È una notte di primavera del 1867, a Londra. Una nebbia giallastra avvolge la città. In un vicolo buio viene uccisa una giovane donna: unico testimone, un corvo.
Il giorno dopo un ragazzo legge del crimine sul giornale e subito sente il bisogno di saperne di più. Il suo nome è Sherlock Holmes. Figlio di un intellettuale ebreo e di una nobildonna inglese, che per questo matrimonio è stata ripudiata dalla famiglia, il ragazzo è brillante, dotato di una straordinaria capacità di osservazione, ma insofferente al ruolo che la vita gli ha imposto. Sherlock si appassiona al caso e intuisce che il colpevole individuato dalla polizia è solo un capro espiatorio. Ma lui stesso viene considerato un sospetto da parte degli investigatori, che lo trovano troppe volte sulla scena del crimine.
Nella disperata ricerca di giustizia, il ragazzo prosegue la sua indagine indizio dopo indizio, finché non riesce a "vedere" il delitto con gli occhi del corvo che vi ha assistito. La soluzione del caso, però, sarà pagata a caro prezzo.
Disseminati come indizi, in quest'avventura ci sono tutti gli elementi che ci permettono di capire perché Sherlock Holmes sia diventato il più grande detective del mondo.
A un anno dalla morte del padre, Siri Hustvedt tiene un discorso commemorativo nel college dove l’amato padre ha insegnato per anni. Ha da poco iniziato a parlare, quando si accorge di tremare: il suo corpo, dal collo in giù, è attraversato da spasmi così violenti e incontrollati che riesce a stento a proseguire la lettura o solo a stare in piedi. Il suo fisico è preda delle convulsioni nonostante la mente rimanga lucida: un contrasto che non fa che aumentare il panico per la sensazione di aver perso il controllo del proprio corpo. Utilizzando il racconto autobiografico come filo conduttore (le visite da dottori, neurologi, psichiatri e psicanalisti, le cure farmacologiche, l’auto-analisi...), Siri Hustvedt s’interroga con rigore e lucidità su quale sia il rapporto che ognuno di noi ha con la sofferenza e l’angoscia, con la memoria e l’Io. È costretta a fare i conti con la «Siri che trema», con ciò che quel doppio di sé vuole comunicarle con le sue convulsioni. Deve riuscire a riconoscersi anche nell’«altra» Siri. Un viaggio tutt’altro che scontato.
Per la prima volta in traduzione italiana, un'importante raccolta di testi rivelatori del pensiero e della poetica della grande scrittrice americana: il ruolo di chi scrive, il difficile rapporto con il sé, la poetica del grottesco americano e la complessa e travagliata convivenza con la fede. Il ritratto inedito dell'autrice di una delle più importanti e originali opere nel panorama letterario americano.
Un’isola selvaggia nel sud dell’Alaska, raggiungibile solo via mare, ricoperta di foreste e di montagne scoscese. Jim decide di portare in questo angolo di mondo il figlio tredicenne, per un anno intero, e di vivere con lui in una capanna isolata. Dopo una serie di fallimenti personali, vede in questo esilio la possibilità di un nuovo inizio, e di ricostruire il rapporto con il ragazzo, che conosce così poco. Ma il rigore imposto da quel tipo di vita e le inadeguatezze del padre trasformano presto il soggiorno in un incubo, e la situazione diventa velocemente e inesorabilmente incontrollabile. La potenza della natura e le ombre della mente condurranno padre e figlio in un solco violento e imprevedibile che segnerà il loro destino. Con L’isola di Sukkwann David Vann riesce a tracciare gli esatti profili di una natura selvaggia e, insieme, le sinuose e malferme fattezze delle sirene che abitano la mente dell’uomo; e si impone, immediatamente, come uno dei più importanti e promettenti giovani autori americani.
DAVID VANN è nato ad Adak Island, Alaska. Costruisce barche e ha percorso oltre 40.000 miglia nautiche. Il suo primo romanzo, L’isola di Sukkwann, è un best seller internazionale che ha ottenuto otto premi ed è entrato nella selezione di Miglior libro dell’Anno in quaranta paesi. Tradotto in quattordici lingue, è stato selezionato sia dal “The New Yorker” Book Club sia dal “The Times” Book Club, e presto diventerà un film. Autore di altri romanzi, David Vann è professore presso l’Università di San Francisco e collabora con “The Sunday Times”, “The Observer”, “Esquire”, “Outside”, “The Atlantic Monthly”, e altre riviste. www.davidvann.com
Jonas ha trent’anni, la pelle scura, e ogni volta che gli chiedono da dove proviene risponde che è americano, suscitando perplessità, soprattutto nei suoi studenti, i bambini di una scuola per bianchi in cui insegna part-time.
