Pochi romanzi sono amati quanto "Alice nel Paese delle Meraviglie". Ma chi era veramente l'eroina del romanzo di Lewis Carroll? Alice Pleasance Liddell invita a compiere un viaggio nella sua memoria e nel corso della sua lunga esistenza, segnata da un libro - e da un dagherrotipo, nel quale era ritratta da bambina - che l'ha consegnata all'immaginario della propria epoca e degli anni a seguire. Racconta la sua affascinante storia, la vita trasgressiva e avventurosa a cavallo fra la fine dell'Ottocento e i primi trent'anni del Novecento, e la verità celata dietro il misterioso rapporto con il reverendo Charles Dodgson, alias Lewis Carroll: anche se permane l'ombra dell'ambiguità, la loro sarà una vera storia d'amore, sia pure di quelle che esistono soltanto nelle fiabe. "Sono stata Alice" è la biografia affascinante e maliziosa di Alice Liddell, l'io narrante del romanzo, nella quale s'intrecciano realtà e finzione, in un continuo gioco di specchi tra l'Alice letteraria di Carroll e quella "reale" immaginata dall'autrice; e insieme, è un affresco vivido dell'epoca vittoriana, dei suoi rigori, delle sue contraddizioni.
Dopo le cupe meditazioni sulla mortalità e la fine in Everyman e Il fantasma esce di scena, e l'amara ironia di uno sguardo retrospettivo sulla giovinezza in Indignazione, Roth aggiunge un altro inquietante tassello all'opera dei suoi ultimi anni.
Tutto è finito per Simon Axler, il protagonista del nuovo conturbante libro di Philip Roth. Simon, uno dei più grandi attori teatrali della sua generazione, ha superato i sessant'anni e ha perso la sua magia, il suo talento e la sua sicurezza. Quando sale sul palcoscenico si sente un pazzo e si vede un idiota. La sua fiducia nelle proprie capacità è evaporata; s'immagina che la gente rida di lui; non riesce più a fingere di essere qualcun altro. «È scomparso qualcosa di fondamentale». La moglie se n'è andata, il pubblico l'ha abbandonato, il suo agente non sa come convincerlo a tornare in scena.
In questo atroce resoconto di un'inspiegabile e terrificante autodistruzione, emerge il contraltare di un insolito desiderio erotico, certo una consolazione in quella vita spogliata di tutto, ma tanto rischiosa e aberrante da frustrare ogni speranza di conforto e gratificazione per puntare dritto verso un finale ancora più cupo e rovinoso. In questo lungo viaggio verso la notte, raccontato da Roth con l'inimitabile urgenza, bravura e serietà di sempre, tutti i mezzi che usiamo per convincerci della nostra solidità, tutte le rappresentazioni che nella vita diamo di noi stessi - talento, amore, sesso, speranza, energia, reputazione - vengono messi a nudo.
Due cose non hanno segreti per Nayir ash-Sharqi: il deserto e il Corano. Palestinese, musulmano devoto, lavora da anni come guida tra le dune dell’Arabia Saudita. Ma se il suo sguardo abbraccia sicuro la vastità del deserto, si abbassa pudico di fronte a ogni donna, nel timore di scorgere qualche parte scoperta del corpo femminile, per quanto velato.
Perciò, lo turba non poco il favore che gli chiede il suo amico Othman, figlio di una facoltosa famiglia saudita: cercare sua sorella Nouf, di sedici anni, sparita nel deserto tre giorni prima della celebrazione delle nozze combinate. E poi continuare a indagare discretamente sulla sua morte, dopo che la ragazza è stata ritrovata priva di vita, e con un figlio in grembo. E questo è un compito ancora più difficile, perché le leggi impediscono a Nayir di parlare con le sorelle e le amiche di Nouf, come con tutte le donne non sposate o prive di scorta. Può rivolgere domande solo agli uomini della famiglia, che gli forniscono informazioni parziali e incomplete.
A sondare il punto di vista femminile sarà Katya Hijazi, la fidanzata di Othman, impiegata presso l’ambulatorio di medicina legale e insospettita da alcuni risultati dell’autopsia effettuata su Nouf. Nonché intimamente solidale verso la ragazza, che forse nascondeva un piano per sfuggire al destino impostole dalla famiglia.
Uniti dalla ricerca della verità, Nayir e Katya si ritroveranno a fare da ponte tra le sfere opposte della società saudita: mondo maschile e mondo femminile, rigidamente separati e regolamentati. E Nayir avrà modo di scoprire più da vicino quell’universo da cui la religione lo mette in guardia: fatto di donne che, dietro al velo, ci vedono spesso molto più chiaro degli uomini.
