Nato e morto a Secondigliano (Napoli, 1791-1860), Gaetano Errico fondò la Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Promosse con impegno i ritiri spirituali e la contemplazione dell'Eucaristia come strumenti per avvicinare le anime a Cristo. È proclamato Santo il 12 ottobre 2008. Questo libro illustrato ne racconta la vita e ne tratteggia la profonda spiritualità.
I testi qui selezionati e raccolti di Paolo VI intendono evidenziare la forte e ricca personalità di questo uomo di Dio che si è trovato a vivere anni molto difficili nella conduzione della Chiesa e, contemporaneamente, anni pieni di contrasti e di violenze nella società italiana,nel mondo. Di questa figura dall’alto spessore spirituale e culturale vengono messe a disposizione alcune delle sue linee guida, convogliate in sprazzi tematici: la parola di Dio,l’amore riconciliato,lo stupore della croce,la presenza continua di Dio,l’arte come strumento di comunicazione delle meraviglie divine, la preghiera e l’impegno cristiano. “Nel turbinio della storia del suo tempo con le grandi sfide alla dignità umana e alla vita stessa della Chiesa (si pensi alla cosiddetta “contestazione” del Sessantotto, con il susseguirsi di momenti tragici di crudeltà e violenze assurde), Paolo VI (…) è sempre stato un uomo di forza d’animo e di profonda serenità attinta nella luce della croce e della risurrezione di Cristo”. (Giorgio Basadonna)
AUTORE Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini, nasce a Concesio (Brescia), il 26 settembre 1897 e conclude il suo pellegrinaggio terreno a Castel Gandolfo nella residenza estiva papale,il 6 agosto 1978. Ordinato sacerdote nel 1920, prosegue gli studi di diplomazia ecclesiastica a Roma. In breve tempo consegue tre lauree (filosofia, diritto civile e diritto canonico). Nell’ottobre 1924 entra nella Segreteria di Stato e nel 1944 collabora strettamente con Pio XII. Alla morte di Schuster,viene nominato arcivescovo di Milano. Nel 1962 partecipa attivamente alla preparazione del Vaticano II.Il 21 giugno 1963, alla morte di Giovanni XXIII, viene eletto papa. Lavora molto a favore del dialogo ecumenico e interreligioso, affronta i problemi del postconcilio, gli anni di piombo con la morte di Aldo Moro e apre vie nuove per la missione evangelizzatrice della Chiesa. Chiusa l’indagine giuridica il 18 marzo 1999, ora è Servo di Dio.
Due mondi a confronto: dal Medioevo un grande esempio di dialogo fra Islam e Cristianesimo.
Nel 1219, San Francesco díAssisi incontra il sultano díEgitto a Damietta, sulle rive del delta del Nilo, nel pieno della follia omicida della quinta crociata. Incontro pacifico e benaugurante, che ha acquisito tutto il suo senso da ventíanni a questa parte, dopo il grande incontro delle religioni ad Assisi nel 1986.
GwenolÈ Jeusset analizza le diverse tradizioni letterarie e figurative relative a questo incontro, le ambiguit‡ che rivelano riguardo alla ´missioneª cristiana e la loro eco nel mondo francescano. Ci mostra come questo straordinario faccia a faccia fra il Poverello e il nipote del Saladino sia oggi da comprendere come un evento chiave, che ci deve permettere di reinventare una convivenza tra le religioni.
Santa Rosalia, secondo la tradizione, è nata intorno al 1130 nella città di Palermo, in Sicilia. Apparteneva alla nobile famiglia dei Sinibaldo che frequentavano la corte del re Ruggero,il normanno. In quell’epoca era fiorente una forma particolare di vita religiosa:l’eremitaggio. Gli eremiti lasciavano le città per vivere nelle grotte una vita solitaria dedita alla preghiera e al digiuno.Più raro l’eremitaggio femminile. Rosalia Sinibaldo abbandonò la corte di Ruggero,dove era una delle dame di corte,per vivere la vita eremitica. Intorno alla fama di santità di Rosalia c’è stata una tradizione ininterrotta di popolo.Anche se le fonti storiche risalgono a molto più tardi, al 1300 circa. Nel 1624 furono rinvenute le sue ossa sul Monte Pellegrino dove fu costruito un Santuario in suo onore,meta tutt’ora di frequenti pellegrinaggi.
