Agosto 1943. Il medico australiano Dorrigo Evans è recluso da ormai due anni in un campo di prigionia giapponese dove, insieme a molti connazionali, viene impiegato nella costruzione della Burma Death Railway, la linea ferroviaria tra Bangkok e la Birmania che avrebbe dovuto permettere all'esercito nipponico di invadere l'India. Un'impresa sovrumana che costerà la vita a molti, e Dorrigo fa il possibile per salvare i suoi compagni da fame, malattie e dalle violenze dei secondini. A sostenerlo, il ricordo di una notte d'amore trascorsa anni prima con la giovane moglie di suo zio. Una sola notte che vale una vita. Una promessa mai pronunciata.
"Balzac sembra un oste, Joyce il contabile di un'impresa di pompe funebri, Eliot il direttore di una clinica psichiatrica, e Heinrich Mann un farmacista che abbia appena deciso di avvelenare i suoi concittadini senza eccezione": sono le considerazioni suggerite alla Szymborska dalla lettura di un Piccolo dizionario degli scrittori di tutto il mondo. O meglio: dall'apparato iconografico, giacché è su quello che si è concentrata tutta la sua attenzione. Difficile immaginare un recensore più idiosincratico, inaffidabile, parziale. E più irresistibile. Le sue, d'altro canto, non sono neppure recensioni: piuttosto, letture "non obbligatorie", rapporti di un'impagabile lettrice amatoriale. Che ad ogni libro che le capiti fra le mani - libri che altri disdegnerebbero, del genere Il Guinness dei primati del cinema - sa guardare da un'angolatura che ci spiazza e ci conquista. Chi se non la Szymborska ammetterebbe, con disarmante franchezza, di aver colto, nei Sette stati della materia, solo qualche frase, e saprebbe poi trasformare la sconfitta in una geniale riflessione sullo snobismo di chi coltiva "l'antica aspirazione a sapere tutto, sia pure a grandi linee"?
Giugno 1933. La casa di campagna della famiglia Edevane è pronta per la festa del Solstizio e Alice, sedicenne brillante, curiosa, ingenua e precoce scrittrice in erba, è particolarmente emozionata. Sarà una festa bellissima e lei è innamorata, anche se nessuno lo deve sapere. Ma quando arriva mezzanotte, mentre i fuochi d'artificio illuminano il cielo scuro, il piccolo Theo Edevane, che non ha ancora un anno, scompare. E la tragedia spinge la famiglia a lasciare per sempre la casa tanto amata. Settant'anni più tardi, dopo essere stata sospesa dalla polizia per non aver rispettato le regole, Sadie Sparrow decide di prendersi una pausa di riflessione e raggiunge l'amatissimo nonno in Cornovaglia. Quando è già sul punto di lasciarlo per tornare ad affrontare i propri demoni, Sadie scopre una casa abbandonata, circondata da giardini incolti e da una fitta boscaglia. Dove un bambino era scomparso senza lasciare traccia. Per risolvere il mistero, Sadie incontrerà l'unica testimone rimasta, una delle più famose autrici inglesi, Alice Edevane. Che le rivelerà un segreto del passato... più presente che mai.
Sei racconti di Emir Kusturica che ci riportano al mondo affettivo, violento e poetico, della sua adolescenza e dei suoi primi film. Quattro, fortemente autobiografici, raccontano la vita a Sarajevo negli anni settanta e ottanta, attraverso lo sguardo di un ragazzino alle prese con le prime sigarette, i primi libri, i primi amori e le grandi domande dell'esistenza: Aleksa che cerca di salvare il matrimonio dei suoi genitori, il suo ingenuo rispetto per la letteratura e le bravate con gli amici, in viaggio fino a Dubrovnik e alla costiera dalmata. "Cento dolori" racconta la tenera e dolceamara storia d'amore fra Zeko e la piccola Milijana, campionessa di scacchi. E l'ultimo racconto, "Lungo la Via Lattea" - la storia, carica di elementi magici e simbolici, di due giovani uniti da amore e fedeltà assoluti -, costituisce in vitro la sceneggiatura del nuovo film del regista balcanico.
