
«Mi è ben chiaro come la teologia e la fisica quantistica agiscano su piani diversi: le scienze naturali spiegano l'origine e l'essenza della natura, e alla natura appartiene anche il nostro cervello, che è in grado di pensare; la teologia cerca invece risposte alle domande sul senso e sullo scopo dell'esistenza umana. Tuttavia, i due piani, quello della scienza e quello della teologia, si toccano. La storia della teologia mostra con chiarezza che tutti i teologi hanno sempre sviluppato il proprio pensiero in un dialogo con la filosofia e con la scienza della loro epoca, studiando la natura e trasferendo la propria concezione del mondo nella teologia. Anche ai nostri giorni la teologia può essere affrontata in maniera responsabile soltanto se in aperto dialogo con la filosofia, la psicologia e la scienza contemporanee.» (Anselm Grün)
Che fare quando il lavoro diventa un peso e il “vivere” viene rinviato sempre più nel fine-settimana? Che fare quando non si riconosce più il senso della propria attività oppure quando la collaborazione con i colleghi diventa logorante? Anselm Grün medita su alcuni racconti biblici e su brani della Regola di san Benedetto che ci aiutano ad avere uno sguardo diverso sul nostro lavoro. Nella loro sapienza, questi testi antichi ci invitano a considerare il posto di lavoro come un luogo in cui la vita accade, e come l’occasione che ci viene data per crescere umanamente e spiritualmente.
I comandamenti di Dio non vogliono essere dei pesi più o meno gravosi, mirano invece a rallentare gli uomini e a rincuorarli. Sono destinati a illuminare i loro occhi, affinché vedano il mondo com'è realmente.
L'udito e la vista sono i due sensi più importanti dell'essere umano, Oggi rischiamo il loro ottundimento, perché siamo circondati senza sosta da rumori, immagini e informazioni che si rovesciano su di noi come una pioggia battente. C'è chi in casa tiene il televisore acceso tutto il giorno. C'è chi anche quando va a correre al parco o a passeggiare in centro ha le cuffie sulle orecchie e ascolta musica. Così, però, non sentiamo quello che avviene introno a noi. Qualcosa di simile avviene con l'atto di vedere. Prendendo lo spunto da alcuni episodi biblici, dalla Regola di san Benedetto, da illuminanti intuizioni filosofiche, Grün dimostra come l'ascolto e la visione - due pilastri della nostra vita di ogni giorno - si ripercuotano sulla nostra interiorità. Sono vie a una vita ricca e intensa. Ci aiutano a giudicare e ad agire in maniera diversa, più consapevole e più attenta: con le orecchie del cuore e gli occhi del cuore. Ci aprono al mistero di Dio: ci portano a sentire l'Inudibile e a vedere l'Invisibile. Senza clamori, dall'ascoltare e dal guardare passa dunque l'azione di Dio verso di noi - e passa la risposta che noi diamo a lui!
Molte persone oggi sono alla ricerca di una spiritualità libera da dogmi di fede e capace di condurre, in qualche modo, all'esperienza di Dio. Desiderano sperimentare un senso nel loro vivere quotidiano. In questo libro due teologi si confrontano e indicano una via percorribile: è possibile fare esperienza di Dio riconoscendolo nell'altro e nel creato perché in ogni singolo essere umano che si incontra e nel cosmo intero risplende qualcosa del mistero di Dio. Entrambi gli autori, quasi all'unisono, rivelano che tutto ciò è un immenso dono che diventa anche un'enorme responsabilità affidata alle donne e agli uomini di questo mondo.
Una sicura conoscenza della tradizione cristiana e una altrettanto profonda conoscenza dell'animo umano permettono all'autore di presentare in questo piccolo libro un itinerario semplice e allo stesso tempo completo, che porta alla preghiera continua. Sia che si preghi per gli altri, che si mediti la Sacra Scrittura, o che si adori e si contempli l'eucaristia, il movimento fondamentale è quello dell'incontro: uscire da se stessi per far posto all'Altro. Allora la preghiera diventa per l'uomo l'esperienza fondamentale del vivere, la scoperta di se stesso e dell'altro, guardati con gli occhi di un Dio d'amore e di misericordia.
