
Gli insegnanti si confrontano continuamente con le intelligenze dei propri alunni costruendo con loro un setting educativo in grado di stimolarne lo sviluppo. In che modo le credenze che i docenti hanno sull'intelligenza influenzano le pratiche educative? Esiste una relazione - e di che tipo? - tra ciò che l'insegnante ha acquisito durante la sua formazione e le teorie implicite e pregresse? Il volume ragiona su questi interrogativi e propone ricerche e riflessioni sulla nascita e le trasformazione di queste concezioni.
L'attività osservativa, anche se metodologicamente strutturata, permette di cogliere un insieme di dati, riferiti a persone, situazioni o fenomeni che però non consentiranno di conoscere le realtà nella loro complessità e interezza. Nel testo viene dedicato ampio spazio a quegli aspetti che aiutano l'educatore ad acquisire maggior consapevolezza dell'influenza che l'osservatore ha sul campo osservato, attraverso l'approfondimento degli elementi che indirizzano e "disturbano" la suddetta attività attraverso metodologie e strumenti pratici.
Senza la musica non saremmo quello che siamo. Non è solo uno svago o un hobby da coltivare nel tempo libero: prima ancora del linguaggio, la musica e il ballo hanno rappresentato un potentissimo strumento evolutivo per la specie umana, il bisogno e la capacità - a un tempo primordiale e raffinatissima - di comunicare. Di volta in volta hanno svolto una funzione di collante sociale, veicolo di conoscenza, amore e conforto, stati d'animo, necessità di dare un senso alla propria presenza nel mondo. Un impulso ancestrale che mantiene inalterato il suo mistero, presente oggi nei cori delle manifestazioni sportive, nelle canzoni d'amore, nel blues, nella techno. Per questo motivo, durante la sua ricerca delle radici più profonde del nostro "cervello musicale", Daniel Levitin ha voluto al suo fianco i vecchi amici ed ex colleghi musicisti: Sting, Paul Simon, David Byrne e Joni Mitchell hanno prestato a questo libro la voce (e in alcuni casi anche il cervello...), impegnati in un dialogo fitto con l'autore per dare un nome alla loro indefinibile e straordinaria capacità di incantare, far piangere ed emozionare milioni di persone in tutto il mondo.
La complessa e delicata struttura sociale italiana rischia di consegnare il suo futuro ad una tiepida idea di cittadinanza, consentendo unicamente l'affermazione di un'antropologia sociale fondata sul consumo e l'assegnazione alle politiche sociali di compiti residuali di puro rimedio delle cose che non vanno o delle esigenze più grossolane.
Del paesaggio si occupano ai giorni nostri molte discipline, dalla geografia all'ecologia, dall'architettura all'antropologia. Non c'è dubbio, però, che alla sua origine quella di paesaggio sia una nozione soprattutto "estetica", come sta del resto a dimostrare anche il linguaggio quotidiano: quando sentiamo parlare di paesaggio, pensiamo subito all'aspetto di un luogo, al suo essere bello, equilibrato, armonico o, viceversa, deturpato, disomogeneo, brutto. Questa antologia ripercorre le tappe salienti della discussione sul paesaggio condotta nella filosofia del Novecento, da Simmel a Ritter, da Rilke ad Assunto. Al tempo stesso, viene offerto un ampio panorama delle teorie più recenti, da quelle che riconducono il paesaggio reale alla pittura di paesaggio a quelle che lo equiparano all'ambiente fisico-naturale, da quelle che insistono sul suo carattere culturale a quelle che lo considerano una fonte di identificazione per le popolazioni che lo abitano.
La società attuale manca di espressioni efficaci di riconoscimento e valorizzazione delle persone. Nonostante leggi e regole, di fatto siamo tutti esseri spersonalizzati, schegge di un mondo frammentato che isola, suscita sentimenti di impotenza, ci fa sentire tutti egualmente inadeguati. Attingendo anche al proprio percorso individuale di ragazzo cresciuto a Chicago in una casa d'accoglienza, Sennett affronta il tema della deprivazione e del riscatto, della diseguaglianza e delle varie istituzioni preposte al Welfare, e mostra come solo il rispetto sia in grado di restituire a ciascuno un'identità accettabile. Pur prendendo atto che le persone non sono uguali, che talune hanno più talento di altre, che talune sono più dipendenti e meritevoli di compassione, il vero rispetto - quello suscettibile di riverberarsi nella vita collettiva - consiste nell'incoraggiare ciascuno a dare il meglio di sé secondo e capacità.
I processi di globalizzazione hanno ampliato gli spazi significativi della vita individuale ed enfatizzato la "cultura del presente". In mancanza di una cultura globale, l'epoca della globalizzazione è anche l'epoca della contingenza. La contingenza sembra essere il senso e il destino del nostro tempo, l'elemento dominante e determinante della vita quotidiana, capace di modificare radicalmente la percezione della realtà e i rapporti sociali. Anche la politica si riduce a politica della contingenza rivolta a gestire gli effetti spettacolari o emozionali del quotidiano, rinunciando ai progetti di società e limitandosi a riprodurre formule politiche vuote. Ma in sé la contingenza non è politica. È il minimo di difesa dell'esistente. Oppure è manipolazione: ideologia di una cultura del presente. L'epoca della contingenza preannuncia una cultura per molti aspetti diversa nella quale l'individuo si divide tra l'umanitarismo astratto e totalitario di chi è privo di coscienza storica e l'aggressività di un egoismo avido, desideroso di riappropriarsi di una realtà complessa e di reagire al sovraccarico di stimoli del quotidiano. Il volume vuole aprire il dibattito su questa nuova cultura e metterne in luce alcuni aspetti significativi.
Il libro
La decima edizione di La scienza della personalità propone una trattazione equilibrata delle diverse prospettive teoriche in questo ambito. In particolare persegue l’obiettivo di integrare la teoria e la ricerca e di trattare ogni approccio teorico in modo obiettivo e imparziale.
Rispetto alle precedenti edizioni è stata resa più uniforme la struttura dei differenti capitoli ed è stata aggiornata e ampliata la trattazione non solo della ricerca recente ma anche delle teorie.
Gli autori
Daniel Cervone è professore di Psicologia all’University of Illinois, Chicago.
Lawrence A. Pervin è professore di Psicologia alla Rutgers University.