Un libro del 1942, dedicato a J.R.R. Tolkien e a monsignor F. Olgiati, composto da trentuno lettere che Satana scrive al nipote Malacoda, "diavolo custode" incaricato della dannazione di un uomo. Una profonda riflessione sulla religione in forma estrosa e scanzonata.
Clive Staples Lewis (Belfast 1889 - 1963) insegnò a lungo Letteratura inglese medievale all'Università di Oxford e fu grande amico di J.R. Tolkien, con il quale fondò il gruppo degli Inklings. Autore di importanti testi di argomento letterario e religioso, fu anche scrittore prolifico e popolarissimo (le sue opere più note sono Lontano dal pianeta silenzioso, la trilogia fantascientifica Perelandra e Le lettere di Berlicche). Per i ragazzi scrisse sette romanzi ambientati nel mondo fantastico di Narnia, che hanno avuto un immediato successo in tutto il mondo. Dal volume Le Cronache di Narnia. Il leone, la strega e l'armadio è stato tratto un film largamente apprezzato nel 2005
Dopo più di un secolo, il pensiero di John Henry Newman (1801-1890) non ha ancora potuto mostrare appieno la sua fecondità. Radicato nella conoscenza della Bibbia, dei Padri e dei teologi dei primi secoli del cristianesimo, nonché delle tradizioni anglicane e riformate, traccia un itinerario in cui l'azione e le decisioni si nutrono di riflessione. Il protagonista più eminente della rinascita religiosa nell' Inghilterra del secolo XIX fu sacerdote anglicano che si convertì al cattolicesimo, scrisse fra le altre un' opera di potente originalità che è il vertice della sua produzione speculativa. Sostanziata da una profonda assimilazione spirituale della tradizione cristiana e dall'intima comunicazione tra ragione e fede, l'ermeneutica elaborata da Newman ha un solo referente: la verità della conoscenza, radicata nell'originaria evidenza della realtà che si manifesta attraverso tutta la gamma delle possibili forme dell'esperienza e del pensiero. Newman possiede una straordinaria attualità per la cultura, spesso segnata dal nichilismo e dalla sfiducia radicale. L'atto di fede, adesione alla verità soprannaturale, è uno dei maggiori problemi della teologia del secolo XIX. Il cristiano è come teso tra le due correnti maggiori del suo tempo: l'apprendimento intuitivo e, talvolta, vago del romanticismo e la via razionale e deduttiva sostenuta dalla fiducia, a volte esagerata, nella scienza. Il testo newmaniano - pubblicato nel 1870, anno del Concilio Vaticano I in cui venne formulata la dottrina dell'atto di fede -, proponeva un suo approccio personale al problema che testimonia la maturità del suo pensiero, e forgiava appositi concetti e persino un vocabolario.
«Summa» della vicenda speculativa di Newman (1801-1890) che sostanzia con singolare coerenza e continuità tutto l’arco della sua lunga, intensissima esistenza, la Grammatica dell’assenso (1870) presenta ancora e soprattutto oggi una straordinaria attrattiva ideale. Il nichilismo contemporaneo proclama l’impossibilità e dunque l’inutilità di ogni tentativo di individuare il senso dell’esistere; Newman propone uno scavo paziente, tenace e aderente alla realtà data per rintracciare le radici a cui si ancora l’itinerario dell’uomo, dalla prima aurorale consapevolezza alle forme più alte e complesse dell’intuizione di universi e mondi che da ultimo si proiettano al di là dell’orizzonte stesso del mondo presente. La domanda iniziale circa la natura e la validità della conoscenza di fede porta così a un cammino a ritroso armoniosamente e coralmente articolato secondo le nervature interne della realtà verso il fondamento primo dell’esperienza, in cui l’esistere e il conoscere si congiungono in un misterioso saldissimo connubio. Sta in ciò la novità e l’unicità di questo testo capitale, manifesto del metodo naturale del pensare, richiamo all’immediatezza del dialogo con la realtà, invito a ritrovare la semplicità e lo stupore dell’infanzia spirituale, da cui soltanto nasce ogni forma di autentica edificazione umana.
Esperti e studiosi sviluppano i vari aspetti del tema «pensare formativo»: da quello biblico-teologico a quello psico-pedagogico, fino a illustrare più da vicino le caratteristiche francescane della formazione, specialmente alla vita di comunità.