla reputazione e sul consenso da conquistare con comportamenti imprenditoriali avanzati e, specie, moralmente qualificati.