
Isole britanniche, 1600 a. C. Da giorni la tormenta non dava tregua, il gelo attanagliava le carni e la neve aveva trasformato il mondo in un deserto bianco. Presagi più infausti non potevano esserci nel giorno della nascita di Conan. Eppure quel bambino, appena nato e già orfano, è un predestinato. Lui, figlio di druidi, è l'uomo delle profezie celtiche, l'eroe che dovrà trovare la mitica stele di pietra, su cui sono incisi antichi segreti. Per il momento, però, Conan è ignaro di tutto e cresce come figlio adottivo di Erin la Bella, dissoluta moglie del capo di una delle tribù più sanguinarie d'Irlanda. Le sue origini sconosciute lo espongono a ogni umiliazione e gli valgono l'odioso soprannome di Straniero. Quel giogo non durerà a lungo.
Landolfi offre ai lettori, in questa silloge di "esercizi di stile", le storie di un nobiluomo che usa la spada avita per tagliare in due la fanciulla che ama in una sorta di rito dolcissimo e struggente; la relazione accademica di un cane - che è un professore arzebeigiano e risponde al nome di Onisammot Iflodnal - il quale annuncia a un pubblico parecchio irritato che anche gli uomini, sebbene non tutti, intendono, sentono, pensano; una cronaca brigantesca che già nell'epigrafe, tratta da Michael Kohlhaas, evoca atmosfere kleistiane; il solo apparentemente comico "Il babbo di Kafka", in cui l'ironia vela a malapena risvolti dolorosamente autobiografici.
Pubblicato nel 1947, "Spaccanapoli" è il libro d'esordio di Domenico Rea che cominciò a scrivere assai giovane, in quella particolare atmosfera che si era venuta a creare a Napoli durante l'occupazione militare alleata. Accolto con favore dalla critica, ma confuso da alcuni con le vane operazioni neorealistiche di quegli anni, "Spaccanapoli" rivela già per intero le doti di uno scrittore incatalogabile, che descrive un mondo - quello della plebe - in una lingua sonante, ellittica, nervosa. La novità di questi racconti che Emilio Cecchi definì "al lampo di magnesio", risiedeva nella compresenza e alternanza di alto e basso, di dialettale e letterario, di quel dialetto "avviluppato e attaccato alle cose".
A ottobre il tempo è ancora indeciso. Un giorno fa caldo, quello dopo il freddo e l'umidità ridestano la gente dall'illusione di una vacanza perenne e la riportano alla realtà. Anche il crimine, però, si risveglia. Un uomo viene trovato in un cantiere della metropolitana privo di documenti e di cellulare; qualcuno lo ha aggredito e percosso con violenza. Trasportato in ospedale, entra in coma senza che nessuno sia riuscito a parlargli. Di far luce sull'episodio sono incaricati i Bastardi, che identificano la vittima: è un americano in villeggiatura a Sorrento con la sorella e la madre, un'ex diva di Hollywood ora affetta da Alzheimer. Recandosi a più riprese nella cittadina del golfo, vestita fuori stagione di un fascino malinconico, i poliziotti si convincono che la chiave del caso sia da ricercare in fatti accaduti là molti anni prima. Incrociando il presente con un passato che hanno conosciuto solo al cinema, i poliziotti di Pizzofalcone, ciascuno sempre alle prese con le proprie vicende personali, porteranno alla luce un segreto custodito con cura per cinquant'anni, una storia d'amore e di sacrificio indimenticabile come un vecchio film.
Soumchi ha undici anni e cresce come un'erba in una Gerusalemme occupata dagli inglesi, a ridosso della Seconda guerra mondiale. Il suo universo si amplia improvvisamente quando lo zio gli regala una bicicletta. Tuttavia, prima di realizzare il suo sogno di pedalare via da Gerusalemme, esplorando l'Africa e i suoi deserti, Soumchi mostra con orgoglio la sua bici all'amico Aldo. Persuaso dall'amico a scambiare la sua bici per un trenino in miniatura, inizia una serie di rocambolesche avventure in cui scambia oggetto dopo oggetto, nel tentativo di recuperare la sua via di fuga verso il mondo e la maturità. Ma sulla sua strada lo aspetta una sorpresa inaspettata: il suo primo amore. Un piccolo, grande romanzo che ci fa tornare bambini e ci mostra cosa abbiamo perduto. Età di lettura: da 12 anni.
