Don Giuseppe Dossetti ha portato un contributo fondamentale nel panorama cristiano del XX secolo e la sua eredità continua a essere viva nella Famiglia religiosa da lui fondata, presso le persone che lo incontrarono e tra gli uomini e le donne del nostro tempo che hanno la possibilità di conoscere il suo messaggio.
Il 2 marzo 2011 veniva ucciso Shahbaz Bhatti, Ministro pakistano per le minoranze religiose, figura fondamentale per il dialogo interreligioso mondiale. Il fratello Paul, che da anni aveva abbandonato il Pakistan e aveva sempre cercato di convincere Shahbaz a cercare una vita più tranquilla e senza pericoli, decide di proseguire la sua missione ritornando in patria. Prendendo il posto di Shahbaz, Paul si ritrova a conoscere aspetti della vita del fratello che prima ignorava: entra emotivamente in quella missione che, precedentemente, non aveva capito fino in fondo e che diventerà anche la sua missione. Le vite di due fratelli raccontate non dal punto di vista pubblico ma privato. La missione sincera di chi ha dato voce ad un ideale di giustizia.
Alla mistica cattolica tedesca Teresa Neumann (1898-1962) la Chiesa attribuisce fenomeni e proprietà sovrannaturali come stigmate, bilocazione, profezie, visioni mistiche che l'hanno guarita da paralisi e cecità, la conoscenza di lingue mai studiate come greco, latino ed aramaico. Secondo varie testimonianze, per 36 anni si sarebbe nutrita ogni giorno esclusivamente con la Comunione, senza assumere altri cibi o bevande. Esami cui è stata sottoposta ne hanno confermato la sanità mentale, escludendo qualsiasi patologia a carico della personalità. Dichiarata Serva di Dio, è in corso il processo di beatificazione.
Giacomo aveva tutto, ma una sera fu colto da un improvviso senso di soffocamento: era l'inizio di una malattia che in pochi mesi avrebbe fatto il deserto attorno a lui. In quella condizione si fece strada nel suo cuore una domanda: «Ma Dio cosa vuole che faccia della mia vita?». È l'inizio di un nuovo cammino in cui riscoprirà la fede e con essa la Madre e il Suo desiderio di salvezza per tutti i suoi figli. «La riflessione di un credente che, in questi tempi di grande crisi morale e materiale, richiama l'attenzione su Colei che guida il cammino dell'umanità del terzo millennio: Maria» (Mons. Giovanni D'Ercole). «Il libro è una piccola-grande testimonianza dell'Amore che Dio ha per ciascuno di noi» (Prof. Giuseppe Noia). Accompagna il libro un DVD con il videoclip del nuovo singolo.
«Sant’Alfonso dedica solo quaranta pagine alla morale sessuale e duecentoquaranta alla morale sociale». Questa battuta sintetizza la figura di Marciano Vidal, teologo non neutrale, che ha fatto un’opzione molto chiara per rinnovare la teologia morale a partire dagli orientamenti del Vaticano II. Una teologia a favore della persona, segnata profondamente dalla benignità pastorale e dalla misericordia, orientata più alla ricerca della salvezza che alla condanna, capace di confidare in Dio più che nei giudici terreni.
Sottoposto per tre anni a un processo dottrinale da parte della Congregazione per la dottrina della fede, Vidal vide il suo manuale di morale ritirato dai seminari e dai centri teologici.
«Apprezzo la Chiesa come mistero, perché non trovo la Parola di Dio se non nella Chiesa e non trovo i sacramenti se non nella Chiesa e non trovo Gesù se non nella Chiesa», afferma Vidal in questa conversazione. «Della Chiesa come istituzione mi è rimasto un senso critico molto forte. Forse troppo forte. Per questo, di tanto in tanto, devo ridurre il tono della voce e le parole».
La storia recente di El Salvador, piccolo Stato dell'America centrale, è costellata di episodi drammatici nei quali sono stati eliminati molti testimoni delle ingiustizie e delle violenze perpetrate dal regime militare. Questo libro presenta la vicenda di alcuni di essi. Tra gli altri, oltre a monsignor Oscar Romero: p. Octavio Ortíz, attivo nella formazione spirituale dei giovani, e quattro dei suoi ragazzi; p. Rutilio Grande, particolarmente vicino ai campesinos; Marianella García Villas, presidente della Commissione per i diritti umani; sei padri gesuiti dell'Università Centroamericana (Uca) e due donne laiche che lavoravano presso di loro.
In Italia, dove il potere della Chiesa per lungo tempo non è stato controbilanciato da quello di uno Stato in grado di arginarlo, sembra che l'unico atteggiamento possibile nei confronti di tutto ciò che riguarda la religione sia l'alternativa adesione/rifiuto. Tuttavia, prima di accapigliarsi sulle vere o presunte "radici cristiane dell'Europa", non sarebbe opportuno acquisire maggiore consapevolezza del ruolo del cristianesimo nella storia del continente e, soprattutto, dei cambiamenti che ha attraversato dalle origini ai giorni nostri? La Riforma protestante, nata dal pensiero e dall'opera di Lutero, è senza dubbio uno dei più importanti. Con quell'atteggiamento teso a comprendere, più che a giudicare, che Marc Bloch sosteneva essere una delle principali caratteristiche del lavoro storico, l'autore presenta la vicenda biografica di Martin Lutero e offre a un pubblico di non specialisti gli strumenti per comprendere le implicazioni più profonde e durature della Riforma iniziata con le sue novantacinque tesi. Nell'ultimo capitolo vengono passate in rassegna le interpretazioni della figura di Lutero, con una particolare attenzione alla cultura italiana.