Bedford, New York. Nella villa a due piani regna il silenzio. È mattina, tutti dormono, tranne Nora. È presto, troppo presto, perché qualcuno suoni alla porta. Eppure quel campanello sta suonando insistentemente già da un paio di minuti. Nora non crede ai suoi occhi: all’ingresso ci sono gli uomini dell’FBI. Sono venuti ad arrestare suo marito, Evan, che lavora in finanza. Si è arricchito con operazioni illecite ed ora, con la crisi economica, non può più farla franca. Basta un istante e il mondo di Nora crolla: non c’è più fiducia, né amore, né felicità, né soldi. Non le restano altro che dolore e rabbia. E tre bambini da mantenere, cosa quasi impossibile con tutti i beni pignorati e circondata dall’ostilità di quelle che un tempo credeva amiche. Ma in lei è rimasto qualcosa di prezioso, un dono che coltiva da anni, trasmesso di generazione in generazione dalle donne della sua famiglia. Fare dolci e pasticcini. Tutto ha inizio nella panetteria dove Nora lavora la notte. Un po’ di crème brûlée, zucchero, marmellata di fragole, pasta sfoglia, sherry e una spolverata di cioccolato, e la torta millefoglie è fatta. In poco tempo tutti la vogliono. Grazie al prezioso aiuto dell’unica donna che le sia rimasta vicina, Beatriz, la babysitter dei bambini, Nora apre La bottega dei desideri. È un luogo un po’ speciale, dove non si gusta solo un dolce e del buon caffè, ma si assaporano ricordi e si coltivano speranze, si dimentica il passato e forse si può anche amare di nuovo. Perché, a volte, basta la giusta dose di ingredienti per far tornare un sorriso e accendere un desiderio.
Un debutto meraviglioso. Salutato dalla critica e dal pubblico con grande entusiasmo, in poco tempo ha conquistato le pagine più importanti di tutti i quotidiani e i magazine americani. Ispirato alla vera vita dell’autrice, La bottega dei desideri racconta, con garbo e sensibilità, una storia di abbandono e di coraggio, di amore e di rivalsa, e che esplora la scoperta della forza, a volte segreta, che ognuno di noi può trovare in sé.
Oceano Artico, 1848. La Erebus è bloccata dai ghiacci, come già la sua compagna, la Terror. La spedizione guidata da sir John Franklin è fallita, ma il particolare più terribile è che, nelle ultime settimane prima della fine, l’equipaggio è caduto preda di una sorta di follia, che ha spinto gli uomini ad atti di insensata crudeltà.
Oceano Artico, 2011. Dirk junior e Summer, i due figli gemelli di Dirk Pitt, sono impegnati in una serie di rilevazioni oceanografiche per conto della NUMA, quando si imbattono in una nave alla deriva. I marinai a bordo sono morti. Nessun segno di lotta né di scontro. E non è la prima volta che questo accade, tanto che tra i locali cominciano a diffondersi leggende sulle morti misteriose. E sembra che ci sia davvero qualcosa di molto strano nella zona, visti gli incidenti navali che si verificano nelle acque al confine tra Stati Uniti e Canada. Disastri imprevisti che rischiano di portare i due paesi sull’orlo di un conflitto, proprio in un momento in cui la situazione negli Stati Uniti è drammatica a causa di una terribile crisi energetica. Chiamati a intervenire, Dirk Pitt, Al Giordino e gli uomini della NUMA si dovranno scontrare con l’avidità umana e con complesse e oscure macchinazioni, ma soprattutto con un territorio spietato che non lascia possibilità di errore.
Un’esplosione improvvisa e fortissima sventra un palazzo nel cuore di Manhattan: al posto del Velvet Venus, vecchio cinema a luci rosse, ora ci sono solo pezzi di sedili e vetri infranti. Qui, il detective Sam Healy della Squadra Artificieri s’imbatte in Rune, aspirante regista appassionata di crimini: l’esplosione sembra un segno del destino per lei, che decide di raccontare nel suo primo documentario proprio il mondo luccicante e crudele dei blue movie, scegliendo per protagonista l’attrice in cartellone al Velvet quel giorno, Shelly Lowe. Ma Rune non sa che la splendida e sfortunata Shelly sta per essere messa a tacere per sempre da una seconda esplosione, e che il suo stesso debutto nella regia è a rischio: qualcuno vuole impedire a Rune di girare il suo film, per tenere lontano da sguardi troppo scomodi l’universo segreto della pornografia, e insabbiare la verità sugli attentati. Verità su cui Rune comincia coraggiosamente a indagare, addentrandosi nei luoghi più sordidi e impenetrabili di New York, tra le luci e le ombre di un mondo, quello del porno, fatto di loschi produttori, attori con troppi segreti e compromessi inconfessabili. Con Requiem per una pornostar Jeffery Deaver torna a mettere in scena l’irresistibile protagonista di Nero a Manhattan, raccontandoci una storia torbida e appassionante, in cui l’innocenza è troppo spesso sinonimo di rovina, e andare a letto con uno sconosciuto è di gran lunga più facile che fidarsi di lui.
