Il gattino di Chiara e le allodole di Francesco; il corvo di Benedetto e il cane di don Bosco; le api di Rita e la mula di Ignazio. Storie di amicizia e di affetto, storie vere di animali che si sono mostrati collaboratori docili, umili e silenziosi di numerose figure di santità.
Scrive l'autore, introducendo il volume: "In queste conversazioni cercherò di avere come guida Don Bosco. Con lui ascolteremo la Parola di Dio, con lui rinnoveremo la nostra radicale volontà di essere segni e portatori di Gesù ai giovani. Ascoltando le sue parole, specialmente quelle del suo testamento spirituale, purificheremo il nostro cuore e l'orientamento della nostra vita. Quando ricorderò e narrerò fatti e parole di Don Bosco, cercherò di leggerci dentro in profondità, e spero di rafforzare la convinzione che egli è per ciascuno di noi veramente il Padre e Maestro e che a lui ci ha affidato la Vergine Maria".
21 luglio 1098. Bermersheim, Germania meridionale. In un'estate torrida e afosa nasce Ildegarda di Bingen. È gracile e malaticcia e tutti temono che non arriverà a compiere un anno. La piccola invece sopravviverà, e questo sarà solo il primo dei prodigiosi eventi della sua esistenza. Enigmatica e affascinante figura del medioevo, Ildegarda, monaca di nobili origini, fu mistica, profetessa, musicista e, scoprendo le virtù terapeutiche delle piante, inventò la medicina naturale, che cura insieme il corpo e l'anima. A capo del monastero di Bingen, attirò su di sé l'attenzione dei potenti del suo tempo, entrò in contrasto con la Chiesa cattolica e non ebbe timore di sfidare l'imperatore Barbarossa. In questa biografia romanzata, Anne Lise Marstrand-Jørgensen ne segue il percorso più intimo, dalla prima infanzia alle imprese nel mondo. Scopriamo che fin da bambina Ildegarda ha visioni profetiche, parla con gli animali, comunica con i fiori, le piante e la natura. Ma la sua estrema sensibilità e l'incrollabile fiducia di essere guidata dalla voce di Dio, la metteranno in conflitto con la famiglia e i suoi maestri. E moltiplicheranno le difficoltà che dovrà superare per affermare la propria personalità. Da mesi in testa alle classifiche dei libri più venduti in Danimarca, La guaritrice è un magistrale romanzo storico ambientato in un medioevo inedito, allo stesso tempo realistico e magico.
Rivisitando le pagine dei Vangeli dell’infanzia, i Vangeli apocrifi, la tradizione della Chiesa, la devozione di molte generazioni di credenti e con la libertà propria di un’opera letteraria, in cui fantasia e realtà si fondono e si confondono, l’Autrice racconta di San Giuseppe, premuroso padre di famiglia e artigiano abile e operoso, che parla della sua vita in prima persona. Ne emergono i tratti di una vita impastata di mistero e di quotidianità. Il mistero di vivere accanto al Figlio di Dio e a Maria, a volte senza capirli. La quotidianità di una vita familiare intessuta di affetti, di parole, di silenzi, di faccende domestiche, di lavoro nella bottega di falegname, di frequenza alla sinagoga, di vita del villaggio. Dalle pagine di questo libro – riccamente illustrato – si affaccia una figura di San Giuseppe molto vicino a noi. Quasi quasi lo sentiamo uno di famiglia.
Il classico senza tempo sulle apparizioni di Lourdes. La storia eccezionale della figlia analfabeta di un povero mugnaio, Bernadette Soubirous, dapprima accusata di pazzia, isolata e minacciata per aver raccontato le sue visioni della Madonna in una misera grotta, poi seguita da schiere di fedeli, infine proclamata santa.
Concepito dall'ebreo Franz Werfel mentre si nascondeva nella cittadina dei Pirenei per sfuggire al nazismo, questo coraggioso racconto di eventi miracolosi è – per le circostanze in cui è stato scritto – un miracolo esso stesso.
Emilia De Vialar nasce a Gaillac, in Francia, il 12 settembre 1797. Dopo un lungo discernimento vocazionale, nel Natale del 1832 Emilia lascia la sua casa per fondare un nuovo Istituto religioso: le Suore di San Giuseppe dell'Apparizione. Con profetica lungimiranza, completa l'identità di carità della nuova Congregazione con un generoso impulso missionario. Invitata dal fratello Agostino - che si trovava in Algeria - per sopperire alle necessità della popolazione locale, Madre Emilia, insieme ad alcune consorelle, s'imbarca senza indugio per l'Africa il 3 agosto 1835. In Algeria l'Istituto si espande velocemente. Pur in mezzo a tante difficoltà, l'audace spirito missionario di Madre Emilia porterà il suo Istituto in tutto il mondo, finanche in Terra Santa. Il 24 agosto 1856 Madre Emilia si spegne, in fama di santità. È canonizzata da Pio XII nel 1951.
