Nel 1998, poco prima di morire, l'autore raccolse in un unico libro i passi fondamentali delle sue opere precedenti. Ne risultò un'antologia personale nella quale è percepibile il pensiero degli antichi sciamani sulla vita, sulla morte, sull'universo e sull'energia. La ruota del tempo è una sintesi del loro sistema cognitivo dove spazio e tempo sono elementi privi di limiti.
Oltre alla produzione poetica, Fernando Pessoa si era cimentato anche nella composizione di narrazioni brevi, alternando il registro metafisico a quello poliziesco, sempre con esiti felicissimi. Questa edizione presenta al pubblico italiano anche una serie di inediti, tra cui spicca il bellissimo "Quaresima". L'eterogeneità di questi testi rappresenta perfettamente la personalità complessa e travagliata, eppure coerente, di Pessoa e ne fa tessere imprescindibili di quel mosaico che è il progetto estetico cui l'autore lavorò per l'intera esistenza.
Il 13 aprile 1980, nel centro di Beirut, viene rinvenuto tra le immondizie il cadavere di un uomo sulla cinquantina. Il corpo presenta segni di torture. Il narratore - un laureato in scienze politiche costretto dall'immanenza della guerra civile a riciclarsi in impiegato presso un'agenzia di viaggi - si improvvisa giornalista e decide di scoprire chi ha ucciso Khalil Ahmad Jàbir, un cittadino qualsiasi, e perché. Ognuno dei sei capitoli centrali dà voce a un personaggio diverso tra quanti hanno conosciuto o anche solo incontrato la vittima, ed è attraverso le loro parole che l'autore cerca di ricostruirne la personalità e le traversie (sono la moglie, la figlia, un vicino, la portiera, un miliziano e un netturbino). Ed è nell'incessante accumulo di storie che partono o si concludono con morti violente che l'assassinio di Khalil Jàbir perde di significato, da eccezionalità diventa quotidianità.
La lotta fra un uomo e un angelo, in un albergo di montagna. Un inverno trascorso sotto una valanga. Un amore finito sullo sfondo del Monte Fuji. E poi storie di neve e di guerra, di ghiacci artici e scoperte della libertà, di sinuosi corpi femminili sulle piste da sci. Come recita il titolo del racconto di Fosco Maraini, "Quando salendo creavi un mondo", l'esperienza della montagna ha a che fare prima di tutto con un percorso interiore. Mentre il paesaggio si allarga, le pareti di roccia, la neve, i ghiacciai, l'esperienza stessa della salita obbliga l'uomo a un confronto con l'assoluto. La montagna diventa simbolo, una concretissima sfida contro i propri limiti, nell'isolamento dal mondo circostante l'ascesa si estremizza in ascesi.
Ricardo conosce la "ragazza cattiva" da adolescente, a Lima, e per trent'anni la rincorre in lungo e in largo per il mondo, colpito da un amore folle e sconsiderato. Lei ama nascondersi sotto false identità, è sempre in fuga da qualcosa, irretita da ideali politici, alla ricerca di libertà, ma anche di patrimoni da depredare. La rincontra a Parigi, dove lei è di passaggio, guerrigliera della MIR destinata all'addestramento a Cuba: sull'isola seduce un capo castrista, poi un diplomatico francese che la riporta con sé in Europa. Seduce poi un benestante inglese, per poi finire con un mafioso giapponese, che la devasta nel morale e nel fisico con ripetute, terribili violenze sessuali. Ogni volta Ricardo è lì a proteggerla. E ogni volta lei riprende la sua via di fuga.
Ambientato sotto il regno di Ramses III, l'ultimo dei grandi faraoni, il romanzo è la storia avventurosa di una famiglia di ladri di tombe. Personaggi storici e di finzione si intrecciano dando vita a un ampio affresco sull'antico Egitto, ricco di dettagli sulla vita quotidiana, i costumi, la lotta per la sopravvivenza delle classi più povere e gli interessi di potere dell'aristocrazia; in cui si percorrono le strade buie di Menfi, la capitale amministrativa, e si ritrova la bellezza dei paesaggi, la ricchezza e la magnificenza dell'architettura, la grandezza degli eserciti impegnati nella battaglia contro i popoli vicini, lo splendore della corte faraonica.
"Credo non abbia la minima possibilità di farcela. Non ha un solo centimetro di pelle intatto." E invece Dominic Matei, colpito da un fulmine e ridotto a un tizzone ardente la notte di Pasqua del 1938, non solo riesce a sopravvivere, diventa un fenomeno. Il professore rumeno, arrivato a Bucarest per suicidarsi, si ritrova d'un tratto ringiovanito di trent'anni, e affetto da una sensazionale forma di ipermnesia: ricorda tutto, troppo, anzi sa addirittura ciò che ancora deve accadere. La polizia segreta comincia ben presto a diffidare di lui e la Gestapo vuole studiarne le straordinarie facoltà mentali. È solo l'inizio di una serie di paradossali, strabilianti avventure. In pagine visionarie e feroci, venate di grottesca ironia, Mircea Eliade, storico delle religioni, studioso di yoga e sciamanesimo, orchestra una metafora della vita moderna. Mette in scena se stesso: Dominic è un "mutante", ma è prima di tutto un diverso, condannato alla solitudine e all'incomprensione dal peso della sua stessa sapienza. Una storia che ha stregato Francis Ford Coppola, tornato sul set per la prima volta dopo dieci anni per dirigerne la versione cinematografica.
