Orlando Orlandi Posti, diciotto anni, trascorse gli ultimi due mesi della sua vita in una cella del carcere nazista di via Tasso a Roma. Era stato catturato dai tedeschi per aver salvato dei compagni da una retata. Scrive un diario in cui si rivolge alla madre e all'amata Marcella, sforzandosi di pensare al futuro, all'amore, ai progetti, alla licenza liceale. Sullo sfondo la violenza della vita in prigione, la durezza degli interrogatori e dei carcerieri, l'agghiacciante immobilità del tempo che non passa mai. Una testimonianza impressionante proprio per quello che non dice. All'apparenza un diario di un comune ragazzo, tra le righe nasconde il dolore di un uomo conscio del proprio destino. Fu fucilato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine.
La corrispondenza tra Vittorio Sereni e Alessandro Parronchi inizia nel 1939, quando i due poeti si incontrano per la prima volta a Firenze, e continua fino al 1983, anno della morte di Sereni. Il rapporto epistolare è particolarmente intenso nella prima parte della loro lunga conoscenza, dai contatti iniziali fino a tutti gli anni cinquanta, mentre successivamente si riduce. I loro colloqui definiscono uno spaccato molto ampio della vita culturale del Novecento, sia per quanto riguarda la vastità degli argomenti trattati, sia in relazione alla finezza e all'originalità del giudizio critico che entrambi formulano sul loro lavoro come sulle più generali questioni di poetica.
Fra la partenza e l'arrivo in un viaggio per mare da Palermo a Napoli, il 26 marzo 1938, si perdono le tracce del trentunenne fisico siciliano Ettore Majorana, definito da Fermi un genio della statura di Galileo e di Newton. Suicidio, come gli inquirenti dell'epoca vogliono lasciar credere, o volontaria fuga dal mondo e, soprattutto, dai terribili sviluppi che una mente così acuta e geniale può aver letto nel futuro della scienza, prossima alla messa a punto della bomba atomica? Su questo interrogativo Sciascia costruisce uno dei suoi romanzi più intensi per la finezza dell'analisi e dell'immedesimazione in moventi non detti, come nella logica e nell'etica segreta di Majorana.
Che ci fa Jos Asad, affermato scrittore giamaicano non ancora cinquantenne a Borgo San Giustino, piccola borgata del Canavese, a pochi passi da Ivrea? Perché un intellettuale impegnato, che si sentiva soffocare nella natia Giamaica, ha deciso di rintanarsi in un angolo immoto del 'verde Canavese'? Perché si ostina, contro il parere di tutti, a voler comprare e restaurare il Mulinet, che sarà pure un vecchio rudere, ma è caro alla memoria degli indigeni? Jos è andato a misurarsi con una colettività che è vissuta per anni nell'illusione di essere, grazie all'utopia olivettiana, la Silicon Valley italiana e che ancora non si è riavuta dal brusco risveglio, sta elaborando il lutto per la repentina scomparsa financo del marchio Olivetti.
"Se chiedete a un bravo romanziere cosa sia necessario per scrivere un buon libro vi risponderà che occorrono almeno tre ingredienti. Perché una storia abbia successo deve dare ai lettori tre cose: una buona trama, dei personaggi irresistibili ed un'ambientazione realistica. Crovi e Pezzani in questo loro thriller aggiungono una quarta personalissima gamba allo sgabello della narrativa di genere: una fervida immaginazione... Lasciandoci prendere per mano dai due autori, veniamo condotti in una folle avventura che attraversa il mondo criminale di Amsterdam e dintorni servendosi del linguaggio dei racconti noir, del classico police procedural, ma che fa propri anche i trucchi di un serial tv come quello dei Seinfeld." (Jeffery Deaver)
Un colonnello trascorre la propria vita studiando i maestri dell'arte militare, preparandosi a quella che sarà "la sua battaglia" e credendo che la guerra possa essere soggetta alle leggi della razionalità. L'appuntamento con il destino è via via rimandato. Quando giungerà, l'ufficiale scoprirà che tutto ciò in cui ha creduto è solo illusione.
Un'avventura di umano coraggio all'interno di una cornice naturale e selvaggia. Il protagonista, Pribaz, è un pilota da guerra italiano fatto prigioniero dalle truppe britanniche durante la Seconda guerra mondiale e deportato in un campo di prigionia ai piedi dell'Himalaya. Costretto a far fronte alla durezza di un'esistenza che pare ormai senza scopo, giunto allo stremo delle forze dopo un fallito tentativo di fuga, Pribaz rinnega il fascismo e ottiene il permesso di compiere escursioni con i compagni di prigionia. Compirà una lunga marcia verso il lago Tso Moriri attraverso una terra popolata da pastori, orsi e carovane. Una marcia che sancirà il suo riscatto.
Racconti di provincia, tra il Po e la città di Parma. Le storie accadono durante la piena del fiume e sono tanto incredibili da non sembrare vere: presenza di fantasmi di preti nelle chiese; bare aperte che galleggiano; personaggi che vivono segregati in casa mentre l'acqua ristagna per giorni. Questi eventi si verificano nella Bassa, mentre in città, a Parma, rivivono racconti dove lo scherzo o la burla feroce sono all'ordine del giorno. Una prostituta nana deve sbarazzarsi del cadavere di un suo facoltoso cliente, uno dei maggiori industriali della città, morto in circostanze imbarazzanti; il medico del Teatro Regio racconta fatti e misfatti di cantanti e musicisti prima dello spettacolo...
Questo secondo volume delle "Opere" di Corrado Alvaro contiene i più bei racconti del grande scrittore calabrese. Da "Il mare" ai "Settantacinque racconti" a "La moglie e i quaranta racconti", vengono qui presentate storie varie, di vita contadina, di analisi psicologica e di costume. Storie in cui Alvaro si presenta al tempo stesso sia come narratore puro che osservatore, cronista appassionato di un'Italia che, pur non esistendo quasi più, è rimasta nel cuore di tutti come fondamento di una insopprimibile nostalgia.
Spesso le parole diventano fatti e concorrono a cambiare il corso degli eventi, poiché costituiscono la sintesi dei problemi, idee, aspirazioni e, talvolta, sconvolgimenti che possono rappresentare la fine o l'inizio di un'epoca. Questo libro si propone di dipanare il filo delle "parole" che hanno accompagnato la storia attraverso un'antologia dei grandi discorsi. Com'è naturale ciascuno di essi andrà esaminato nel contesto storico e culturale nel quale fu pronunciato: così tutti noi potremo avere non solo l'impressione di ascoltarlo, ma di rivivere in prima persona, come se fossero nostre, le emozioni che lo hanno prodotto.