Ma Jonas non accetta compromessi, lui è nato nell’Illinois e poi si è trasferito a New York, non ha mai neppure messo piede nella terra dei suoi genitori, l’Etiopia. Suo padre, Yosef, era arrivato negli anni Settanta, dopo un estenuante viaggio in nave, nascosto in una cassa per animali. Mariam, sua madre, lo aveva raggiunto tre anni dopo, rendendosi subito conto che l’uomo con cui doveva convivere non era che la flebile ombra di quello che era stato suo marito. Mariam aveva provato ad amarlo e a conoscerlo da capo, ma lui ormai era un estraneo. Un uomo che spesso parlava da solo, che prima di rientrare in casa stava seduto in macchina per qualche minuto, quasi temesse di attraversare quella soglia. Un uomo che non riusciva più a condividere il letto con lei, che di nascosto dormiva sul divano, emettendo gemiti e lamenti continui. Un uomo che aveva visto troppo e che non aveva la forza di ricominciare a essere felice.
Attraverso la storia dei suoi genitori e del loro lungo viaggio verso la salvezza, attraverso il dolore e lo sconforto, ma anche la speranza in un futuro migliore, Jonas riuscirà ad appropriarsi del suo presente, del fragile rapporto con la moglie, ad accettarsi e ad amare le proprie origini, in un paese che non sembra ancora pronto per ascoltare la sua voce.
John e Neil hanno sedici anni quando si incontrano per la prima volta. È il 1972 e il mondo sta cambiando. John è figlio della buona società di Seattle e frequenta una scuola prestigiosa, Neil è figlio di un carpentiere e studia in una scuola pubblica. Così diversi, eppure così completi nella loro salda amicizia, i due giovani finiscono per chiudersi in un rapporto esclusivo. Crescono insieme fino a quando uno dei due decide di compiere una scelta estrema. John, che dalla vita aveva avuto tutto, annoiato e disgustato dall’opulenza, dalla facilità di ottenere successo e dall’ipocrisia del mondo che lo circonda, decide di ritirarsi in un bosco, per tornare a quello stato di natura che rimane da sempre, per l’uomo occidentale, il tanto desiderato ritorno alla felicità.
Neil, abituato a dover faticare per ottenere ciò che desidera, decide invece di seguire un percorso più canonico. Si laurea, si sposa, ha dei bambini e diventa insegnante in un liceo. Un unico patto li lega, un patto di silenzio e di sangue, perché nessuno venga a sapere che tipo di esistenza conduca John. Il tempo passa e Neil si reca regolarmente in visita all’amico per verificarne le condizioni di salute, ma un anno, a causa di un imprevisto, ritarda il suo appuntamento. Quando finalmente arriverà da lui troverà ad attenderlo una sorpresa sconvolgente...
Quel mattino, Sydney non si era voltata. Al volante, gli occhi fissi davanti a sé, aveva ignorato il suo saluto. È questa l’ultima immagine che Tim Blake conserva di sua figlia, dell’ultimo giorno in cui l’ha vista.
A colazione avevano litigato, per un paio di occhiali troppo costosi su cui lui aveva insinuato qualche sospetto. Del resto, sapeva che sua figlia non era un angelo. Ma aveva pur sempre diciassette anni. La sera, Tim avrebbe cercato di fare pace, ordinando la pizza che le piaceva. Alle sette, però, non era ancora rientrata, né un’ora più tardi. Non aveva chiamato per avvisare, e non era raggiungibile al telefono. La verità è che non sarebbe mai tornata quella sera. Né quella successiva. Né quella dopo ancora.
Nessuno sa nulla. Nemmeno all’albergo dove Sydney aveva trovato lavoro per l’estate. O almeno, così lei ha fatto credere a suo padre: perché, all’albergo, nessuno sa chi sia Sydney Blake. Mentre la polizia aggiunge il caso all’infinita lista delle persone scomparse, il ritrovamento della macchina della ragazza, con evidenti tracce di sangue sulla portiera e sul volante, smentisce l’ipotesi di una semplice fuga da adolescente. Nel frattempo, il padre riceve una mail da una sconosciuta che sostiene di aver visto Sydney, ma è solo la prima di una serie di trappole e false piste che trascinano Tim in una rete di mistero sempre più intricata. In cui qualcuno cerca di incastrarlo.
All’inizio è solo un puntino sul radar della Oregon, la nave ipertecnologica capitanata da Juan Cabrillo, di ritorno da una missione top secret in Iran. Un puntino che segnala un’imbarcazione alla deriva. Eppure nessuno ha raccolto SOS. Cabrillo decide di vederci chiaro, ma nemmeno lui, che ha vissuto avventure di ogni genere, è pronto a ciò che lo aspetta. Il ponte della Golden Dawn è disseminato di cadaveri, così come la sala macchine, l’infermeria, il salone delle feste e ogni angolo dell’elegante nave da crociera. Il virus – se di virus si tratta – sembra aver colpito nel bel mezzo di una festa, visto che tutti i morti sono in eleganti abiti da sera. Chi – o che cosa – può aver causato un simile massacro?
Per Cabrillo però non c’è da risolvere solo il terrificante mistero della nave dei morti. Il figlio del suo vice Max Hanley è scomparso dopo essere stato plagiato dai responsivisti, una setta che predica la sterilizzazione dei propri membri per risolvere il problema della sovrappopolazione sulla Terra. E forse il fatto che a bordo della Golden Dawn si stesse svolgendo una loro convention non è un caso... Quello che aspetta gli eroi della Oregon, questa volta, è davvero un orrore senza fine.
