"Questa versione del 'Woyzeck' è nata, come altre mie versioni - di Ibsen, Schnitzler o Kleist - in vista di uno specifico allestimento scenico, avendo cioè presente la sua realizzazione spettacolare ed anche gli attori che avrebbero dato voce alle battute ed alle parole, il regista che avrebbe mosso i loro gesti, lo stile e l'atmosfera della scena che avrebbe fatto loro da cassa di risonanza" (dalla nota del traduttore, Claudio Magris).
Queste "Considerazioni", composte tra il 1917 e il 1918, vennero trascritte in bella copia e numerate dallo stesso Kafka su schede sciolte, e rappresentano un florilegio di pensieri tratti dai cosidetti "Quaderni in ottavo", la cui importanza si rivela sempre più evidente per una più profonda comprensione dell'opera del grande scrittore praghese.
Un libro di poesie, prose e racconti di Hermann Hesse che hanno come tema unificante gli alberi, considerati simbolo della caducità, dell'eterna rinascita e della spensieratezza della vita istintiva e naturale. Faggi, castani, peschi, betulle, tigli, querce e molti altri, nella magnificenza della fioritura o con i rami nodosi offerti alle brinate notturne, illuminati dal sole o al chiarore della luna: sono loro i protagonisti induscussi di questa raccolta. Essi accompagnano lo scrittore, silenziosi e saggi, nel corso della sua vita, segnano momenti precisi, suscitano riflessioni e ricordi, vengono invocati come esseri viventi, come amici.
Cento racconti, uno per ogni anno del nostro secolo. Con continui cambi di prospettiva, assumendo il punto di vista di persone sempre diverse, Grass ritorna su avvenimenti grandi e piccoli - le trincee della Grande guerra, le tragedie provocate dal nazionalsocialismo, la divisione della Germania, ma anche i balli, dal Charleston alle gemelle Kessler, gli incontri di pugilato, le finali di calcio, i record mondiali - dipingendo, ora ironico, ora ammonitore, un quadro variegato e sorprendente degli ultimi cento anni della nostra storia.
Tutto l'Ottocento è attraversato dalla riscoperta degli dèi pagani. Nei quattro scritti qui raccolti - due di carattere saggistico e due in forma di pantomima danzata - Heine ci racconta "la trasformazione in demoni subita dalle divinità greco-romane allorché il cristianesimo raggiunse il predominio del mondo". Esplorando le leggende, le fiabe e le superstizioni medioevali incontriamo così, sotto tratti demonizzati, gli antichi dèi: segno non solo del loro esilio, ma della loro incancellabile vita.
"Dopo ventisette anni oggi ti rivedo, madre, e mi domando se nel frattempo tu abbia capito quanto male hai fatto ai tuoi figli". In una stanza d'albergo di Vienna, alle sei di un piovoso mattino, Helga Schneider ricorda quella madre che nel 1943 ha abbandonato due bambini per seguire la sua vocazione e adempiere quella che considerava la sua missione: essere a tempo pieno una SS e lavorare nei campi di concentramento del Führer.
Il racconto narra le vicende del tutto normali di una media famiglia tedesca nel secondo dopoguerra: alla fuga dai territori orientali fa seguito la nuova esistenza nella Germania del boom economico. Eppure la vita familiare è dominata da un unico tema: la ricerca del primogenito, smarrito durante un momento particolarmente concitato della fuga. "Arnold non è morto", comunicano un bel giorno i genitori al fratello minore e narratore, che a quel punto capisce che nella famiglia è Arnold, il fratello non-morto, ad avere il ruolo di primattore e che a lui è destinato quello del coprimario.