Artur Paz Semedo, impiegato di una storica fabbrica d'armi, le Produzioni Bellona SA., e intenditore di film bellici, viene profondamente colpito da alcune commoventi immagini de "L'Espoir", di André Malraux, cui assiste casualmente. La successiva lettura del libro, che pare già provocare un'impercettibile incrinatura nelle sue certezze di amante appassionato delle armi da fuoco, e, poco dopo, il suggerimento della ex moglie Felicia, una pacifista convinta, di investigare negli archivi dell'azienda per scoprire se le Produzioni Bellona SA. abbiano mai venduto armamenti ai fascisti lo avviano verso un'avventura che purtroppo non sapremo, pur potendolo immaginare da fedeli lettori di José Saramago, fin dove lo avrebbe condotto. Con uno scritto di Roberto Saviano e un'illustrazione di Günter Grass.
«Un caso letterario, un best seller internazionale. Straordinario» («Il Messaggero»).
«Ci sono storie così forti che mettono a tacere chi le ascolta. Ci sono storie così piene di orrore che fanno ringraziare la propria sorte, così normale, occidentale, banale. Ci sono storie di fronte alle quali tutte le belle teorie sulla parità dei sessi, sulla letteratura "di genere" e sull'emancipazione della donna perdono significato finendo col diventare ancora più piccole e oziose» («Tuttolibri»).
«Una storia struggente» («Il Giorno»).
«Non è una favola nel mondo dell'alta moda, ma una storia vera e dura» («la Repubblica delle Donne»).
Quella di Waris Dirie è una testimonianza straordinaria. La sua vita, ricca di momenti dolorosi ma anche di grandi felicità e successi, insieme avventurosa ed esemplare, l'ha portata dai deserti africani all'esclusivo mondo delle top model.
È nata in un villaggio della Somalia, ha circa trent'anni: ma nessuno, nella sua famiglia di nomadi con dodici figli, annotò la data della sua nascita.
Quando aveva più o meno cinque anni, suo padre decise che era giunto il tempo di infibularla: le pagine in cui Waris ricorda oggi quella mutilazione atroce sono assolutamente strazianti. Aveva tredici anni quando suo padre la vendette per cinque cammelli a un uomo di sessant'anni: Waris non accettò quel destino, fuggì da una zia a Mogadiscio, e poi a Londra, nella residenza di uno zio ambasciatore, come cameriera, a lavorare 18 ore al giorno 7 giorni su 7. Sempre meglio di quello che l'aspettava in patria, pensava. Così, quando lo zio, concluso il suo mandato, fu richiamato in Somalia, decise di restare in Inghilterra. Sola, iniziò a guadagnarsi da vivere lavando i pavimenti da McDonald's. Analfabeta, si iscrisse a una scuola serale.
Finché un giorno un fotografo la convinse a posare. All'improvviso, come nelle favole, il suo destino cambiò. Iniziò una fortunatissima carriera di fotomodella che la portò sul Calendario Pirelli e nelle campagne pubblicitarie della Revlon. Dopo il successo, è arrivata anche la felicità: oggi è la madre felice del piccolo Aleeke.
Tuttavia Waris Dirie non ha mai dimenticato le sofferenze che ha patito, e quelle che hanno patito e patiscono milioni di donne in tutto il mondo. Al culmine del successo, ha trovato il coraggio di raccontare la propria storia, il suo segreto più intimo. Con quell'intervista è iniziata la battaglia che sta combattendo con grandissimo impegno e coraggio, in difesa di tutte le donne che hanno vissuto e vivranno la sua esperienza. Oggi Waris Dirie è il portavoce ufficiale di Face to Face, la campagna dell'ONU per eliminare le mutilazioni femminili.