Edwige nasce il 15 aprile 1836 a Varsavia, da una ricca famiglia aristocratica. A causa dell'oppressione russa deve lasciare la sua terra. In esilio a Parigi, Edwige matura la vocazione alla vita consacrata. Sarà il giudizio di Papa Pio IX, incontrato durante un'udienza privata a Roma, a convincere il padre, inizialmente contrario alla scelta della figlia, e a permettere alla giovane Edwige di seguire la sua strada. Nel 1857 entra nel Carmelo in Francia, prendendo il nome di suor Edwige della Croce. Dieci anni più tardi madre Edwige fonda un nuovo monastero a Posen in Polonia, ma la comunità viene espulsa dal governo prussiano trovando rifugio nel monastero carmelitano di Cracovia. Per problemi interni alla comunità religiosa madre Edwige ritorna a Roma, dove continuerà con fedeltà e abnegazione la sua vita consacrata. Madre Edwige termina la sua intensa e generosa vita terrena il 9 gennaio 1911 a Porto Maurizio, nel Monastero dell'Immacolata, da lei fondato.
"Lasciamo fare al Signore" era una delle frasi tipiche di suor Maria Bertilla (1888-1922), espressione che pronunciava, nella sua esemplare umiltà e pazienza, soprattutto quando incontrava maggior incomprensione e ingratitudine. La semplicità del cuore e una dolce, generosa, ininterrotta capacità di ascoltare e sorreggere ogni persona che incontrava - soprattutto nel suo caritatevole servizio verso gli ammalati negli ospedali - erano le caratteristiche che maggiormente emergevano in questa donna straordinaria che, pur nel breve cammino esistenziale, ha lasciato un'impronta indelebile nel suo ambiente e in quanti hanno incrociato il suo passaggio terreno. Suor Bertilla ha dimostrato come la santità costituisca il più alto grado di sviluppo delle proprie potenzialità e dei propri talenti, nella "normalità" quotidiana.
"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio": non sono solo le parole iniziali piene di stupore del Vangelo di Giovanni, ma uno dei pensieri più profondi, veri e arditi, teologicamente parlando, che un uomo abbia mai potuto intuire e pronunciare. Giovanni raggiunge quest'altissima vetta dell'intelletto umano e della fede (e per questo il simbolo del suo Vangelo è l'aquila), perché ha potuto ascoltare, vedere, toccare, conoscere il Verbo della vita, lui un semplice pescatore di Betsaida, fin da quell'indimenticabile pomeriggio in cui decise di seguirlo su suggerimento del suo primo maestro, il Battista. Giovanni è l'ultimo degli apostoli a lasciare questo mondo, dopo aver predicato la buona Novella e sofferto persecuzioni per il suo e nostro Signore.
Giovanni Duns Scoto (1265/66-1308) nasce in una piccola cittadina della Scozia, Duns. Giovanissimo entra nel convento di Dumfries, vestendo l'abito francescano. Studia prima a Oxford e Parigi, conseguendo il titolo di Dottore in Teologia. Inizialmente Giovanni svolge la sua attività d'insegnante e scrittore nella capitale francese e, in seguito, viene inviato a Colonia dove muore, lasciando alla Chiesa una delle riflessioni teologiche più originali e luminose, soprattutto sui delicati temi dell'Incarnazione e dell'Immacolata Concezione. "Associando la pietà con la ricerca scientifica... con il suo sottilissimo ingegno è penetrato nei segreti della verità naturale e rivelata e ne ha ricavato una dottrina tale da essere chiamato Dottore dell'Ordine, Dottore Sottile e Dottore Mariano, divenendo così il capostipite della Scuola Francescana, luce ed esempio a tutto il popolo cristiano" (Benedetto XVI).
Grazie a questo libro potrete scoprire le doti eccezionali di cui era depositario il santo don Bosco, che non soltanto prevedeva gli eventi futuri, ma vedeva anche in sogno chi sarebbe morto, chi si sarebbe salvato, chi sarebbe stato condannato. Attraverso una selezione ragionata dei tanti sogni che l’hanno reso famoso si può cogliere non soltanto l’attualità storica della figura di don Bosco – di cui è stato evidenziato l’aspetto politico e sociale, riassunto nelle sue profezie sul comunismo e sui Savoia, che può ricomprendere anche il discorso sulla massoneria – ma anche la traduzione pratica dei suggerimenti per non abbandonare la retta via, per non farsi soggiogare dal male e per testimoniare, con le parole e le azioni, la salvezza attraverso la parola di Dio.
"Giovanna Francesca Frémyot di Chantal è nota per lo più come la fondatrice, insieme a S. Francesco di Sales, dell'Ordine della Visitazione. Viene perciò spontaneo collegare la santità, riconosciutale dalla Chiesa, alla figura della religiosa. Giovanna Francesca è, però, una figura a tutto tondo e nella stessa Bolla di Canonizzazione è proposta alle donne come modello in tutti gli stati di vita. Tutta la sua esistenza è attraversata dal filo rosso della docilità eroica alla volontà di Dio, perfino quando questa le chiese il cambiamento di stato di vita. Proprio l'adesione piena, anche quando tormentata, al proprio ruolo nei diversi stati le consentì quello straordinario cammino interiore che la portò a un elevato grado di santità, unita a una profonda maturità umana e a una fecondità che supera i limiti della natura, rendendola splendidamente donna. Elisabeth Stopp ne ha ricostruito le vicende biografiche con "la sensibilità dello storico e la leggerezza del narratore. Giovanna di Chantal è sempre stata vista entro il fascio di luce di Francesco di Sales. In tal modo le si è tolto respiro e ci si è preclusi la possibilità di conoscerla appieno. Il libro della Stopp ha il grande merito di restituirci i caratteri peculiari di una personalità che risulta essere tra le più significative nel panorama spirituale della Francia secentesca." (dalla Premessa di Massimo Marcocchi)