Contemporanea di Caterina da Siena, Ruysbroeck e Suso, Santa Brigida di Svezia ebbe un impatto considerevole sulla vita spirituale, la letteratura e l’arte del Medioevo. “Una donna di grande coraggio – come disse Giovanni Paolo II – poiché possedeva una fede libera, un amore offerto con tutto il cuore”.
Questo libro propone una meditazione al giorno – tratta dagli scritti di questa mistica, tra cui le sue Rivelazioni – per penetrare l’essenziale del messaggio della Santa, che non smise d’invitare i cristiani del suo tempo alla conversione e alla penitenza, richiamando l’urgenza di ritornare al Vangelo.
Del Cristo trasfigurato, Paolo VI è stato il teologo e il testimone. Il grande tema della bellezza di Cristo sul Tabor lo affascinava. Basta rileggere le meditazioni che vengono riportate in questa raccolta. Sono omelie "a braccio", nelle quali Paolo VI commenta il brano evangelico della Trasfigurazione, riportato nella seconda domenica di Quaresima, mentre si trova in visita pastorale in alcune parrocchie romane. Sono riflessioni per la preghiera. Vi si nota la sua grande spiritualità, il suo lirismo, la sua mistica. E da mistico, Paolo VI indica il più bello, il più desiderabile e meraviglioso dei mondi. Da mistico, è stato anche testimone della presenza amica di Dio nell'umanità. Ora la Chiesa si appresta a beatificare questo testimone della Trasfigurazione. Paolo VI ha lavorato, ha sofferto, ha amato. Dal 19 ottobre, 2014 come Cristo sul Tabor, la sua vita si trasfigura definitivamente in Dio!
Il volume dedica ampio spazio alle vicissitudini della Serva di Dio, apostola della Divina Volontà, Luisa Piccarreta, ripercorrendo la sua vita grazie alle numerose testimonianze di chi le è stato accanto e alle lettere da lei stessa scritte. L'intento dell'autrice è quello di fare chiarezza in particolare sul messaggio della Piccarreta: passare dal fare la volontà di Dio a vivere nella volontà di Dio, messaggio innovativo per quei tempi, ma che in breve tempo è diventato famoso in tutto il mondo.
Il monaco in bianco e nero è il benedettino e trappista Padre Paolino Beltrame Quattrocchi, le sue avventure sono fatti storicamente accaduti nel corso del '900, testimonianza di come si possa sempre rivolgere il proprio sguardo "dal tetto in su", pur conservando i piedi ben piantati per terra. Giovanissimo frate benedettino, cappellano in guerra e medaglia d'argento al valor militare, protagonista temerario di pagine rocambolesche e toccanti della Resistenza, predicatore severo e instancabile curatore di anime, ispirazione per Guareschi dell'amatissimo Don Camillo, Padre Paolino ha vissuto un secolo senza fermarsi mai.
Sono tante le sorelle, che dalle provenienze più diverse hanno incontrato il Signore sulla "piccola via" indicata da don Giovanni Tamburelli (1877-1968), il "Padre", fondatore dell'Istituto secolare A.R.A., che con splendida intuizione ha saputo delineare un carisma, sconcertante per la sua semplicità, ma ricco e prezioso nel suo sostegno al ministero sacerdotale. Sulla strada indicata da don Tamburelli, molte sorelle hanno cercato e cercano di proseguire il cammino secondo lo spirito da lui voluto, fondato sull'amore, sulla riparazione e sull'apostolato, facendo tesoro delle sue indicazioni che esortavano ad avere "un cuore largo, capace di appassionarsi tenacemente di un ideale alto, vivo e vibrante, come quello dell'A.R.A., che si forma alle divine esigenze di un cuore divino tutto appassionato d'amore e di anime...". L'autore del presente volume ha saputo ben cogliere lo spirito, le ansie, le difficoltà di don Tamburelli, facendo emergere anche il suo entusiasmo e la sua passione per "le cose di Dio", che lo hanno portato a tracciare un cammino spirituale che la chiesa, mediante i suoi pastori, ha dimostrato di apprezzare e incoraggiare.
"Non è vero che chi muore di cancro va all'Inferno... non è vero che la morte è la fine di tutto; e non è vero perché c'è stato in un attimo della mia vita un giardino pieno di camomilla fiorita, una sensazione di gioia e di gratitudine immensa verso chi mi aveva donato la vita e quell'attimo di vita." L'autore, medico milanese dell'Istituto dei tumori, scopre a quarant'anni, sposato con tre figli piccoli, di avere un tumore al rene. Lo svilupparsi della malattia, dopo un primo importante intervento chirurgico, gli garantisce, per usare le sue parole, "dieci anni di vita quasi normale", in una sorta di tregua armata che termina il 4 dicembre 1989, allorché l'ultima operazione svela l'inesorabile recrudescenza del male. "Mi trovo" scrive allora "di fronte a ciò che Leopardi chiama "l'apparir del vero", e che si potrebbe più prosaicamente definire l'esperienza della fragilità della vita". Questi dieci anni di vita quasi normale, e quello successivo, l'ultimo, sono attraversati dalla testimonianza che Antonio ha lasciato in lettere, scritti, appunti e un abbozzo di libro. La loro raccolta e pubblicazione, prima in forma "artigianale", ora in una nuova edizione rivolta al grande pubblico, racconta una reale esperienza di vittoria sulla fragilità della vita e sulla morte. Prefazione del cardinale Angelo Scola, vescovo di Milano.
