Un’antica leggenda ebraica narra che Adamo ebbe una prima moglie, Lilith, che rifiutandosi di giacere sotto di lui e rivendicando l’uguaglianza («maschio e femmina li creò») fu maledetta per sempre da Dio. Questa misteriosa figura ha acceso per secoli l’immaginario di popoli e culture assumendo vesti diverse. In questo racconto Lilith è un angelo guerriero al fianco del Signore; consiglia a Eva di lasciare l’Eden per aiutare Dio nella sua lotta contro il male: non si può restare nel giardino incorrotto, bisogna uscire e andare tra gli uomini dove il male prevale.
Per la sua trasgressione l’angelo sarà condannato da Dio a vivere sulla terra, come donna, ma fuori del tempo, in un immenso tragico presente. Nel suo peregrinare, Lilith incontrerà creature dolenti. Camminerà a fianco delle donne, condividendone fatica e sofferenze: le lapidate di Herat, le spose bambine di Peshawar. In una strada di Mosca ascolterà un vecchio sopravvissuto alla Kolyma. I reduci dai campi di sterminio nazisti e dalla guerra in Iraq le confideranno la solitudine del ritorno.
In questo viaggio, poetico e visionario, si racconta la caduta dell’Occidente e si riflette sulla fine della Storia con i suoi deliri di potere, le macchinazioni degli uomini, le colpe e le responsabilità, le vittime e i carnefici.
Lilith conosce il destino degli altri; ma le è ignoto il proprio. Tornerà al fianco del Signore solo se, alla fine del tempo, il male non prevarrà.
Anna Achmatova (pseudonimo di Anna Gorenko) nasce nel 1889 nei pressi di Odessa. Vive una giovinezza ricca di stimoli culturali (letteratura, teatro, musica), ma segnata dalla sofferenza (due sorelle morte, la separazione dei genitori, la malattia del padre, l’ossessione religiosa della madre); il dolore la accompagnerà per tutta la vita, dando alla sua poesia un tono ora vibrante, duro e rabbioso, ora disilluso e malinconico, intessuto della memoria del passato. Tra i temi a lei più cari sono la religione, nella sua declinazione tipicamente russa (quotidiana, “casalinga”, con gli oggetti ad essa cari come i ceri e le icone), e la grande terra sua e dei suoi avi, la Santa Russia, grandiosa e misera, mistica e brutale. Testo russo a fronte.
Autore di una poetica che Adam Michnik ha definito una misteriosa commistione di metafisica ed eroismo etico, Krynicki è il destinatario della bellissima Lettera a Ryszard Krynicki, in cui il poeta Zbigniew Herbert inviava al più giovane collega i suoi «enigmi della civetta», gli interrogativi sul potere salvifico della bellezza e sul rapporto tra etica ed estetica. Forse la poesia, si chiede Krynicki facendo eco a Czeslaw Milosz, non salva i popoli, ma deve essere voce della coscienza. E così il poeta riceve segnali di civiltà scomparse, la sua immaginazione gira intorno al punto mistico dell.Esplosione primordiale, ma egli vede anche il vagabondo che dispone i suoi cartoni per la notte, si inchina davanti al suo simile diseredato, accosta lo spazio abissale delle galassie, sede del divino, a quello minimo del singolo uomo.
Voce in assoluto tra le più rilevanti della poesia contemporanea, Mark Strand, che è nato in Canada nel 1934 ma vive a New York e insegna alla Columbia University, propone in questa ampia selezione un percorso essenziale all'interno della sua opera, dagli esordi negli anni Sessanta fino ai libri più recenti, come "Uomo e cammello", uscito in Italia nel 2007 e accolto da un coro unanime di consensi. Poeta del pensiero sempre attivo come vera e propria azione dentro le cose, profondo e raffinato artefice di una lirica di meditazione disillusa, capace di muoversi in un territorio astratto sempre più vasto e coinvolgente, attento alla grande lezione di Wallace Stevens, Strand realizza un'opera che è soprattutto un'alta avventura della mente nell'impeccabile esattezza della forma. Con particolare acutezza e passione, Rosanna Warren, nel suo saggio introduttivo, studia la poesia di Strand dandole una nuova e originalissima prospettiva. Partendo dal classico concetto di un paesaggio idealizzato e artificiale, la colloca entro l'area della "poesia pastorale contemporanea". Ma il paesaggio, nell'opera del poeta americano (qui proposta nell'efficace traduzione di Damiano Abeni), è concepito come spazio poetico simbolico, all'interno del quale si esericitano liberamente il pensiero poetico e la musica della parola di un artefice sempre immerso, con critica attenzione, nelle vicende complesse del reale.
Voce fondamentale della letteratura svedese, nordica ed europea in generale, Lars Gustafsson è nato a Västeras nel 1936. Personalità fortemente eclettica, ha sviluppato numerosi talenti: musicista, pittore d'acquarelli, filosofo, logico, poeta e romanziere. Spirito inquieto e curioso, ha viaggiato e soggiornato in varie parti del mondo. Ha insegnato storia del pensiero europeo all'Università di Austin, in Texas, dalla fine degli anni '70 al 2006, quando ha deciso di tornare in Svezia.
Novità e nuove edizioni aggiornate per i Tutto, realtà consolidata nel campo dei reference. Per la loro capacità di fornire uno sguardo d’insieme completo e attuale, rispondendo al contempo all’esigenza di una consultazione rapida ed esauriente, sono particolarmente apprezzati da tutti gli studenti. Chiari e scorrevoli nell’esposizione, sono senza dubbio adatti allo studio delle discipline scolastiche, ma si rivelano anche opere di consultazione per gli appassionati. Numerosi gli strumenti di sintesi e di verifica: introduzioni ai capitoli per inquadrare gli argomenti trattati, glossari dei termini e dei concetti, tabelle e schemi riassuntivi, test per valutare il proprio livello di apprendimento.
I versi di questa pubblicazione, pensieri e riflessioni quotidiane, costituiscono un diario spirituale in cui l'autore fotografa la sua anima e il suo vissuto. In essi è sempre vivo il senso del divino, la Presenza. Sono costanti i riferimenti alle Sacre Scritture oltre che a personaggi e luoghi cari, il Poverello d'Assisi, la terra d'origine, le rive del lago lombardo...