La vita tante volte ci sorprende, e non sempre le novità hanno i colori dell’arcobaleno. Spesso portano con sé nubi tempestose che preferiremmo di gran lunga far sparire dall’orizzonte. Duke lo sa bene. Lui che è un cavaliere amato e rispettato, e come cacciatore di draghi non ha eguali. La sua vita è perfetta e fatta solo di granitiche certezze. Ma un giorno accade qualcosa di inspiegabile e inaspettato, qualcosa che neanche con tutta la sua forza può impedire: Allie, sua moglie, lo lascia senza che lui riesca a capirne la ragione, mentre suo figlio Johnny delude ogni speranza che aveva riposto in lui. «Perché tutto questo capita proprio a me?» si chiede Duke sconsolato, incapace di accettare questi cambiamenti e frustrato dall’impossibilità di far tornare le cose come prima. Ma combattere contro ciò che è ineluttabile non fa che renderci depressi, stressati, furiosi. Il cuore si appesantisce fino a diventare una zavorra che trascina a fondo ogni energia, e il futuro si dipinge di tinte sempre più fosche. Come imparerà Duke intraprendendo il suo viaggio sulla Via della Serenità, si può essere felici anche se le cose non vanno esattamente come programmato, basta saperle guardare da un altro punto di vista, perché spesso persino le avversità nascondono doni inaspettati. E accettare ciò che non si può cambiare, per concentrarsi su quello che invece dipende dalla nostra volontà è il primo passo per ritrovare la serenità.
Una favola rivelatrice, capace di regalare a ognuno di noi il segreto della vera felicità.
È al calar della sera che la paura si addensa. Ed è urgente il bisogno di controllare più e più volte se si è chiusa bene la porta. Se tutte le imposte sono sigillate. Se nessuna ombra spunta dagli angoli. Sai che la tua è una famiglia "normale", che non hai nemici, che vivi in un quartiere tranquillo. O almeno è quello che credi. Come lo credevano i tuoi vicini, prima di essere sterminati. Uno alla volta, tra le mura domestiche. Una sera come tante.
La notte di luglio in cui i Langley - padre, madre, figlio adolescente - vengono uccisi, non si registra nulla di insolito nella zona, a parte il caldo asfissiante. E i vicini, i Cutter - padre, madre, figlio adolescente - non ricordano di aver sentito alcun rumore. Ma la scoperta, il giorno dopo, è scioccante. Se i Langley, anche loro così "normali", hanno potuto essere vittime di un atto di tale efferatezza, allora nessuno può dirsi al sicuro.
A meno che gli assassini non abbiano sbagliato casa, mancando di poco il vero bersaglio. È questo il dubbio atroce che si insinua nella mente di Jim Cutter. Un'ipotesi folle. O forse no. Del resto, di fronte alla totale assenza di movente, nulla è da escludere. Persino che tra i Cutter si celino segreti tali da giustificare una simile vendetta, a loro in realtà indirizzata. Segreti di cui lo stesso Jim sarebbe all'oscuro.
Pur di scoprirli, sarà disposto a mettere in discussione la fiducia verso la sua famiglia e intraprendere una scomoda e pericolosa indagine personale.
IL LIBRO
Connie Goodwin, giovane e brillante dottoranda all’Università di Harvard, è impegnata in una ricerca sui processi di Salem, nel New England, che alla fine del diciassettesimo secolo videro più di centocinquanta persone accusate di stregoneria. Ma durante l’estate è costretta a trasferirsi fuori città per sistemare e vendere la vecchia casa di famiglia. All’inizio contrariata, Connie scopre che l’antica dimora contiene strani e preziosi tesori: non ultima, una Bibbia da cui cade una chiave dal fusto cavo, al cui interno è nascosto un pezzetto di carta ingiallita con su scritto Deliverance Dane.
