Un "contastorie" spunta fuori dal ventre della notte al centro di una piazza e inizia a raccontare ai bambini del villaggio delle favole. Parla di lupi nei boschi, di principi azzurri, di piante di fagioli che bucano il cielo; c'è Biancaneve, Pollicino, la piccola fiammiferaia. Sembrano le storie già sentite mille volte ma ben presto i bambini si rendono conto che quel che stanno ascoltando è nuovo, strano. Bello, però. Come l'altra faccia della luna. Perché la favola torna storia, i principi uomini; i cattivi e i buoni si scambiano i ruoli e niente, proprio niente, è come appare.
"I viaggiatori che avevano avuto la fortuna di vederlo dicevano che il palazzo del principe di Ik, solitario e misterioso, sembrava spuntare dalla profondità segreta della terra. Dentro le mura custodiva cortili arabescati, fontane scroscianti, stanze misteriose dagli alti soffitti. E dentro le stanze, luccichio di sete colorate, bagliore di lame taglienti, fruscii sommessi e voci superbe... Si diceva che dalle sue cupole nascesse il sole... che tutte le strade che si allungavano verso oriente arrivassero alle sue mura. Si diceva che non tutti potessero vederlo. Per questo tutti desideravano, almeno una volta nella vita, arrivare a scorgerlo. O, almeno, a sognarlo." Così scrive l'Autrice nel Prologo di questo libro, ambientato nel Medioevo.
Andrea è un undicenne obeso che odia il suo corpo, perché i suoi compagni lo prendono in giro in modo pesante. È appassionato di farfalle e vorrebbe avere un corpo come il loro; quando gli regalano un "farfallo", Lallo, che parla e diventa suo amico, la sua vita comincia a cambiare. Ma un incidente mette la vita di Lallo a rischio... Le avventure si susseguono, compreso uno scambio di corpi che Andrea desiderava. Dopo diverse peripezie, aiutato anche dall'amicizia di Giò, una compagna di classe che viene dall'Argentina, Andrea si riconcilia con il suo corpo. Nel frattempo, insieme a Giò, scopre anche un traffico illegale di farfalle rare.
Nella buia foresta di Boscoscuro vive Carnera, un enorme e feroce lupo nero che terrorizza tutti gli animali di Boscochiaro. Tutti tranne Scricchio, un piccolo e coraggioso scoiattolo che non ha paura di sfidarlo. Sarà proprio lui a scoprire l'incredibile segreto che il lupo nasconde. Carnera, al di là dell'apparenza, del vocione stridente, delle minacce ai poveri animaletti terrorizzati, non potrebbe fare del male nemmeno a una mosca: è sordo, quasi cieco, calvo e sdentato, e con un pancione trasbordante. Scricchio lo segue a sua insaputa e assiste, tra lo stupito e il divertito, alla metamorfosi del "terribile" Lupo Carnera che, arrivato a casa, si toglie parrucca, panciera e... dentiera. La scoperta servirà a Scricchio per tranquillizzare la sua gente e per dare una lezione all'arrogante Carnera. Ma gli consente anche di capire la straordinaria solitudine di un lupo diventato vecchio e fragile. Per questo Scricchio offrirà a Carnera l'amicizia di tutti gli animali di Boscochiaro stringendo con lui un sodalizio di reciproco aiuto. Un racconto ben scritto da R. Pavanello; divertente, dal ritmo incalzante, che appassionerà i bambini, anche grazie ai bellissimi e simpaticissimi disegni di un'illustratrice piena di talento, Sara Anna Benecino. Dalla storia emergono: l'amicizia e la solidarietà che esiste tra gli abitanti di Boscochiaro; la simpatia e la furbizia di Scricchio, in cui si rispecchieranno molti bambini. Il tema del superamento della paura e la necessità di capire cosa si nasconde dietro l'arroganza e la prepotenza, e l'accoglienza delle altrui debolezze. Età di lettura: da 7 anni.
Che cosa succede in una fiaba se i protagonisti sono fagiolini, carciofi, melanzane, zucche, olive, mele, noci, carote?!?! Sicuramente la fiaba finisce bene e Matteo, che l'ha ascoltata, finisce il suo piatto di riso con le verdure fino all'ultimo chicco. Sorpresa finale: anche Matteo può provare a cucinare un bel piatto di riso con le verdure! Età di lettura: da 4 anni.
Joakim, otto anni, in attesa di un fratellino, è rimasto solo in casa. Sua madre, colta dalle prime doglie, è corsa in ospedale accompagnata dal padre. Joakim guarda fuori dalla finestra: a un tratto si accorge che c'è un bambino appeso per i calzoni e a testa in giù a un albero del giardino. E' una strana creatura, simile a un umano, ma non del tutto uguale. I due, parlando, si raccontano e si interrogano sulle proprie origini, finendo quasi inavvertitamente col porsi i grandi interrogativi che riguardano la vita e il suo significato.
Dopo "Orco qua, orco là" e "Orchi sottosopra", l'ultimo divertente capitolo della trilogia degli orchi, con un finale tinto di noir e di un autentico brivido di paura.
Un piccolo libro che racconta di un'interrogazione tra un professore pomposo e un allievo sorprendente. Il loro dialogo ben presto sfugge alle regole del buon ordine scolastico e spicca il volo per spiegare a chi ascolta (e a chi legge) com'è che succede la cosa più bella del mondo: come si fa un bambino. Età di lettura: da 10 anni.