In questo volume, con la consueta maestria nell'unire i dati della tradizione cristiana con le intuizioni della psicologia umanistica, Anselm Grün conduce il lettore dapprima ad ascoltare il grande messaggio biblico di Dio sempre pronto ad accogliere e perdonare (cap. I). Nel II capitolo affronta invece il tema del saper perdonare a se stessi come condizione previa per poter perdonare agli altri. Nel III capitolo vengono applicati questi princìpi ad alcune situazioni concrete, come il perdono nell'ambito della famiglia e del matrimonio, la riconciliazione nelle comunità religiose, nelle parrocchie e nella società civile, con alcuni accenni al perdono fra i popoli. Un capitolo è dedicato al sacramento della penitenza e alla confessione, che mirano a favorire la conversione e il cambiamento delle persone in "creature nuove".
La cura è amore - questo è ciò di cui si parla in questo libro. E attraverso storie, esperienze e rituali della pratica pastorale, l'autore dà un grande esempio di come le buone cure riescano. «Ama il tuo prossimo come te stesso»: cosa può significare per le nostre vite? Prendersi cura dei bambini, dei genitori, dei colleghi; dei malati, di chi è insicuro... Quali sono le fonti di questo amore del prossimo? Ha confini o può essere senza limiti? Prendersi cura l'uno dell'altro senza calcolare - come si fa? E come si cura Dio dell'uomo? La conclusione: «La pre-occupazione è amore»
Anselm Grun medita e commenta alcuni brani biblici natalizi particolarmente attuali aiutando a comprenderli con occhi nuovi. E’ sorprendente vedere come l’autore sappia scoprire per noi, oggi, nei testi antichi pensieri positivi e buoni auspici che suonano come messaggi di felicità per il nostro futuro. Infine, propone alcuni riti e benedizioni per immergersi nell'annuncio natalizio profondo e così attuale, oggi come duemila anni fa.
Spesso chi è in difficoltà ha sofferto di una mancanza di amore nell'infanzia o ne soffre adesso, nella realtà in cui vive. Ma non possiamo opporci in nessun modo? Siamo davvero condannati a soffrire di mancanza d'amore? La sete di amore - ci dice Anselm Grün, monaco benedettino e tra gli autori cristiani più letti del nostro tempo - è insita in ciascuno di noi. Anche se abbiamo sperimentato poco amore, nel profondo sappiamo cosa significhi amore e come ci si senta ad essere amati. In questo desiderio di amore c'è già amore, ne percepiamo il profumo.
Quale donna non si sente una regina? E quante non si descriverebbero addirittura come delle selvagge? Regina e selvaggia: molte donne avvertono il fascino che emana dalle due immagini, ma purtroppo poche ammettono la presenza di queste sfumature della femminilità, nonostante tutte la portino con sé. Sulla base di quattordici figure femminili della Bibbia, Linda Jarosch e Anselm Grün presentano le caratteristiche possedute da ogni donna e incoraggiano le lettrici a lasciarle emergere, ad apprezzarle e a viverle: attraverso Eva, Sara, Maria Maddalena e altre donne della Bibbia gli autori mostrano il modo in cui si possono manifestare nella vita delle donne di oggi passione e amore, selvatichezza e regalità, maternità e saggezza, senso della giustizia, mitezza e spirito combattivo... per provare nuova gioia nella vita.
Fino a che punto siamo capaci di resistere alla diversità? Quanti stranieri può sopportare una società, senza perdere la propria identità?
Una società che ha perduto la propria identità non è capace di accogliere stranieri e integrarli nel proprio tessuto vitale. Nel passato vi sono state integrazioni tra popoli ben riuscite e altre estremamente bellicose.
L’autore esamina il tema dell’essere straniero dapprima partendo dalla storia, e poi studiandolo dal punto di vista della psicologia e della fede.