
Il testo vuole offrire un quadro di sintesi sulla creazione di Filippo Neri e, avendo cura della sinteticità, si propone come uno strumento utile alla conoscenza e realizzazione oggi dell'Oratorio di San Filippo. Tenendo come punto di riferimento il dato storico del fondatore, la sua esperienza, il suo spirito e intenti, si ricavano le deduzioni teologiche che descrivono la spiritualità e il profilo pastorale dell'Oratorio, per poi arrivare all'aspetto di teologia pratica che mette in luce la strutturazione dell'istituzione, o meglio l'impostazione dell'attività oratoriale propria di San Filippo.
Consigli sul regime alimentare da seguire; osservazioni sull’esercizio e sui benefici del sonno, sull’emicrania, sullo sbadiglio, e anche sull’oppressione della mente e sulla malinconia; fluidi e umori; lacrime e problemi femminili; il piacere della donna, i dolori del parto, l’allattamento. Un ricettario naturale che esplora il mondo delle piante, dei frutti, degli animali al fine di trarne rimedi utili per l’uomo.
Il ritratto di Ildegarda di Bingen (1098-1179) finisce per riassumersi nei termini di una contraddizione inevitabile, scrive Angelo Morino nell’introduzione al volume, «da un lato – dalla parte della santa – la trasmettitrice di parola divina celebrata da papi e imperatori e dall’altro – dalla parte della strega – la studiosa di un mondo dalle luci prossime alla notte più scura o, meglio, ritenute tali se ad avventurarvisi era una donna».
Ildegarda fu colta da visioni fin dai primi anni dell’infanzia, ma visse a lungo senza renderle pubbliche e, tanto meno, fissarle per iscritto. Fu solo nel 1136, all’età di trentotto anni, che la religiosa benedettina – diventata badessa del convento di Disibodenberg, sulle rive del Reno – decise di offrirsi allo sguardo dei suoi contemporanei nei tratti di una profetessa in contatto con l’aldilà celeste. Allora, le sue pagine furono sottoposte al giudizio del pontefice Eugenio III e, ottenuto l’avallo papale, cominciarono ben presto a diffondersi nel mondo cristiano. Ildegarda divenne consigliera di uomini fra i più noti e potenti di quegli anni – al punto che Federico Barbarossa la invitò nel suo palazzo di Ingelheim per consultarla – e predicò in chiese e cattedrali di molte città, fra cui Treviri, Magonza e Colonia. Tuttavia, non è Ildegarda visionaria e profetessa quella rimasta a noi più vicina; bensì quell’altra Ildegarda i cui libri, all’epoca, furono sottratti dalla raccolta delle sue opere inviate a Roma per il processo di canonizzazione. Erano libri che – come nel caso illustre di Cause e cure delle infermità – racchiudevano testimonianza di un’attività più terrena: quella di erborista e medica, che, per la sua familiarità col corpo e con gli elementi della natura, aveva ben motivo di suscitare inquietudine, tanto sembrava avvicinarsi a un sapere sotterraneo, confinato fra le tenebre.
Questo lavoro vuole offrire un modesto contributo per fronteggiare una crisi di identità che, in alcuni casi, ha assunto proporzioni drammatiche. Mi sta a cuore riuscire a presentare una visione panoramica più completa possibile della spiritualità francescana a partire dagli elementi basilari che la definiscono.
Spero che il mio contributo possa aiutare molti a trovare motivi validi per entrare a far parte della grande Famiglia francescana, e possa aiutare altri a trovare motivi convincenti per rimanere.
Dalla presentazione dell'autore.
Il testo della nuova Regola dell'Ordine Francescano Secolare è presentato e commentato con profonda competenza e con entusiasmo appassionato: un testo utilissimo per ogni terziario che voglia conoscere e vivere la propria Regola.
L'epistolario fra Giorgio La Pira e Giovanni Battista Montini, pubblicato ora per la prima volta, copre un periodo di tempo che va dal 1930 al 1963 e rappresenta un importante tassello per la ricostruzione dei rapporti fra queste due eminenti personalità, nonché della storia della Chiesa della società italiana nel Novecento. La corrispondenza documenta un'amicizia, che è iniziata negli anni '20, tra lo studente universitario venuto dalla Sicilia e il giovane assistente della FUCI, e che continuerà nel tempo, pur nella differenza dei loro temperamenti: appassionato e ottimista La Pira, riflessivo e misurato Montini. Emergono con chiarezza, da questi scambi epistolari, un comune amore per la Chiesa, un'intensa spiritualità, una puntuale attenzione agli avvenimenti storici visti come lo snodarsi di un piano provvidenziale che occorre poco a poco decifrare. Affiora la grande passione di La Pira per Firenze, con il suo desiderio di superare la crisi industriale che colpì la città negli anni '50, e per il mondo intero, caratterizzata da forte tenacia nel perseguire ideali universali di pace e di civiltà cristiana. E Montini, interlocutore privilegiato, lo accompagna con spirito di discernimento e di sapiente, realistico incoraggiamento. "Si vede chiaro", scrive La Pira in una lettera del 9 giugno 1963, "la ragione profonda della vicinanza che il Signore ha stabilito da 40 anni fra di noi: cioè un fine ben definito: forse questo fine sarà totalmente chiarito quando Lei - se il Signore così ha disposto! - salirà sulla cattedra di Pietro per servire la Chiesa di Roma e la Chiesa di tutto il mondo". Di lì a pochi giorni, il 21 giugno, questa profezia si sarebbe avverata con l'elezione di Montini a pontefice.
