
Aveva 17 anni, in quel lontano 1944 di guerra, quando con un fiammifero diede fuoco ai diari a cui aveva affidato le confidenze più intime dell’adolescenza. Era il segno della volontà di lasciare tutto per consacrarsi anima e corpo alla Compagnia di Gesù, che lo avrebbe portato a diventare sacerdote, teologo e cardinale della più grande diocesi d’Europa.
L’episodio giovanile è uno dei tanti particolari poco noti della vita di Carlo Maria Martini raccontati dal vaticanista Andrea Tornielli, che in questo ritratto disegna la parabola umana, spirituale e istituzionale di una delle figure più carismatiche della Chiesa cattolica del post-Concilio.
Cardinale dell’attenzione agli ultimi e dell’accoglienza agli immigrati, dell’ecumenismo e del confronto con le altre religioni, Martini fu uomo attento alle istituzioni e all’etica pubblica, capace di sferzare politici di destra e di sinistra e di denunciare con anni di anticipo il malcostume di Tangentopoli. Biblista di fama internazionale, non disdegnò di farsi indagatore di questioni complesse: dal fine vita alla fecondazione assistita, dal celibato dei sacerdoti all’accoglienza pastorale di divorziati e omosessuali. Uno stile di dialogo personalissimo lo portò a farsi anche umile visitatore di carceri e sperdute parrocchie della diocesi milanese, di ospedali e comunità alloggio. Indicato dalla stampa laica come “l’altro papa”, pur avendo in Conclave molti sostenitori lasciò a Joseph Ratzinger l’ascesa al soglio pontificio, adducendo come impedimento la malattia del Parkinson. Attraverso retroscena, curiosità e aneddoti emerge la vicenda di un uomo dallo sguardo lucido e lungo, capace di segnare in modo indelebile il cattolicesimo recente fino agli anni odierni della crisi della Chiesa che in un’ultima intervista lo costrinsero a constatare: «è rimasta indietro di 200 anni».
Andrea Tornielli
Inviato e vaticanista del quotidiano «La Stampa», collabora con varie riviste italiane e internazionali. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui ricordiamo presso Piemme: Pio XII. Il Papa degli Ebrei (2001), La scelta di Martini (2002), Papa Luciani. Il sorriso del santo (2003), Il Papa che salvò gli Ebrei (2004), Benedetto XVI. Il custode della fede (2005), Il segreto di Padre Pio e Karol Wojtyla (2006) e Attacco a Ratzinger (con Paolo Rodari, 2010).
L'intensa emozione che ha attraversato l'Italia il 31 agosto 2012 alla notizia della sua morte conduce a chiedersi chi sia stato veramente Carlo Maria Martini. Fu di certo un cardinale a lungo papabile, l'arcivescovo di una delle più grandi diocesi del mondo, il presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, un biblista all'origine dell'edizione critica più accreditata del Nuovo Testamento e altre cose ancora. Ma la risposta esatta è che fu un vero uomo di Dio. Ed ecco il paradosso: proprio per questo motivo egli attrasse l'attenzione e la stima di numerosi non credenti. Questo libro riproduce il dialogo intenso e affettuoso con uno di loro, Eugenio Scalfari, tra i più lucidi e illuminati intellettuali del nostro paese. I temi toccati sono molti: la situazione morale del nostro tempo, l'unità tra cattolici e laici, l'attesa e la preparazione alla morte, l'origine dell'etica, i problemi della Chiesa, la famiglia e il divorzio, Gesù umano e Gesù divino e altro ancora. Si tratta di conversazioni che gettano le basi per una mentalità e un approccio esistenziale del tutto inediti, dove l'amore per il bene e lo sdegno contro l'ingiustizia diventano i nuovi cardini attorno a cui impostare la relazione tra credenti e non credenti. Vito Mancuso invece, dopo aver riflettuto sulla natura profonda della crisi che stiamo attraversando, in un'appassionata lettera al suo padre spirituale mette in luce come la fede non sia dottrina, ma sentimento fiducioso della vita.
Se si guarda con disincanto alle sfide dell'età contemporanea, ci si rende conto di come l'uomo si trovi di fronte a un mosaico fatto di inquietanti interrogativi sul futuro, sul senso della vita, sul destino del mondo. In questo scenario, è difficile non cadere in preda all'angoscia, all'incertezza e allo smarrimento. In questo scenario si muove il cardinal Martini, con la consueta saggezza che gli viene dalla profonda conoscenza del testo biblico. Ecco il suo insegnamento: occorre riandare alle parole del Gesù dei Vangeli, riscoprendo la Verità che rende l'uomo libero e realizzato, sapendo che attraverso la croce di ogni giorno si giunge alla resurrezione e alla serenità già su questa terra. In queste pagine, capaci di emozionare e coinvolgere, si snoda un itinerario spirituale che permette all'uomo contemporaneo di trovare la forza inferiore per andare oltre il muro dell'angoscia.