Una mappa del tesoro di oltre due secoli fa è apparentemente indecifrabile; ricorrendo alla crittologia più sofisticata, uno studioso riesce finalmente nell'impresa, ma l'indovinello che ne risulta pare non avere a sua volta soluzione; inoltre, il tesoro sarebbe nascosto nelle Negrillos, isolette nel mar dei Caraibi che dal 1867 in avanti scompaiono inspiegabilmente da tutte le carte nautiche. Un narcotrafficante colombiano indagato dalle autorità statunitensi ha bisogno di trovare il tesoro - ben sedici galeoni stipati d'oro - per giustificare i suoi introiti, e obbliga un caccia-tesori irlandese, Christopher, e una filosofa cubana ma cresciuta a New York, Marisol, a trovarlo in sua vece. La spedizione in barca a vela avviene durante una Settimana Astrale in cui gli dèi che hanno dato il proprio nome ai giorni influenzano gli eventi quotidianamente; a pari passo si procede allo smantellamento del razionalismo, con il fallimento della «cerca» dell'algoritmo elusivo di Marisol, e del materialismo, quando si scopre che l'oro cercato era, in realtà, l'"aurum non vulgi sedphilosophorum" (l'oro non della gente ma dei filosofi). Finalmente il mistero della congiunzione si solidifica nel fine ultimo dell'alchimia.
"Il racconto, e la narrazione in generale, mi sono apparsi la forma più adatta per rispondere alla domanda ineludibile su 'chi sono io per me stesso e su chi sono per gli altri'". Così, di questo suo libro, scrive Pietro Barcellona (Catania, 1936-2013). Giurista e filosofo, interprete della società e del suo mutamento in oltre novanta saggi e nelle sue opere pittoriche, Barcellona è stato professore di Diritto privato e di Filosofia del diritto nelle Università di Catania, Firenze e Roma, dirigente e parlamentare del Pci, membro del Consiglio Superiore della Magistratura e presidente del Centro per la Riforma dello Stato. L'ultimo suo saggio, "Parolepotere", è stato pubblicato da Castelvecchi nel 2013.
A Parigi, in un futuro prossimo, vive François, studioso di Joris-Karl Huysmans, che ha scelto di dedicarsi alla carriera accademica. Perso ormai l'entusiasmo verso l'insegnamento, la sua vita procede su binari tranquilli, impermeabile ai grandi drammi della storia, scandita da avventure con le sue studentesse. Ma qualcosa intorno a lui sta cambiando. La Francia è in piena campagna elettorale. I tradizionali equilibri politici scricchiolano sotto il peso di nuove forze in gioco che minano il sistema consolidato. È un'implosione improvvisa e lenta come un brutto sogno, che accelera fino a travolgere anche François. Sottomissione è il romanzo più visionario e insieme realistico di Michel Houellebecq, capace di trascinare su un terreno ambiguo e sfuggente il lettore che, come il protagonista François, vedrà il mondo intorno a sé, improvvisamente e inesorabilmente, stravolgersi.
A Parigi, in un indeterminato ma prossimo futuro, vive François, studioso di Huysmans, che ha scelto di dedicarsi alla carriera universitaria. Perso ormai qualsiasi entusiasmo verso l'insegnamento, la sua vita procede diligente, tranquilla e impermeabile ai grandi drammi della storia, infiammata solo da fugaci avventure con alcune studentesse, che hanno sovente la durata di un corso di studi. Ma qualcosa sta cambiando. La Francia è in piena campagna elettorale, le presidenziali vivono il loro momento cruciale. I tradizionali equilibri mutano. Nuove forze entrano in gioco, spaccano il sistema consolidato e lo fanno crollare. È un'implosione improvvisa ma senza scosse, che cresce e si sviluppa come un incubo che travolge anche François. "Sottomissione" è il romanzo più visionario e insieme realista di Michel Houellebecq, capace di trascinare su un terreno ambiguo e sfuggente il lettore che, come il protagonista, François, vedrà il mondo intorno a sé, improvvisamente e inesorabilmente, stravolgersi.
A Parigi, in un indeterminato ma prossimo futuro, vive François, studioso di Huysmans, che ha scelto di dedicarsi alla carriera universitaria. Perso ormai qualsiasi entusiasmo verso l'insegnamento, la sua vita procede diligente, tranquilla e impermeabile ai grandi drammi della storia, infiammata solo da fugaci avventure con alcune studentesse, che hanno sovente la durata di un corso di studi. Ma qualcosa sta cambiando. La Francia è in piena campagna elettorale, le presidenziali vivono il loro momento cruciale. I tradizionali equilibri mutano. Nuove forze entrano in gioco, spaccano il sistema consolidato e lo fanno crollare. È un'implosione improvvisa ma senza scosse, che cresce e si sviluppa come un incubo che travolge anche François. "Sottomissione" è il romanzo più visionario e insieme realista di Michel Houellebecq, capace di trascinare su un terreno ambiguo e sfuggente il lettore che, come il protagonista, François, vedrà il mondo intorno a sé, improvvisamente e inesorabilmente, stravolgersi.