Padre Dario Di Giosia, esperto conoscitore di san Paolo della Croce, regala ai ragazzi, ai giovani e a tutti coloro che desiderano conoscere la vita di un Santo speciale un racconto fresco e al tempo stesso di grande spessore spirituale. La veste grafica risulta particolarmente accattivante: ogni capitolo è corredato da un’illustrazione di Lorenzo Sabbatini, che accompagna la lettura dando vita e volto al racconto. Le illustrazioni, riprodotte a colori, con il loro tratto semplice generano simpatia per i protagonisti e fanno entrare nel vivo della narrazione. La lunga vicenda di san Paolo della Croce, un gigante della spiritualità, diventa per il lettore un’esperienza da vivere, al tempo stesso semplice e profondissima.
Nella prospettiva di un approccio integrale alla questione del matrimonio e della famiglia, alla luce della dottrina di san Tommaso d'Aquino, vengono indagati alcuni aspetti dell'esortazione apostolica di papa Francesco Amoris laetitia. San Tommaso offre delle preziose risorse speculative nel dibattito antropologico contemporaneo, promuovendo una visione dell'umanità radicata nella corporeità ma aperta alle realtà trascendenti, un'umanità che viene strutturata dalla complementarità biologica, psicologica e spirituale dell'uomo e della donna, che raggiunge nel matrimonio il proprio senso e compimento, poiché viene elevata alla dignità di sacramento dell'amore misericordioso di Dio manifestato in Cristo Gesù.
San Filippo Neri e l'Oratorio di Napoli, un rapporto complicato e affascinante. Attraverso lo studio dei documenti originali e dei testi più significativi, questo libro racconta la nascita e la vita dell'Oratorio di Napoli, tracciando le fila ,di un'intricata vicenda che ha visto contrapporsi fin dall'inizio le idee del Santo fondatore e quelle dei suoi confratelli. La storia dell'Oratorio partenopeo, la diatriba sulla sua autonomia rispetto alla Casa di Roma, la ricerca di una regola di vita comune alle case filippine, sono le tappe di una vicenda che si è protratta fino alla soppressione degli ordini e delle corporazioni religiose operata dai Savoia nel 1866, e di cui rimangono ancora testimonianze come la chiesa barocca dei girolamini.
Gli angeli non appartengono solo alla narrazione popolare e fiabesca, né alla galassia della cosiddetta New Age. Sono piuttosto il segno della presenza di Dio, strumenti di luce e di consolazione per ogni uomo. San Francesco è certamente un testimone privilegiato dell’incontro con questi mediatori celesti e le Fonti ne raccontano la sua particolare devozione. L’Autore, attraverso uno stile coinvolgente e scorrevole, a partire da numerosi scritti della tradizione francescana – di figure più o meno conosciute, lungo il corso della storia – propone un sorprendente e originale itinerario alla riscoperta e alla contemplazione della bellezza e della premura di Dio attraverso i suoi angeli.
Nel mese di Aprile 2019 ricorrono i cinque anni della canonizzazione avvenuta lo stesso giorno sia di papa Giovanni XXIII che di papa Giovanni Paolo II. Oltre all’avere in comune il nome Giovanni molti sono gli aspetti che avvicinano queste due grandi figure della storia della chiesa del secolo scorso, primo fra tutti la grande carica umana che entrambi hanno saputo comunicare e che ha colpito tutti già dal primo giorno del loro pontificato. Gli autori svolgono un originale percorso attraverso la vita dei due papi santi mettendo a confronto i grandi temi che li hanno accomunati: dall’origine in un piccolo paese di provincia alle grandi sfide che hanno dovuto affrontare ai grandi viaggi con l’apertura del papato alla dimensione internazionale alla loro spiritualità e al rapporto con il mistero di Fatima. Ogni capitolo è illustrato da foto originali che documentano visivamente le situazioni vissute da entrambi evidenziando così impressionanti parallelismi pur in epoche così diverse. Prefazione di mons. Rino Fisichella.
«Poiché il nostro Salvatore Gesù Cristo, per testimonianza dell’Angelo, “salvando il suo popolo dai suoi peccati”, ci ha mostrato in se stesso la verità, attraverso la quale, con la sua risurrezione, possiamo pervenire alla beatitudine della vita immortale, è necessario che, per portare a termine quest’opera di teologia, dopo aver indagato intorno al fine ultimo della vita umana e intorno ai vizi e alle virtù, la nostra indagine rivolga ora la sua attenzione sul Salvatore di tutti e sui suoi benefici arrecati al genere umano». Così Tommaso introduce la Terza parte della sua Somma e gli argomenti in essa trattati: Il Salvatore medesimo (Parte III, QQ. 1-59) e I Sacramenti salvifici del nostro Salvatore (Parte III, QQ. 60-90)
Un guizzo di pazzia attraversa la vita di Francesco di Assisi. La sua pazzia inquieta i contemporanei e anche noi. Inquietante è soprattutto il suo desiderio di oltrepassare, disarmato, le linee crociate per chiedere ospitalità ad al-Malik, il saggio e cortese Sultano d'Egitto. Ma Francesco non ottiene la conversione di al-Malik, né la corona del martirio. Questo esito inconcludente disorienta i suoi biografi: c'è forse una perfezione differente dal martirio? Orientando l'analisi sul significato attribuito all'evento dai testimoni diretti e dagli interpreti delle epoche successive, è l'antropologia dell'ospite disposto a lasciarsi trasformare dall'accoglienza altrui che l'autore intende verificare nell'esperienza di Damietta. Francesco non si reca in visita al Sultano per cambiare l'altro, ma per cambiare se stesso. È questa, dunque, la novità dell'evento di Damietta? È questa la novità di questo "pazzo per Dio"?