AUTORE Vincenzo Noto, è direttore della Caritas Diocesana dell’Arcidiocesi di Monreale (PA). Laurea in Teologia,in Scienze Politiche e licenza in Diritto Canonico. Giornalista professionista, ha collaborato con Avvenire, Famiglia Cristiana, Osservatore Romano, Jesus e Giornale di Sicilia. Ha diretto l’Agenzia Mondo Cattolico di Sicilia e il settimanale cattolico Novica. Ha pubblicato diversi libri. Tra gli ultimi, Da Cristiani nella politica(Palermo 200l), Le ultime sette parole di Gesù,(Palermo 2003),I «come» del Vangelo Dna del cristiano(Palermo 2005).
Per capire più a fondo don Bosco è utile, se non indispensabile, conoscere la personalità e l’opera di san Giuseppe Cafasso (1811-1860), suo direttore spirituale. Nel medesimo tempo, la vita e l’esperienza del Santo Educatore ci aiuta a meglio comprendere il Cafasso, «perla del clero italiano», anche attraverso l’analisi delle loro profonde somiglianze e diversità.
Don Bosco era consapevole di quanto fosse debitore al Maestro: «Se ho fatto qualche cosa di bene lo debbo a questo degno ecclesiastico nelle cui mani riposi ogni mia deliberazione, ogni studio, ogni azione della mia vita» (Memorie dell’Oratorio).
I due santi ebbero in comune le radici castelnovesi, la formazione nel seminario di Chieri, il perfezionamento pastorale nel Convitto di San Francesco d’Assisi in Torino, l’appartenenza al presbiterio torinese. Il loro rapporto, per quanto fossero quasi coetanei, ha un’evidente connotazione asimmetrica.
Numerosi altri santi preti e laici del secondo Ottocento e primo Novecento sono riconducibili al magistero spirituale del Cafasso, che può essere considerato una delle più riuscite realizzazioni ottocentesche del progetto di prete-pastore propugnato dal Concilio di Trento.
Il presente volume raccoglie il contributo di alcuni studiosi che evidenziano aspetti diversi e complementari della figura e dell’opera di san Giuseppe Cafasso e il suo fecondo apporto alla formazione di don Bosco.
Verso la fine del mese di febbraio 1431, nella gelida cappella del castello-fortezza di Rouen, Giovanna d'Arco compare per la prima volta davanti ai suoi giudici. Si tratta ufficialmente di un processo di "inquisizione in materia di fede" che vede una inerme ragazza di diciannove anni, reduce da una folgorante campagna di guerra, sottoposta al giudizio di autorevoli uomini di Chiesa legati al potere inglese; in realtà - e questo non sfugge a nessuno, nemmeno a Giovanna - il processo è politico. Al presidente del tribunale Cauchon e agli altri giudici gli inglesi avevano lasciato il compito di dare a questo processo tutte le apparenze della legalità. Ma di fronte a loro sta una vera forza della natura, un'adolescente che un anno di terribile prigionia non ha né domato né piegato. Alle domande Giovanna risponde con intelligenza e precisione, con foga e insolenza; si infervora nel rievocare la sua vita di soldato, racconta con grazia distaccata episodi della sua infanzia a Domrémy, risponde con testarda fierezza alle questioni riguardanti le sue Voci, diventa sbrigativa e insofferente quando le si rimprovera l'abito maschile o la non sottomissione alla Chiesa militante. Il contrasto violento tra le limpide convinzioni di Giovanna e, dall'altra parte, la forza pressoché inattaccabile delle istituzioni e dei loro provati meccanismi costituisce per chi legge oggi i documenti di questo processo un elemento di struggente drammaticità.
Il volume è frutto di un lavoro condotto con grande serietà. Si avvale ditutta la documentazione oggi disponibile su Paolo VI che l’autrice studiaormai da decenni, offrendo così un prezioso contributo per far conosceree amare di più questo grande papa. L’opera affronta la figura di Montini a partire dalle sue radici familiari e spi-rituali, soffermandosi poi sul suo ministero alla Segreteria di Stato e con igiovani universitari e sull’esperienza dell’episcopato milanese. Ciò che emerge dalla biografia è, poi, la centralità del pontificato diMontini nella storia ecclesiale, ma anche civile, politica, culturale delNovecento: la documentano la paziente tenacia nel condurre a termine ilConcilio e soprattutto il post Concilio;i viaggi,fino a quel momento impen-sabili; la spiccata coscienza ecumenica; la lettura mai banale e liquidatoriadella contestazione giovanile;l’infaticabile e grandioso magistero per la pace;l’atteggiamento fermo sui valori, soprattutto quelli legati alla difesa e pro-mozione della vita umana;la continua disponibilità al dialogo e alla trattati-va, di fronte alle crisi che a più riprese investivano in quegli anni il corpoecclesiale; la sensibilità sociale, a livello planetario; la compartecipazioneaffettuosa alle sofferenze dei poveri…
Di Paolo VI si tratteggia qui la figura nella sua interezza: formazione, personalità,psicologia,sentimenti;e se ne analizza l’impronta nella Chiesa,prima come sacerdote, poi come arcivescovo di Milano e cardinale, infine, come papa.Vengono ripercorsi i suoi ruoli nella Chiesa e anche la sua posizione nella politica italiana,sfatando,attraverso documenti,alcune distorsioni su di lui (come l’immagine del vescovo e del papa di “sinistra” o del papa indecisionista). Personalità complessa e dall’alto profilo intellettuale e spirituale, nobile d’animo e di portamento, intellettuale raffinato costantemente proiettato nel divino ma fermamente poggiato in terra a favore dell’umanità, Paolo VI diviene una figura scomoda (troppo colto e troppo profondo) e persino impopolare per le sue scelte (Humanae vitae): come Mosè, rimane il papaprofeta che ha indicato alla Chiesa e al mondo le vie da percorrere per la salvezza. Si annotano di lui diversi primati:ad esempio,i primi viaggi nei 5 continenti; in Terrasanta; la Via Crucis all’Anfiteatro Flavio; la promozione della Giornata Mondiale della pace;il dialogo ecumenico.