A trent'anni, con un figlio in arrivo, Filippo, animatore all'oratorio, e Anna, la sua giovane moglie, si trovano di fronte a una notizia che li sconvolge: a lui è diagnosticata una malattia che in breve tempo cambierà la vita di entrambi. Il sacerdote dell'oratorio, don Fabrizio, gli amici, la famiglia si stringono attorno alla coppia: ne nascerà la scoperta di un'avventura spirituale semplice e insieme profondissima, scandita dalla vicinanza, dai ricordi e da una serie di sms che diventeranno un vero e proprio refrain, nella conquista della serenità, attraverso la comprensione del mistero della vita e del dono dell'amore. Una vicenda non solo personale, ma di comunità; una grande testimonianza per il nostro tempo.
Ebrea tedesca, Edith Stein nasce a Breslavia (allora tedesca, oggi polacca con il nome di Wroclaw) il 12 ottobre 1891. Dotata di straordinaria intelligenza, è prima allieva e poi assistente del filosofo fondatore della fenomenologia Edmund Husserl, divenendo a sua volta un'insigne filosofa. Convertitasi al cattolicesimo nel 1921 e battezzata nel 1922, insegna a lungo, in particolare a Spira in un istituto cattolico. Poi, finalmente, nel 1933 realizza il suo grande desiderio: entra nel Carmelo di Colonia, assumendo il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Pur essendo una religiosa, non sfugge alla persecuzione nazista: in quanto ebrea viene deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, dove muore il 9 agosto 1942. Beatificata nel 1987 e canonizzata nel 1998, è dichiarata nel 1999 da Giovanni Paolo II compatrona d'Europa insieme a Caterina da Siena e Brigida di Svezia.
La figura di Anna, madre di Maria e nonna di Gesù, è al centro di un enigma: onorata da tutte le Chiese e venerata nei secoli da tutte le popolazioni di fede cristiana, in ogni parte del mondo, non compare in alcuno dei testi canonici. Analizzando con puntualità le fonti, i documenti letterari, i monumenti e le immagini che la riguardano, questo libro offre alcune risposte al mistero di Anna e indica in un passato remotissimo l'origine di tanta importanza, cultuale e simbolica. Si delinea così una trinità che si fonda sulla fecondità della genealogia femminile, non sulla logica, di fatto subordinativa e inclusiva, del rapporto tra Padre, Figlio e Spirito Santo, tutto declinato al maschile, nel segno di una universalistica omologazione.
Un testo sulla figura e la spiritualità di papa Paolo VI.
"Ho imparato a contrabbandare pezzi di matita nella mollica del pane o nelle bustine di tabacco che poi gli amici trasformavano in fumo velenoso. Ma tutti quei fogliettini li ho persi chissà dove. Trascrivevo in cirillico testi slovacchi, parole inglesi e pensieri personali. Ma anche quei quaderni russi sono andati perduti. Come scritti sull'acqua o su un marciapiede. Il detenuto scrive sul proprio corpo con il filo spinato". L'autore, sacerdote salesiano, ha trascorso dieci anni di prigionia, di cui otto ai lavori forzati, nelle miniere di uranio della Cecoslovacchia. Le sue memorie si intrecciano con la storia dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale: la morte di Stalin e l'inizio dell'era di Kruscev, la Primavera di Praga e la stagione di Dubek, il manifesto di Charta 77 sulla violazione dei diritti umani e l'elezione di Karol Wojtyla al soglio pontificio, gli anni di Gorbaciov, la caduta del muro di Berlino e la nascita, dalle ceneri della Cecoslovacchia, della Repubblica Ceca, presieduta da Václav Havel, e della Repubblica Slovacca. "Dall'inizio della primavera alla fine dell'autunno ci costringevano a piccoli gruppi a pulire la zona tra le staccionate elettriche e la recinzione di filo spinato", ricorda Srholec, "dovevamo estirpare con le mani nude tutte le erbacce; le armi automatiche di esperti tiratori erano puntate contro di noi dalle torri di guardia. Tornavamo in camera pieni di graffi, tra sterpi e filo spinato. Ma i graffi non sono infortuni..."
Si tratta della biografia del cardinale Celso Costantini (1876-1958), originario della provincia di Pordenone, che fin dalle sue prime esperienze come sacerdote dimostrò il suo grande spirito missionario. Inizialmente resse le parrocchie di Roraigrande, Concordia ed Aquileia, fu poi Vescovo a Fiume e nel 1922 fu nominato da Papa Pio XII Delegato apostolico in Cina dimostrando in questo servizio alla chiesa locale tutta la sua modernità nelle decisioni da lui prese: la scelta di un segretario cinese, l'andare a vivere fuori il quartiere delle sedi diplomatiche, il rifiuto di indennizzi per la morte dei missionari. Nel 1953 fu creato cardinale e l'anno successivo promosso Cancelliere di Santa Romana Chiesa. Morì nel 1958 alla vigilia del conclave che elesse Papa Giovanni XXIII. La presente pubblicazione, accompagna il lettore a scoprire la impegnativa vita del Costantini che si rivela straordinario come uomo e intellettuale, scultore e scrittore, sacerdote e missionario, Vescovo e Cardinale.