Marina Corona è nata a Milano nel 1949. Ha vinto nel 1990 il Premio Internazionale Eugenio Montale per la sezione "Inediti". Ha pubblicato il volume "Le case della parola" e il libro "L'ora chiara". Cura cicli di poesia e presentazioni di poeti presso la Casa della Cultura di Milano.
Qui lampeggiano, nella foschia veneta e nel ricordo di molti viaggi, i frammenti di una vicenda personalissima. E però il mondo, le città, i tasselli luminescenti di una società tra deriva e desiderio, entrano, eccome, nella trama di pena individuale. Così il libro di Broggiato, fedele alle note lanciate dalle migliori voci della poesia novecentesca italiana e non solo, ci consegna da un lato il ritratto di un uomo che non ha pudore a dire “io” e a mettere in scena i suoi strappi, i pentimenti e le ferite, dall’altro una mappa del presente colto in alcune città emblematiche nei diversi angoli del mondo, e nel viaggio che le unisce. Non aspettatevi cose strane da Broggiato, ma seguite questa voce che azzarda con la sola nuda poesia a ricomprendere se stessi e le strade del mondo. C’è una volontà narrativa. Le favole antiche a cui ogni tanto ricorre Broggiato confermano che qui siamo via da una idea breve di lirica. Ma il verso misurato, le sapienti fratture del testo, il corpo slogato confermano che c’è della musica, la ricerca di una canzone, di una voce a cui consegnare i giorni, nelle foschie e nei silenzi in cui si vela il mondo, e si rivela. (Davide Rondoni)
Il poeta è anche un mistico, un saggio, un veggente: così, quando Tagore parla d'amore, parla di una sintesi suprema di amante e amato, di qualcosa di vicino a Dio, se non a Dio stesso. L'amore è l'esperienza più piena e totale che un individuo possa compiere, perché l'incontro tra gli innamorati è l'unione di sacro e profano, anima e desiderio, spirito e corpo. Poeta, prosatore, musicista e filosofo, Tagore nacque a Calcutta nel 1861 e morì nel 1941.
Questa antologia contiene testi scelti per il pubblico italiano direttamente dall'autore e costituisce un panorama conciso ma ampio sulla lirica di Tolentino, apparentemente caratterizzata da una semplicità e leggibilità del verso, ma segnata da un lacerante compromesso con la vita che si nasconde dietro la fragilità delle parole. Poesia che rivendica un imprescindibile attaccamento all'essenzialità dei gesti, alla delicata ragione di un costante inno all'amore, di un'urgenza di vita condivisa, anche quando tutto sembra veramente perduto, quando i conti tra i sentimenti estremi e gli orizzonti di attesa non collimano, lasciando scorrere un filo di pudica disperazione.
Partecipe in eguale misura dell'estrema dolcezza orientale e di una certa crudezza di ritmi di tipo occidentale, in queste "Poesie d'amore", accompagnate dalle foto di Robert Doisneau, Hikmet ci mostra le due facce della sua natura, lirica ed epica, saldate in un risultato unico. Versi immortali, che riassumono nell'elemento erotico i diversi aspetti dell'attività e dell'esperienza dell'autore, poeta d'amore perché prima di tutto poeta di battaglie e di idee.
Nata nel 1911 e scomparsa nel 1979, Elizabeth Bishop è considerata una delle grandi figure della poesia del Novecento. Questo volume comprende quasi tutta la sua produzione poetica (sono escluse soltanto alcune prove giovanili). Il suo mondo poetico, composto di parole familiari, domestiche, spoglie, illuminanti, crea un gioco di iridescenze, un prisma di lacrime, di squame, di chiazze di benzina, miracolo che si schiude dalla finestra della pagina, una delle tante "gabbie per l'infinità".