La disponibilità del cardinale Carlo Maria Martini a commentare per la rivista Il Regno tre eventi ecclesiali diversi per merito, rilevanza pubblica e collocazione temporale consentono oggi di rileggere gli appunti privati e pubblici di un autentico padre della Chiesa. Il primo dei tre testi ce lo mostra idealmente a Londra, nel 1999, raccolto in preghiera e in meditazione sul feretro dell'arcivescovo di Westminster, il cardinale Basil Hume. Il pastore di Milano sembra specchiarsi nella figura del grande confratello, con cui condivideva la tensione al dialogo e una profetica vocazione al "sogno" come strumento per esprimere i desideri che entrambi coltivavano per la Chiesa. Nel secondo testo, Martini si fa "cronista" al seguito di Giovanni Paolo II: l'anno è quello giubilare - il 2000 -, il pellegrinaggio è quello alle "sorgenti della fede cristiana", da Betlemme a Gerusalemme, e i gesti del pontefice - che, tra l'altro, in una fessura del Muro del pianto depone un biglietto con una preghiera che invoca perdono al popolo ebraico ricompongono una frattura storica con la Chiesa cattolica segnando un punto di non ritorno. Infine, troviamo Martini che risponde alla convocazione del papa e si reca con lui e con altri capi religiosi di tutto il mondo ad Assisi, a pregare per la pace all'indomani degli attentati terroristici dell'11 settembre 2001. Un racconto intriso dalla percezione di partecipare a "un evento di pura fede nel tempo drammatico che viviamo"...
Un'intervista è come un ritratto. Riesce bene quando è aderente al personaggio e ne interpreta al meglio i punti di forza. Rileggere tre conversazioni del cardinale Carlo Maria Martini con la rivista "Il Regno", avvenute fra il 1990 e il 2001, è quindi un modo per cogliere aspetti rilevanti del suo magistero e della sua pastorale: l'Europa, la 'cattedra dei non credenti', la Parola. La prima intervista prende spunto dall'assemblea ecumenica di Basilea del 1989, anno cruciale per il continente dopo il crollo del muro di Berlino, quando l'autore presiede il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. "Se in Europa si sono consumate le divisioni tra cristiani - affermava - spetta proprio in particolare all'Europa, anche se non esclusivamente ad essa, il compito di cercare le vie più adatte per giungere quanto prima a superare tali divisioni". La seconda intervista ripercorre l'esperienza della 'cattedra dei non credenti', che prese avvio nella diocesi di Milano la sera del 17 novembre 1987. "Punto di partenza - ricordava Martini - era la constatazione che esistono in me, e in ogni altra persona pensante, un 'credente' e un 'non credente' che si interpellano a vicenda". Nella terza conversazione, realizzata al termine del VI Concistoro straordinario del 2001, il cardinale avanzava la proposta di un sinodo universale sulla Parola di Dio nella vita della Chiesa, perché "è dalla Parola ascoltata e contemplata che si rende più facile quello sguardo di sintesi tra antropologia, teologia, Vangeli...".
"Incontro al Signore risorto" è, come di consuetudine per il cardinale Carlo Maria Martini - profondo conoscitore dell'animo umano - , un libro rivolto a credenti e non credenti, dedicato a quanti sono alla ricerca di un orizzonte di senso nella propria esistenza. Da grande biblista in grado però di parlare al cuore e alla testa di tutti gli uomini, Martini di Fronte alle tensioni e alle inquietudini dell'oggi, di cui è stato fino all'ultimo attento e partecipe osservatore, offre ai lettori il solido riferimento della Scrittura, magistralmente interpretata, con uno stile capace di toccare le corde più profonde dell'anima. Forte della consapevolezza che "anche nella notte buia di un uomo ramingo e fuggiasco c'è un'attenzione del cielo per lui", Martini traccia in questo testo un itinerario spirituale che, a partire da figure bibliche di uomini che hanno smarrito i propri riferimenti, non ultima quella di Pietro, che ha tradito ma è ancora meritevole del perdono di Dio, apre alla luce della Morte e Resurrezione.
In una società confusa e disorientata come la nostra, "la Parola di Dio è fonte di vita per tutti" perché "parla al cuore dell'uomo, lo aiuta a scoprire i propri desideri e a comprendere a fondo la propria personalità". Di fronte a questa Parola il cardinale Martini, dopo anni di studi, riflessioni e preghiera, non smette di stupirsi. Una meraviglia - racconta - simile a quella di un bambino che per la prima volta spalanca gli occhi davanti a un panorama alpino, attratto da una bellezza e da una forza imponente: "Il cristianesimo è per ciascuno di noi occasione di continua scoperta e gioia". E colme di questa meraviglia sono le omelie qui raccolte, pronunciate dall'ex arcivescovo di Milano negli ultimi anni: non soltanto commenti ai passi delle Scritture proposti dalla liturgia, ma meditazioni semplici e intense, interventi brevi ma ricchi di stimoli, per aiutare a comprendere a fondo il messaggio universale di amore e accoglienza proclamato da Gesù e narrato nei Vangeli. Quello del cardinale Martini, infatti, è un percorso che seguendo il calendario liturgico ricompone il racconto della vita di Cristo, ed è insieme un invito, aperto a tutti, credenti e non, a riscoprire l'autenticità del "farsi prossimo" per chi è distante, ciò che nel Vangelo viene annunciato a ogni uomo, nessuno escluso. Ma nel contempo è anche un personale itinerario dalla parola al silenzio, un progressivo abbandonarsi alla volontà del Padre, lasciando che sia proprio la Parola di Dio a illuminare l'esistenza umana.