«La mutilazione genitale femminile è particolarmente diffusa in ventotto paesi africani. L'ONU ritiene che questa pratica abbia riguardato complessivamente 130 milioni di donne e ragazze. Le vittime vengono mutilate con utensili d'uso comune - quali lame di rasoio, coltelli, forbici o, peggio, con schegge di vetro, pietre appuntite e persino a morsi. Invece di diminuire, il numero delle ragazze che vengono mutilate aumenta. Molti africani emigrati in Europa e negli Stati Uniti non hanno abbandonato questa consuetudine.
Se penso che quest'anno due milioni di ragazze subiranno quello che ho subito io, mi sento male e mi rendo conto che quanto più questa tortura andrà avanti, tante più saranno le donne come me, furiose e ferite, che non potranno mai più avere ciò che è stata loro tolto».
Waris Dirie
È autunno, a New York. Il secondo senza le Torri. Liat ha appena conosciuto Hilmi e gli cammina accanto nel pomeriggio che imbrunisce, mentre pensa: Non hai già abbastanza guai? Fermati, finché puoi! Ma fermarsi non può, perché, nonostante le ferite, la magia della Grande Mela è ancora intatta, e Hilmi ha gli occhi dolci e grandi, color cannella, riccioli neri e un sorriso infantile che spezza il cuore. Lei è di Tel Aviv, fa la traduttrice e si trova negli USA grazie a una borsa di studio. Ha servito nell'esercito e ama la sua famiglia (Che cosa penserebbero, se lo sapessero?). Lui vive a Brooklyn e fa il pittore, e nei suoi quadri c'è sempre un bimbo che dorme e sogna il mare, quel mare di cui da ragazzo poteva cogliere appena un lembo, da lassù, al nono piano di un palazzo di Ramallah. Che questo amore sia un'isola nel tempo, si dice lei. Un amore a cronometro, un amore a scadenza, la stessa indicata sul visto, la stessa impressa sul biglietto del volo di ritorno per Israele, verso la vita reale. Finché, mentre oscillano tra l'ebbrezza della libertà e il senso di colpa, scoprendosi accomunati dalla nostalgia per quello stesso sole e quello stesso cielo, la vita reale non bussa davvero alla loro porta...
"La poesia è la patria delle cose che si ribellano a loro stesse, e delle forme che rifuggono la propria forma". Così Nizar Qabbani, poeta siriano, considerato tra i più importanti poeti del mondo arabo moderno, apre questa raccolta di poesie, per la prima volta tradotte in italiano. Una raccolta speciale perché frutto di una selezione compiuta dallo stesso Qabbani. "Le mie poesie più belle" raccoglie, infatti, i componimenti che il poeta definì le sue poesie-chiave, "quelle che lasciano dietro di loro domande... fiamme... fuoco... e fumo". Postfazione di Paola Caridi.
In queste pagine Svetlana Aleksievi? presenta in tre interventi la sua opera, che tratta «delle nuove paure che ci stanno davanti. Siamo in un mondo diverso da prima, la nostra anima deve affrontare molte prove e imparare di nuovo il coraggio di vivere». Dando voce alla sofferenza, ai testimoni, alle vittime, la Aleksievi? esplora nodi cruciali per la storia del suo paese: la Seconda guerra mondiale vista dalle donne, la fine dell'utopia comunista, la guerra dell'Armata rossa in Afghanistan e l'incidente nucleare di ?ernobyl', che costrinse l'umanità a confrontarsi con la propria precarietà, scoprendosi indifesa di fronte a una nuova dimensione del male, a minacce impalpabili, a nemici invisibili quanto inesorabili. Una condizione che oggi, dopo l'11 settembre, la guerra permanente e i continui attentati terroristici, possiamo leggere nella sua drammatica evidenza.