Violet ha 11 anni, vive per le strade di New York, ha una madre amatissima che non può badare a lei. Il treno degli orfani sarà il suo destino. Tre donne, tre voci, tre generazioni per raccontare quel viaggio, luminoso e sofferto, che chiamiamo vita.
1951, Tokyo. Nicholai Hel si trova in prigione per aver ucciso il suo padre spirituale, un generale accusato di crimini di guerra. È disposto a tirarlo fuori di lì un agente dei servizi segreti, che ha bisogno di lui e della sua abilità per una missione segretissima. Hel naturalmente accetta, ma non sa che la sua missione è praticamente mortale: dovrebbe infatti uccidere un consigliere militare sovietico a Pechino, mettendo fine a decenni di amicizia tra Cina e Urss. A addestrare Hel nella missione mortale è la bellissima Solange, una ex prostituta francese che però, partita da semplici favori sessuali, finisce con l'innamorarsi davvero di Hel. Ma le sorprese non finiscono qui. Tra prove-trabocchetto, missioni all'ultimo respiro, tradimenti e successi, giunto al momento della resa dei conti, Hel scopre che il suo aguzzino è la persona a lui più vicina...
«Vizio di forma è il romanzo piú divertente che Pynchon abbia mai scritto. Ed è anche una folle e magistrale sintesi di tutto ciò che lo rende unico e grande».
Rolling Stone
«Immaginate il vostro romanzo preferito di Raymond Chandler riscritto come un giallo hippy. Immaginate un grande romanziere americano, uno che adesso ha settant'anni, che scrive con tutta la vivacità e l'entusiasmo di un ragazzo che ha appena scoperto le donne.
Immaginate, soprattutto, frasi e scene che sono talmente divertenti a leggerle che vorreste che Vizio di forma durasse il doppio. Vizio di forma è una straordinaria miscela di noir californiano, e una perfetta evocazione degli ultimi fuochi degli anni Sessanta».
Michael Dirda, The Washington Post
California, inizio anni Settanta. Doc Sportello, investigatore privato ed ex surfista con un debole per le droghe (sul cartello appeso alla porta del suo ufficio c'è scritto LSD indagini: «Localizzazione, Sorveglianza, Discrezione»), viene contattato da una vecchia fiamma, Shasta, una tipa che «poteva passare settimane senza far niente di piú complicato di una smorfietta». Lei gli chiede di proteggere il suo nuovo amante, un costruttore miliardario di nome Mickey Wolfmann, dato che la moglie ha in mente un piano per liberarsi di lui. Ancora innamorato di Shasta, Doc accetta l'incarico, ma non fa neanche in tempo ad avviare le indagini che si ritrova arrestato per l'omicidio di una delle guardie del corpo del costruttore, che intanto è sparito, come pure Shasta. Nel corso dell'indagine Doc inciampa in falsi biglietti da venti dollari con il ritratto di Richard Nixon, e in un'associazione di dentisti assassini nota come Golden Fang, la Zanna d'Oro, ma si ritrova anche nei dintorni delle Pantere Nere e della Fratellanza ariana, di Charles Manson e della sua «Famiglia», di surfer e zombie.
Con un occhio rivolto ai grandi crime-movies in bianco e nero e uno ai cartoni animati, Pynchon disegna il suo personalissimo tributo alla stagione degli hippy e il loro manipolo di sbandati sognatori.
Vizio di forma è, alla fine, anche una «porta aperta su un tempo e un luogo precisi, una spiaggia della Storia, la California degli anni Sessanta, "piccola parentesi di luce" condannata purtroppo a essere inghiottita dalla restaurazione» (Tommaso Pincio).
È l'inverno del 1941 a Leningrado. La città è sotto l'assedio delle truppe tedesche e i suoi abitanti non hanno mai patito tanta fame.
Per Lev, diciassette anni, naso grosso e capelli neri, e Kolja, giovane cosacco con la faccia impertinente, la fame, tuttavia, è ben poca cosa rispetto a quello che li aspetta. Lev ha rubato il coltello a un paracadutista tedesco morto assiderato e Kolja ha avuto la brillante idea di disertare. Reati gravissimi in tempo di guerra, per i quali la pena prevista è una sola: la fucilazione.
Dopo qualche giorno trascorso in un cupo carcere sulla Neva, i due si ritrovano al cospetto di un colonnello dal collo taurino e le stelle ben in vista sulle mostrine. Il colonnello dapprima li squadra, poi li invita a seguirlo fino ai margini del fiume. Sulla Neva ghiacciata una ragazza, capelli corvini legati in uno chignon morbido, pattina esibendosi in piroette strette e veloci. È sua figlia e sta per sposarsi. Un matrimonio vero, alla russa, con musica e danze e... un solo problema: la torta nuziale. Ci sono lo zucchero, il miele, la farina e tutti gli altri ingredienti, ma mancano le uova, una maledetta dozzina di uova introvabili in tutta Leningrado per gli eroici soldati dell'Armata Rossa, ma non forse per una volgare coppia di ladri...