Un nome legato non solo ai processi su cui Connie sta indagando, ma anche alla sua famiglia, a un segreto custodito da generazioni di donne e tramandato attraverso un libro proibito: un Libro delle Ombre, depositario di un sapere arcano e sovrannaturale, ormai perduto. Ma un filo rosso lega quel passato oscuro e terribile al presente: e mentre Connie, tormentata dalle visioni, cerca disperatamente di risolvere il mistero, qualcun altro è in cerca del libro perduto, e per ottenerlo è disposto a tutto, anche a ricorrere a una maledizione da cui non c’è scampo...
UN BRANO
"«I processi di Salem sono stati spiegati in molti modi» disse Connie. «Ma io li vedo come l’ultimo sussulto di religiosità calvinista. Furono anche l’ultima esplosione rilevante di isteria da streghe in tutto il Nord America. Il panico di Salem segnò la fine di un’era che aveva le sue radici nel Medioevo».
«Un’analisi molto approfondita» commentò il professor Chilton, sempre nel suo tono divertito e impertinente. «Ma non ha mai preso in considerazione la possibilità che le accusate fossero semplicemente colpevoli di stregoneria?"
L'AUTORE
Katherine Howe, laureata in Storia a Harvard, è effettivamente la discendente di Elizabeth Howe ed Elizabeth Proctor, due donne che subirono il processo per stregoneria a Salem alla fine del diciassettesimo secolo. Le figlie del libro perduto ha ricevuto grandissimi consensi di pubblico e di critica, consigliato dai librai indipendenti americani e recensito entusiasticamente da centinaia di lettori.
August Brill è un critico letterario in pensione e vive nel Vermont a casa della figlia per rimettersi da un incidente automobilistico che l'ha reso quasi invalido. Soffre di insonnia. Per tenere occupati i pensieri nelle ore in cui giace immerso nel buio, si inventa storie che lo conducano lontano dalla sua vita, lontano dalle storie vere che preferirebbe dimenticare: la morte recente della moglie Sonia e l'orribile assassinio in Iraq del ragazzo della nipote, Titus, che lavorava laggiú. Brill ha passato la vita a leggere i libri degli altri e adesso prova sollievo a inventare romanzi nella propria testa: immagina cosí un'America che si sfalda nel 2000, al momento della prima contestatissima elezione di George W. Bush. In questo paese parallelo, diviso tra stati che da quattro anni si combattono in una devastante guerra civile, non è avvenuto l'attentato dell'11 settembre 2001 e il conflitto in Iraq non è mai esistito. Nelle ore centrali della notte il percorso di Owen Brick, il protagonista di questa vicenda, un simpatico prestigiatore coinvolto suo malgrado in una trama alla quale non riesce a sottrarsi, si conclude tragicamente. E quando la nipote, Katya, anch'essa insonne, lo raggiunge nelle prime ore del mattino, Brill capisce che non può piú sfuggire ai racconti veri, alla storia della sua vita.
È un giorno come tanti altri, per il vicequestore Michele Arlia, napoletano trapiantato nella capitale e, soprattutto, decisamente lontano dallo stereotipo del poliziotto giovane e atletico. Come ogni mattina è alla sua scrivania, con la pipa in bocca, spenta purtroppo, la giacca già macchiata nonostante siano solo le dieci e il cigolio della sedia a ricordargli che è ora di perdere almeno uno dei suoi centoquaranta chili, quando arriva quella maledetta telefonata: alla basilica di San Clemente una turista americana ha denunciato la scomparsa del marito durante una visita guidata e il caso ricade sotto la sua giurisdizione. Più seccato all’idea di dover lasciare le comodità dell’ufficio che preoccupato dal caso, in fondo si tratta di ordinaria amministrazione, il vicequestore raggiunge il luogo della sparizione.
Ad attenderlo, un’atroce scoperta: all’interno della nicchia ricavata in una parete giace l’uomo scomparso. Il corpo pare essere stato oggetto di un sadico rituale: evirato, con una ferita profonda sotto la scapola destra, le narici completamente ustionate. Per Arlia sarà il primo di una serie di omicidi eseguiti secondo la stessa procedura.
Solo la sua passione per la storia dell’arte e per l’archeologia lo porterà a capire che i delitti sono legati a un antico culto e che i luoghi in cui vengono lasciati i cadaveri non sono affatto casuali. Lottando contro il tempo e contro un assassino che vuole coinvolgerlo in un gioco perverso, Arlia si troverà solo e capirà di dover trasgredire alle regole per poter vincere la partita e salvarsi la vita.