Il libro estrapola, dalla lunghissima relazione di Matteo Ripa (mille pagine) infarcita di particolari tecnici, quelle che sono descrizioni impagabili delle persone e dei luoghi incontrati durante il suo viaggio verso la Cina, e soprattutto dei tredici anni che trascorse alla corte dell'imperatore Kangxi. Sono descrizioni che portano molta attenzione al lato umano, tolgono l'imperatore Kangxi, uno dei più famosi della storia della Gina, dal trono e lo avvicinano come essere umano alla vita.
Il 31 ottobre 1517 sul portone della chiesa del castello di Wittenberg, che è anche la chiesa dell'università, viene affissa una pergamena con 95 Tesi. Le propone alla discussione accademica frate Martin Lutero, dottore in teologia. Le Tesi contengono la proposta di un ritorno alla fede cristiana autentica, scandita in affermazioni audaci, dalla critica alle indulgenze o alla potestà del papa, fino alle necessità dei poveri. Nessuno lo immagina, nemmeno Lutero, ma è l'inizio della rivoluzione. Queste pagine la raccontano seguendo i passi della vita di un uomo dalla personalità complessa e contraddittoria, pienamente immerso nel suo tempo. Inquieto, impulsivo, intelligente, socievole, dedito con passione alla ricerca di Dio, Lutero segna il passaggio della storia europea dal Medioevo all'età moderna e continua ancora oggi a interrogarci.
Maria Elisabetta Mazza (1886-1950) è una delle figura più interessanti del movimento cattolico che, tra Otto e Novecento, a Bergamo come nel resto d'Italia, offre la prima risposta sistematica alle sfide dalla società contemporanea. Il suo profilo biografico si snoda in varie tappe: l'ambiente familiare e parrocchiale, la formazione culturale, l'impegno associativo, la docenza nelle scuole di Bergamo e della provincia, la fondazione e la direzione delle Piccole Apostole della Scuola Cristiana. Abito laicale, apostolato a tempo pieno nella scuola pubblica, vita comune, ritmi di preghiera snelli e vita religiosa dallo stile "secolare" sono i tratti caratteristici del nuovo Istituto, chiamato a operare "come lievito, senza chiasso", per dare anima e "linfa rigeneratrice" alla società. Personalità affascinante, riesce a trasmettere una spiritualità ricca e semplice al tempo stesso. Al centro c'è l'esperienza di Gesù, "l'unico affetto dominante" dal quale si lascia condurre e con il quale desidera "fare casa", a imitazione del "sì" obbediente della Vergine Maria e di Teresa di Lisieux, la sua santa prediletta. La sua vita è intrecciata con quella di laici come Nicolò Rezzara, vescovi come Radini Tedeschi e Bernareggi, sacerdoti come Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. Intelligente, sensibile, dotata di capacità organizzative e di governo non comuni, Maria Elisabetta Mazza ha molto da dire anche oggi.
A duecento anni dalla nascita, la figura di monsignor Paolo de Sanctis (1816-1907) emerge integra dalle carte d'archivio e dai documenti materiali, temprata dai tempi difficili in cui trascorse la sua lunga, feconda esistenza. Nato a Rigatti, in Diocesi di Rieti, fu a lungo Rettore del Seminario più antico del mondo cattolico durante i decenni segnati dalla nascita travagliata del Regno d'Italia. Quando ormai si preparava a dedicarsi agli amati studi storici, papa Leone XIII lo elesse vescovo della Diocesi di Poggio Mirteto, che resse per otto anni prima di riturarsi a Roma presso la basilica di San Giovanni in Laterano, onorato dal titolo di Arcivescovo di Sardica.
“Tutti parlano di Madre Teresa di Calcutta, ma io la vedo qui davanti a me”; è con queste parole che monsignor Ioan Robu, arci vescovo di Bucarest, nel 2007 si appella a suor Rosella Soressi. Lo afferma pubblicamente, a parziale riconoscenza per il prezioso lavoro di Rosella al fianco degli “ultimi” in terra rumena, i primi nel cuore di Dio e nel suo. La difficile storia famigliare, segnata dalla perdita precoce della mamma, il trasferimento dal piacentino a Sora dopo le seconde nozze del padre, l’importante ruolo assunto da mamma Mimma, che cresce lei e i suoi fratelli, la scuola infermieri, il lavoro in ospedale: sono questi i fatti salienti della prima parte della sua vita, fino alla decisione di entrare nell’ordine delle Suore operaie di Gesù e diventare suor Rosella. La seconda parte della sua storia è incentrata sulla missione in Romania: dal racconto amaro ma divertente dei primi tempi in un paese allo sbando, affrontati con ironia grazie al carattere allegro che la contraddistingue, l’incontro con il gruppo di ragazzi che fonderanno l’associazione Maghi di Oz per sostenere la costruzione di una casa di accoglienza, ma anche le riflessioni spirituali più intime. Suor Rosella muore in Romania il 5 novembre 2012, in un incidente stradale, a soli 52 anni. La totale dedizione all’assistenza delle persone più bisognose le varranno il conferimento della medaglia d’argento al merito civile dalla Presidenza della Repubblica italiana.