L'incontro casuale con il nome di un compagno del liceo nell'elenco del telefono suscita nel narratore l'improvviso ricordo di un amico e di un'età perduta. È la scintilla che risveglia un'incursione nei territori della memoria: il liceo, la colonia penale dell'adolescenza, la passione per la fotografia, la bella che tutto trasfigura e in cui ci si perde, il lavoro nell'orto del nonno, il rifugio dei libri, l'esperienza di una radio libera prima, di un circolo culturale poi. Sullo sfondo, la guerra del Vietnam, la contestazione, le prime avvisaglie di quella che diventerà la lotta armata. Marani lavora come traduttore principale e revisore presso il Consiglio dei Ministri dell'Unione europea a Bruxelles.
Questa storia prende avvio e ispirazione dal rinvenimento e dallo scavo di due relitti medievali affondati presso l'isola, oggi sommersa in laguna, di San Marco in Boccalama, usata come luogo di sepoltura, se non di discarica, dei morti della peste del 1348. L'autore raccoglie gli elementi documentali di base di questa importante impresa archeologica ma rimescola completamente le carte per far partire un'avventura che subito decolla verso la dimensione dell'intrigo, del mistero e della caccia affannosa a un tesoro scomparso. Non si tratta di monete d'oro e d'argento né di un bottino di guerra dei marinai della Serenissima. Si tratta di un tesoro che nessuna somma di denaro potrebbe mai pagare, un patrimonio dell'anima, l'eredità di una mente superiore.
Che cos'è una bambina impossibile? Una furia che lancia i coltelli nella mensa dell'asilo, ma quando è al pianoforte con il padre suona melodie meravigliose. Diletta ha sette anni e di questo passo rischia di fare tutte le elementari in seconda. La sua musica assume dei toni selvaggi, accenti diabolici. A undici anni il pianoforte sparisce. La terza volta che si è persa in metrò ha visto emergere dal buio un nano in frac che canticchiava in falsetto e da quel giorno è stato il suo amico portatile. Diletta colleziona dottori, farmaci e istituti per la rieducazione dei bambini difficili. Tutte le forme di violenza che gli adulti esercitano su quello che non riescono a capire. Fino a quando a ventun'anni parte per New York e finalmente trova una musica tutta sua.
Nel giugno 1984, davanti a un piccolo registratore, un grande scrittore e un grande fisico si ritrovano a parlare delle loro esperienze e passioni intellettuali. Ne scaturisce un dialogo pieno di sorprese, curiosità, confessioni autobiografiche, proiezioni mirabolanti, humour. Uno dei rari momenti in cui la cultura scientifica e quella umanistica si ritrovano per dare vita a uno straordinario percorso di conoscenza.
Chi ha sparato all'ispettore capo Lanza del commissariato di Quarto Oggiaro? L'ispettore Michele Ferraro è alle prese con uno dei più difficili casi che gli siano mai capitati. Perché, in quella periferia milanese dove tutti si conoscono e dove è quasi impossibile distinguere gli innocenti dai colpevoli, sta succedendo qualcosa di grosso. Cosa c'è dietro? Che parte ha il Baffo, un sognatore finito a fare il barbone? E che strani intrecci si sono formati tra le mafie pugliesi, calabresi e slave? Ferraro indaga, facendo quotidianamente i conti con i suoi malumori, con l'ennesimo tentativo di prendere una laurea, e con il popolo minuto di una città raccontata con durezza sarcastica e simpatia contagiosa.
Dario è un ex atleta, un maratoneta che nella sua vita sportiva ha conseguito un solo grande risultato: quarto alla maratona di New York, primo bianco dopo tre inarrivabili campioni neri. Ora fa l'allenatore di maratoneti presso la federazione di atletica leggera ed è proprio la federazione a mandarlo in Ungheria ad allenare la squadra femminile. Lì inizia una storia con Agota, giovanissima e imperscrutabile, ma in Italia ha una moglie, e una figlia adottiva sta per arrivare...
Eustà ha una straordinaria sensibilità per gli odori e a Metaponto, zona ricca di scavi, sentire l'odore della morte è una dote che può fare la fortuna di un ragazzo. Molte sono infatti le tombe che aspettano di essere scoperte. Ma Eustà è un inconcludente e un eterno insoddisfatto e dovrà attraversare molte prove prima di raggiungere consapevolezza e maturità. È nel corso di un sequestro di cui è vittima insieme all'amico tunisino El Houssi che egli è spinto a fare chiarezza: incalzato a raccontare, ripercorre la sua formazione nell'amata-odiata Metaponto, la famiglia, gli amici, il grande amore per Soukeyna, splendida senegalese. Raffaele Nigro vive e lavora a Bari, dove è caporedattore della sede Rai. I suoi libri sono tradotti in vari paesi.
"Non so perché, ho una grand'ansia di sbrigarmi" scriveva Luigi Pirandello al figlio, prigioniero a Mauthausen, in una delle lettere della corrispondenza che forma la più gran parte di questo libro. Era l'agosto del 1916. Sei mesi prima, assistendo a una recita di Angelo Musco, aveva scoperto che il teatro, più che le novelle e i romanzi, poteva diventare adesso forma perfetta della sua fantasia. Stefano era stato il figlio a lui più vicino. Fin da quand'era bambino Luigi aveva preso il suo primogenito a confidente delle proprie pene nel rapporto con la moglie Antonietta, la cui malattia mentale s'aggravava. Questo rapporto di straordinaria intimità è testimoniato da un carteggio che durerà decenni e metterà più di un segno nella vita e nell'arte di entrambi.
In questo libro Enzo Biagi racconta la storia delle donne che ha incontrato, delle confidenze (o confessioni) che ha raccolto, di chi ha raggiunto la celebrità della grande Storia, di chi invece è rimasta nascosta ma ha recitato sino alla fine tutta la sua parte. Dalla regina Elena alla sua rivale Margherita di Savoia, da Maria Callas ad Anna Magnani, da Katja Mann a Natalia Ginzburg, da Dacia Maraini a Catherine Spaak, da Marlene Dietrich alla Dama Bianca...
Questo terzo volume delle opere di Cesare Zavattini contiene "Una, cento, mille lettere" (1988), curato da Silvana Cirillo, e "Cinquant'anni e più. Lettere 1933-1989" (1995), curato da Valentina Fortichiari. Il primo raccoglie 300 lettere a Bertolucci, Bernari, Falqui, De Sica, Bompiani ecc. e ricostruisce gli anni dell'attività editoriale e quelli del neorealismo. Il secondo raccoglie le migliori lettere che "Za" e Valentino Bompiani si scambiarono fra il 1933 e il 1989. Biglietti privati, lettere-manifesto, piani ragionati ed entusiasti, piccoli racconti: tutto insieme, all'insegna di un pathos primigenio che resta la caratteristica essenziale del carattere di quell'uomo geniale di cinema e letteratura che fu, appunto, Cesare Zavattini.
Giorgio Manganelli è stato a Firenze nel 1984, vincendo tenaci resistenze che lo tenevano lontano dalle città "belle", irrimediabilmente diffidente nei confronti di monumenti e musei. Il volume raccoglie i reportages frutto di quel viaggio: sorta di Baedeker grazie al quale il lettore non vedrà i monumenti della città toscana, li "leggerà", decifrando l'occulta rete di rimandi che li lega. Ma Firenze è solo uno dei nuclei di questo viaggio che tocca, oltra alla Toscana, l'Emilia, le Marche e il Sud, in particolare l'Abruzzo, per Manganelli "grande produttore di silenzio".