Francesca Ponziani vissuta a cavallo tra il XV e il XVI secolo, un periodo in cui la donna “adornava” i salotti e le corti con lo sfarzo dei suoi abiti, scavò un solco profondo nella mentalità del tempo ed entra nella cultura e nella memoria dei secoli successivi.Ma senza clamore. Sposa forzata a dodici anni, accolse la situazione con la sottomissione femminile del tempo, ma soprattutto con una fede profonda in Dio. Ricca, avvenente e di famiglia nobile, divenne «la poverella di Trastevere» per amore dei poveri.Amò di grande tenerezza il marito e i suoi figli. Rimasta vedova, si ritirò nel convento di Tor De’ Specchi, a Roma, che aveva fondato pochi anni prima. Una storia incredibile:quella di una donna che si divide egregiamente tra l’amore del marito e dei figli, l’impegno di soccorso ai poveri di Trastevere che visita di casa in casa portando soccorsi,e la cura di un monastero femminile. Dotata di carismi particolari di guarigione,e quello di comporre contese, molto frequenti all’epoca, non c’era necessità dove non fosse chiamata in aiuto in tutta la città. Il Senato di Roma,il 29 maggio del 1608,giorno della sua canonizzazione, con decisione unanime dichiarò Francesca patrona di Roma e, al posto del cognome Ponziani,volle imporle quello di “Romana”.
Riedizione di un album pubblicato nel 1994. Il testo propone la figura di una santa legata al mondo dei bambini e dei ragazzi.Bernardetta Soubirous aveva solo 14 anni quando la Vergine Maria le è apparsa nella grotta di Massabielle, vicino a Lourdes, l’11 febbraio 1958. Era una ragazza semplice, poco istruita e molto devota,che si occupava di un piccolo gregge di pecore. Dopo successive apparizioni, la Vergine si è presentata con il nome di Immacolata Concezione, ha chiesto di costruire una chiesa che potesse accogliere i fedeli in pellegrinaggio e ha invitato Bernardetta a scavare in un punto particolare all’interno della grotta, da dove ne è scaturita una fonte d’acqua miracolosa. Da allora i malati si recano a Lourdes per pregare,per ricevere conforto e guarigione.Molti sono i miracoli ufficialmente riconosciuti. Il volume risulta anche di stretta attualità perché quest’anno si celebrano i 150 anni dalle apparizioni della Madonna a Bernardetta. “Lourdes è diventata la città dell’Immacolata, la capitale della preghiera”. Ines Belski Lagazzi
Il libro tratteggia la vita e la spiritualità della prima Santa sposata dell’epoca moderna: la Santa delle mamme, della famiglia, ma soprattutto la Santa della vita e della gioia, che non esita a mettere a repentaglio la sua vita – perdendola poi effettivamente – per la sua quarta figlia. Pur non essendo l’unica mamma che ha dimostrato questo coraggio,in un’epoca in cui il valore della vita umana, della vita non ancora nata, viene messo in discussione, proprio oggi,il gesto eroico di Gianna Beretta Molla è un segno che dimostra l’autentico amore di quelle mamme cristiane, capaci di donare la vita fino all’ultima conseguenza.Sicuramente non è per caso che Giovanni Paolo II abbia beatificato la giovane mamma il 24 aprile 1994 e, successivamente, canonizzata il 16 maggio 2004.Già Paolo VI,quand’era arcivescovo di Milano, aveva esaltato il suo mirabile gesto per mettere in luce il valore e il coraggio di tante mamme cristiane.