Nell'estate del 1941 le truppe tedesche invadono la Bielorussia e occupano la capitale, Minsk. Gli eroi di questo libro sono bambini e ragazzi bielorussi e russi che hanno vissuto la terribile quotidianità di quegli anni di guerra e sono cresciuti nell'orrore del più disumano dei conflitti, Pubblicato per la prima volta nel 1985 e censurato dal regime sovietico, "Gli ultimi testimoni" compare oggi nella sua versione definitiva, per raccontarci una storia diversa da quella ufficiale, letta attraverso i ricordi e gli occhi innocenti dei più piccoli. Le loro parole, che per semplicità e immediatezza hanno una forza evocativa ancora più sconvolgente, cancellano ogni ideologia e modificano il nostro sguardo sul mondo. Un bambino che è stato strappato alla sua famiglia e defraudato della sua infanzia resta ancora un bambino? Che interpretazione può dare della guerra, suo unico orizzonte di vita? Quali sono le immagini che più l'hanno segnato? Sono questi gli interrogativi a cui il premio Nobel Svetlana Aleksievic cerca di dare risposta attraverso le sue interviste. Ma la conclusione è che non c'è azione attuata per il bene universale che possa giustificare anche "una sola lacrima di bambino".
Vennero versati fiumi di lacrime, nel 1955, quando uscì nelle sale "L'amore è una cosa meravigliosa", con Jennifer Jones e William Holden. E tutti di nuovo piangevano quando dai jukebox risuonava la canzone composta per il film, Love is a manny splendored thing, interpretata da Andy Williams. Quasi tutti, però, ignoravano che dietro questa commovente vicenda sentimentale c'era una storia vera, raccontata nell'omonimo romanzo di Han Suyin, dottoressa metà cinese e metà europea, donna molto bella, più volte maritata, ma lacerata tra Oriente e Occidente nella sua scomoda identità di "mezzo sangue". Il romanzo, fortemente autobiografico, si svolge a Hong Kong alla fine degli anni Quaranta. Racconta la storia d'amore tra una donna cinese di buona famiglia, che ha studiato medicina nelle scuole inglesi, e un giornalista britannico residente in Asia, sposato con figli. È una relazione molto travagliata, circondata com'è dall'ostilità e dai pregiudizi della famiglia di lei e della società circostante. Sullo sfondo si agitano le passioni politiche del dopoguerra, l'epopea della guerra civile e la vittoriosa Lunga Marcia dei comunisti di Mao Zedong. "L'amore è una cosa meravigliosa" (1952) fu un successo mondiale, con moltissime edizioni internazionali, quattro solo in Italia, dove vinse il Premio Bancarella nel 1956. Sonzogno lo ripubblica in una nuova traduzione, arricchito da una postfazione di Renata Pisu.
1984. Susana è una giovane ornitologa e abita nel faro che domina l'Isola dei Gabbiani, nelle fredde acque del Mar Cantabrico. Ha deciso di trasferirsi in un quel luogo remoto e selvaggio per studiare da vicino il comportamento di una particolare specie di gabbiani. Ma una serie di incidenti inizia a minacciare la sua incolumità, finché una notte... Vent'anni dopo, Laura e Jacobo, entrambi poliziotti, trascorrono la loro luna di miele sull'isola, dove è appena stato aperto un hotel di lusso. Tra gli ospiti, però, aleggia una strana atmosfera: nessuno sembra essere arrivato lì per caso e presto l'ombra del sospetto si insinua tra i presenti rendendoli agitati e nervosi... specialmente quando il cadavere di uno di loro viene ritrovato tra gli scogli. Mentre infuria una violenta tempesta che rende impossibili le comunicazioni con la terraferma, Laura e il marito danno immediatamente inizio alle indagini. Intanto gli omicidi si susseguono a ritmo serrato secondo un macabro copione: l'assassino sembra imitare le atroci morti dei protagonisti di un libro emerso dal passato. Nessuno è al sicuro, nessuno sa davvero chi ha accanto, nessuno può restare da solo. Ma una cosa con il trascorrere dei giorni diventerà chiara a tutti: L'Isola dei Gabbiani nasconde un oscuro segreto che preme per venire alla luce.