Laura e Julio sono una coppia madrilena che vive in un appartamento accanto a quello di Manuel, un grande amico col quale passano la maggior parte del tempo libero. Un giorno Manuel ha un incidente che lo inchioda a un letto d'ospedale. Da quel momento la convivenza tra Laura e Julio diviene sempre più difficile. L'assenza dell'amico genera una crepa nel loro rapporto, tanto che Laura un giorno chiede a Julio di lasciare la casa. Julio accetta la separazione ma, all'insaputa della donna, va a occupare l'appartamento di Manuel. E qui Julio comincia, lentamente, ad assumere la personalità dell'amico: veste i suoi vestiti, prende le sue abitudini, legge i suoi libri, e parte per un inquietante viaggio alla ricerca di se stesso, della sua vita, della sua identità, del suo passato e di quello di Laura.
Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla più tenera età nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un'autorità superiore nascosta, sarà accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall'intimità più calda al distacco più violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sarà di loro in futuro? Che cosa significano le parole "donatore" e "assistente"? E perché i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono così importanti? Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d'amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un'utopia al rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. È uno di quei libri che agiscono sul lettore come lenti d'ingrandimento: facendogli percepire in modo intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.
Anni fatti di speranze, di lotte, di sofferenze. Sono gli anni Sessanta e il clan Lennox sembra non volersi risparmiare nessuna contraddizione. Due donne straordinarie, Julia e Frances, infinitamente diverse ma unite nella protezione della prole, combattono per i "ragazzi" contro tutti gli ostacoli. Fra tutti il peggiore è il Compagno Johnny, padre dei ragazzi, figlio di Julia ed ex marito di Frances. "La rivoluzione viene prima delle questioni personali" è il motto che recita mentre deposita mogli scartate e figli danneggiati nella grande casa di Julia.
A'isha, l'ultima moglie del Profeta, ricorda gli anni trascorsi accanto allo sposo. E comincia un fantastico viaggio della memoria che la porta a ricordare tutte le donne che, in maniera diversa ma con la stessa forza e intensità, hanno amato Maometto. Dalla madre Amina, che lo lasciò orfano in tenera età, ad Halima, la balia che si prese cura di lui durante l'infanzia. Da Khadigia, che lo iniziò all'arte dell'amore, ad Hafsa, la figlia del califfo Omar. Da Maria, avvenente fanciulla cristiana, a Safyyah, donna ebrea colta e intelligente. Da Fatima, la figlia adorata, alla stessa A'isha, che lo sposò quando aveva solo nove anni, e a tutte le altre donne il cui cuore fu rapito dal Profeta. A partire dalle fonti della letteratura coranica e islamica del VII e VIII secolo, un viaggio nel mondo delle donne che hanno amato Maometto, tra amore, passione, intrighi e tradimenti.
Dopo dodici anni d'amore - uno di quegli amori assoluti che nascono nell'adolescenza, modellano il mondo a loro immagine e sembrano condannati all'immortalità -, Rimini e Sofìa si separano. Per lui tutto torna a essere nuovo e brillante, come il pavimento di una strada dopo un acquazzone. Riscopre il desiderio e, con l'efficace aiuto di alcune sostanze illecite, si lancia sfrenatamente nel recupero del tempo perso. Ma la sua relazione con Sofia non è morta, forse ha solo fatto ciò che l'amore fa quando finge di essere finito: cambia forma. E quando torna, l'amore ha il volto dello spavento. Donna-zombi, spettro vendicatore, innamorata insonne, Sofia riappare all'orizzonte di Rimini per riconquistarlo, martirizzarlo o salvargli la vita, issando le bandiere di una passione che non si arrende di fronte a nulla e pretende di governare tutto. Così, Rimini, che nella riapparizione aveva intravisto una possibilità di rinascita, a poco a poco sprofonda nell'abisso di un incubo o di una commedia un inferno nel quale il ricatto sentimentale, il tradimento e perfino il crimine sono moneta corrente. Perderà tutto: lavoro, salute, nuove compagne, persino un figlio. Il suo calvario subirà un rovesciamento inaspettato quando viene a conoscenza delle Donne che amano troppo, una cellula dedita al terrorismo emotivo, capeggiata da Sofìa, che si riunisce per cospirare in un locale chiamato Adèle H.