In quella piovosa sera d'ottobre, nella cittadina di provincia, tutto sembrava tranquillo. Dopo aver cenato con la figlia Hector Loursat si era chiuso nel suo studio, come al solito, e si era sprofondato nella lettura. Erano ormai 18 anni che viveva in questo modo, senza vedere nessuno, senza uscire di casa. Il brillante rampollo dei Loursat de Saint-Marc, era diventato un orso, un inutile ubriacone. Ma quella sera, uno sparo nel buio, un'ombra che si dilegua, uno sconosciuto che muore nella sua casa. Qualcosa costringerà Loursat a uscire dalla sua solitudine, a scrollarsi di dosso la paglia della sua tana per assumere la difesa del giovane amante di sua figlia, insomma a "calarsi nuovamente nella vita", almeno per un po'.
E' l'alba del 4 agosto 1962. La famiglia Picouly è in Algeria, a Fort de l'Eau, a pochi chilometri dalla capitale. Madre, padre, due sorelline e il fratello Serge. Daniel ha quattordici anni, ma in giro dice di averne solo dodici. Sul giornale di Algeri ha letto che "il sole sorgerà per l'ultima volta", e vuole vivere questa giornata sin dall'alba. Per l'Algeria è il momento di proclamare la propria indipendenza: questo grande evento storico, questa lunga giornata, segneranno per il protagonista un virtuale spartiacque tra i paradisi dell'infanzia e le fredde terre del ritrovarsi adulti.
Presi a uno a uno, gli anarchici del gruppo NADA non hanno niente di eccezionale, vivono le loro giornate come meglio possono, chi insegnando filosofia, chi lavorando in un bistrot, chi rincorrendo i propri sogni. Se si trovano insieme è perché perseguono un unico obiettivo: dare vita a un processo rivoluzionario in grado di spazzare dalla faccia della terra ogni ipocrisia. C'è un'unica strada che sembra in grado di condurre dritta all'obiettivo, si chiama rivoluzione e, se non ci si fa spaventare dal nome altisonante, può rivelarsi una del tutto percorribile. Gli anarchici del gruppo NADA pensano che la mossa giusta per iniziare la rivoluzione sia rapire l'ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi.
Sebastian Senecal è un professore di lettere e filosofia di quarantacinque anni: ha una moglie e due bambini, è appassionato del suo lavoro e dei suoi studi e sa apprezzare i piccoli piaceri della vita. All'avvicinarsi dell'estate, con l'esplosione dei suoi colori, dei suoi odori, dei suoi sapori, il professore decide di fare qualcosa di insolito e per lui entusiasmante: costruire un fantastico portico nel suo giardino, in cui passeggiare e ragionare di filosofia, di stoici ed epicurei, di gioie e di dolori...Il nuovo romanzo dell'autore de "La prima sorsata di birra". Una storia breve e delicata, intrisa di dolcezza e malinconia insieme.
Il secondo e conclusivo volume dell'edizione di Flaubert nei Meridiani raccoglie le opere dal 1863 all'anno della morte, spaziando, sia pure in maniera antologica, per tutti i generi tentati dallo scrittore, compreso il teatro, grande e infelice amore della sua vita. Il libro si apre con uno dei suoi capolavori, la seconda Educazione sentimentale e si chiude con un altro purtroppo incompiuto, Bouvard et Pécuchet, accompagnato dal gustosissimo Dizionario delle idee correnti. Inoltre, la commedia Il candidato, in cui lo scrittore manifesta tutto il suo scetticismo per la vita politica e i suoi rappresentanti, le due diverse redazioni della Tentazione di sant'Antonio e il piccolo gioiello dei Tre racconti. Curatore del volume è Giovanni Bogliolo.
Roma, anno 1611. La giovane pittrice Artemisia si batte furiosamente per imporre il suo talento. L'avversario più temibile che le si para di fronte altri non è che il padre, il grande pittore Orazio Gentileschi. Artemisia è il dramma di una passione folle, della tenerezza e dell'odio di due creature incatenate dai legami di sangue. Ma soprattutto è l'avventura di una delle prime pittrici della storia, una donna che infranse tutte le norme per conquistare la gloria e la libertà.
In un unico cofanetto sono racchiusi i due volumi, anche disponibili separatamente, dell'opera di Falubert. I Meridiani dell'opera di Flaubert anticipano l'edizione della Pléiade e si presentano con un corredo critico d'eccezione. Nuove le traduzioni, anch'esse prestigiose: Giovanni Raboni, Ernesto Ferrero, Giovanni Bogliolo, tra i tanti.
Come si fa a essere tanto idioti da lasciarsi convincere a partire per l'America riunciando alle partite a carte con gli amici e alla casetta di Meung-sur-Loire odorosa di frutta e di buon brasato? Eppure il pensionato Maigret ci casca, e parte già carico di rimpianti. Lo attende un mondo in cui tutto gli apparirà ostile: un mondo di grattacieli e luci sfavillanti, ma anche di miserie. E a volte la miseria cancella ogni traccia di umanità. Emblema del progresso: il "fonografo automatico", che trasmette musica da quattro soldi ma rende milioni di dollari. La musica è del resto il tema che sottende l'intera vicenda.
"La principessa di Babilonia" (1978) è un racconto orientale sospeso tra fantasia e realismo, popolato da animali parlanti e influenzato dalle "Mille e una notte" e dall'"Orlando furioso". Ma è anche un itinerario filosofico che ritrova nelle peregrinazioni dei suoi protagonisti un'Europa divisa tra oscurantismo e ragione, tra speranza di progresso e rigurciti di fanatismo. "Le lettere di Amabed" (1769) è invece un romanzo epistolare che ha i suoi modelli nella letteratura inglese (Richardson) e nelle "Lettere persiane" di Montesquieu. In questa sorta di romanzo storico la critica antireligiosa e la descrizione dell'India e dell'Italia del XVI secolo si trasforma in una durissima requisitoria contro l'inquisizione e l'intolleranza religiosa.
Già dalla costa Corduan vi mozza il respiro. Quando piove, lo si distingue nitidamente, e quando il tempo è bello fluttua sulla linea dell'orizzonte come un miraggio di nebbia. Corduan è un faro maestoso e antico, dalle pietre bianche finemente cesellate. Forse è un re di Atlantide, emerso dagli abissi per incutere agli uomini rispetto e venerazione, per soggiogarli, per farli impazzire. E subito Geoffroy, il nuovo guardiano, sente che non potrà sottrarsi al sortilegio, che Corduan gli spoglierà l'anima, sino a far affiorare il grumo oscuro di segreti e terribili ossessioni che si cela dietro la tempra d'acciaio e il fisico alla Jean Valjean per cui è noto.
Mimetizzarsi, a volte, può sembrare più facile che nascondersi. E' quello che fanno tre sconosciute, anonime a se stesse. Tre donne dagli sguardi intensi, eppure rassegnati a non trovare vie d'uscita. Una di loro approda a Parigi senza motivo né scopo, quasi per caso; cammina per strade ignote sperando di imboccarne una che sia finalmente la sua. Incontrerà un amore, forse, ma tacito e misterioso, in fuga fin dal principio verso uno strappo inevitabile. Un'altra a Parigi non ci arriverà mai. Ha sedici anni e "la bellezza del diavolo"; non desidera che partire, ma in valigia porta una pistola. La terza arriva da Londra: dalla finestra, di prima mattina, sente passare i cavalli destinati al mattatoio. Sarà l'angoscia a definire il suo orizzonte.