"Viene il tempo in cui l'età e la malattia mi danno un chiaro segnale che è il momento di ritirarsi maggiormente dalle cose terrene e prepararsi al prossimo avvento del Regno." Con queste parole il cardinale Carlo Maria Martini prende congedo dalle pagine del "Corriere della Sera" e dai suoi lettori, che in questi ultimi tre anni lo hanno seguito con affetto e ammirazione. Il cardinale, come Cristo, rifugge il pulpito e si cala in mezzo alla folla. La ascolta, ne interpreta le paure e le angosce. Non solo spettatore, dunque, ma anche coraggioso esegeta della quotidianità. E anche quando le domande si fanno scomode e dirette non manca di reagire con garbo, forte del sostegno delle Sacre Scritture. Perché il dolore fisico? Perché la morte di un bambino senza peccati? Come sopravvivere alla tragedia della malattia? Come reagire all'apparente disinteresse del mondo religioso per la crisi economica attuale? In queste pagine si trovano alcune tra le risposte più toccanti e commoventi che il cardinale ha restituito a coloro che lo hanno interrogato. Pareri, opinioni, consigli, spesso anche soluzioni ai quesiti più delicati che soffocano l'animo umano, impedendogli di raggiungere la piena consapevolezza di Dio. Riflessioni che hanno contribuito ad aprire uno spazio di intesa, un percorso comune in cui la Fede abbraccia - e pure sostiene - la realtà del quotidiano. Con umiltà fraterna il pastore tende la mano a coloro che si affidano alla sua voce. Prefazione di Ferruccio de Bortoli.
In questo volume il cardinale Martini ci introduce ai temi fondamentali della fede e della Speranza cristiana: la vita dopo la morte, il giudizio, la risurrezione. La sua riflessione prende le mosse dalla paura della morte, che è un istinto ineliminabile, ma che non deve trasformarsi in un'angoscia che paralizza il cuore e la mente; perché ogni uomo può trovare il coraggio necessario per superare la paura e guardare con fiducia al destino che lo attende aggrappandosi totalmente a Gesù.
Tutti soffriamo a causa di errori anche nostri, e tuttavia c'è una gran parte degli uomini che soffre più di quanto non meriterebbe, più di quanto non abbia peccato: è la gente misera, oppressa, che costituisce i tre quarti dell'umanità. Questa folla immensa fa nascere il problema: perché? che senso ha? è possibile parlare di un senso? Il cardinal Martini riflette sul mistero della fragilità e del dolore innocente a partire dall'icona di Giobbe, figura grandiosa dell'Antico Testamento, simbolo di ogni uomo che soffre. Il messaggio biblico è di straordinaria consolazione: l'uomo percepisce la propria fragilità e la provvisorietà di ogni cosa, ma solo quando accetta di fidarsi di Dio compie un percorso di crescita verso la verità, accettando il proprio limite e trovando le risorse necessarie per affrontare il tempo della prova.
Le tavole del trittico tracciano così tre cerchi concentrici sempre più ampi: dal discernimento in vista della vocazione presbiterale, alle “grandi tensioni del cuore” che sostengono un serio cammino di radicalità evangelica, agli atteggiamenti umani e spirituali previi a qualsiasi scelta determinata e che possano rendere autentica la “disponibilità a 360°” nei confronti della chiamata del Signore. Non è difficile individuare l’obiettivo che,
come “filo rosso” collega tutti i testi pubblicati: favorire le condizioni per un attento e sereno discernimento della propria vita, al fine di percepire la chiamata che il Signore rivolge a ciascuno.
La pubblicazione dei tre volumi idealmente accompagna tre anniversari di eventi che hanno segnato in modo definitivo la vita del card. Martini: il cinquantesimo di Professione religiosa solenne (2 febbraio 2012), il sessantesimo di Ordinazione presbiterale (13 luglio 2012), il trentesimo di cardinalato (2 febbraio 1983). Il Seminario ha inteso festeggiare queste ricorrenze e onorare l’Arcivescovo emerito, raccogliendo e riproponendo
frutti significativi del suo illuminante magistero.
Si tratta di una delle prime esperienze (1974) di Esercizi Spirituali, alla luce della Parola di Dio, proposti a un gruppo di vescovi dell'Emilia dall'allora semplicemente" padre Carlo Maria Martini. " A differenza degli altri il riferimento è meno costante al testo degli Esercizi ignaziani e più rivolto ad approfondire le esigenze della vera sequela di nostro Signore Gesù, secondo un itinerario dell'apostolo, del discepolo e del catecumeno, ben illustrato dal Vangelo di Marco. Mai più stampato dal 1978, ma spesso citato anche dallo stesso card. Martini, questo corso viene oggi riproposto in una nuova edizione.