Il volume Maestra Vincenti racconta la vita di suor Maria Vincenti, una Figlia di San Paolo. Maria Vincenti è nata a Santa Restituta (frazione del comune di Avigliano Umbro - Terni), un paesino delle montagne umbre il 28 aprile 1913 ed è morta a Langley (Inghilterra) il 15 ottobre 1967. È essenzialmente la storia di un'anima timida e riservata, forte e umile insieme, molto intelligente e dal portamento e dai gesti signorili; una "donna di stile", come qualcuna l'ha definita. Fu una paolina scrittrice, redattrice e pubblicò libri con buon gusto e raffinatezza. Ha insegnato Teologia dogmatica e Storia dell'arte per lunghi anni ed è stata molto amata e rispettata dalle sue consorelle.
Descrizione dell'opera
Il rapporto Dio-uomo ha retto la vita di p. Raffaele Spallanzani ed è anche stato la risposta ai suoi giorni: «Sono stato ammalato ventidue anni. Credo di aver sentito l’annientamento di me stesso sotto tutti gli aspetti. Però sono sempre stato invidiato dalle persone: da ricchi, poveri, istruiti, artisti, da tutti. Che cosa hanno invidiato? Forse il mio corpo? C’è poco da invidiare, sono paralizzato da anni. La mia cultura? È quella di molti. La mia intelligenza? Non credo di essere un genio. Hanno ammirato una cosa sola: quello che Dio dà quando è amato». Nell’esperienza del dolore il suo ‘mestiere’ di cristiano si chiarisce e diviene quello stesso di Dio, cioè «aiutare gli uomini a diventare uomini».
Il volume presenta una biografia di straordinaria ricchezza, costruita in larga parte con le parole dello stesso padre Raffaele, traendole dalle sue riflessioni.
Sommario
Presentazione (A. Bergamaschi). Linee di lettura. Primi passi. «Signore dove abiti?». Un incontro fondamentale. Infanzia: vuoto d’amore. Seminario: attesa d’amore. Noviziato: incontro con l’amore. Sacerdozio: certezza d’amore. Torture d’amore. Passi maturi «Vieni e seguimi».. Verso la resa. Nostalgia d’amare. La Casa dell’amore. Sì all’amore. Il volto dell’Amato. Servo dell’amore. Le esigenze dell’amore. Gli scavi dell’amore. Il dolore: un volto dell’amore. Tutto è amore «Amatevi come io ho amato voi». Pellegrino d’amore. Il mestiere dell’amore. I frutti maturi dell’amore. Una cosa sola con l’Amato. Nel Regno dell’amore. Epilogo.
Note sull'autore
Oscar Pellesi, frate cappuccino, ha conseguito la licenza in teologia dogmatica e spiritualità presso la Pontificia Università Gregoriana. È autore del volume Francesco d’Assisi (1182-1226). Figlio del vento (22006) e di alcune biografie di religiosi e servi di Dio, come Il sentiero della gioia. Suor Maria Rosa Pellesi, 1917-1972 (1982) e Il volto della tenerezza. Suor Piera Corradini (1995).
1941. A S. Giacomo Roncole, vicino a Mirandola (MO), don Zeno accoglie come figli altri fanciulli abbandonati e fonda l’Opera Piccoli Apostoli. Ha giurato sull’altare che mai avrebbe fatto un collegio. Nel 1941 una giovane studentessa, Irene, scappa da casa e si presenta a don Zeno dichiarandosi disposta a far da mamma ai Piccoli Apostoli.
Don Zeno, con l’approvazione del vescovo, le affida i più piccoli e nasce con lei una maternità nuova, virginea. Altre giovani donne la seguono, sono le “mamme di vocazione”.
Alcuni sacerdoti si uniscono a don Zeno e danno inizio ad un clero comunitario. Dopo la fine della guerra, nel 1947, iPiccoli Apostoli occupano l’ex campo di concentramento di Fossoli, vicino a Carpi, per costruire la loro nuova città. Abbattono muraglie e reticolati, mentre accanto alle famiglie di mamme di vocazione si formano le prime famiglie di sposi, che chiedono a don Zeno di poter accogliere i figli abbandonati, decisi ad amarli alla pari di quelli che nasceranno dal loro matrimonio. Il 14 febbraio 1948 approvano il testo di una Costituzione che verrà firmata sull’altare. L’Opera Piccoli Apostoli diventa così Nomadelfia, che significa dal greco: “Dove la fraternità è legge”. La storia continua: il “”Movimento della Fraternità Umana” nel 1959, le opposizioni, lo scioglimento imposto dal Sant’Uffizio, la laicizzazione di don Zeno, il nuovo terreno di Grosseto, la seconda “prima messa”. Don Zeno muore il 15 gennaio 1981. Questo libro racconta la sua storia.
Remo Rinaldi è nato a Mirandola (Modena) nel 1932. Ha operato nei settori della formazione professionale e dell’amministrazione del personale. Studioso di storia contemporanea, ha indagato su importanti e trascurati avvenimenti socio-religiosi accaduti nel Modenese del dopoguerra. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato La resistenza di un vescovo. Vigilio Federico Dalla Zuanna vescovo di Carpi tra guerra e ricostruzione (1996) e La Venerabile Mamma Nina Saltini. «Gesù mette sempre a tavola le mie bambine» (2005).
Il libro presenta il profilo di un Sindaco della ricostruzione, vissuto nel Novecento in provincia di Modena. Giuseppe Castagnetti nacque a Montebaranzone, frazione di Prignano, nella borgata chiamata Ringola, il 15 marzo 1909. I suoi genitori, Antonio e Marianna Codeluppi, facevano i casari ed erano costretti a spostarsi frequentemente da un caseificio all’altro. Penultimo di nove fratelli, egli cominciò a lavorare molto presto e a sedici anni fu mandato in un caseificio di Portile, frazione di Modena. Alla morte del fratello Dolfo, lo sostituì come casaro nell’azienda degli Sterpatelli di Montebaranzone, contribuendo alla prosperità e fortuna dell’azienda stessa.
L’11 febbraio 1939 sposò Giovannina Sghedoni, dalla quale ebbe dodici figli, due dei quali morirono per malattia dopo pochi giorni di vita.
Nel 1945 fu designato come sindaco di Prignano ed eletto nel 1946. Mantenne l’incarico per quasi tre legislature, fino alle dimissioni nel 1959. Morì il 22 giugno 1965.
Appartenente a una famiglia di origini profondamente cristiane, la sua vita pubblica fu un chiaro esempio di dedizione agli altri e di impegno civile.
Laura Cristina Niero, archivista, è esperta nella gestione degli archivi comunali e di problemi relativi alle fonti della ricerca storica; tutor d’archivio, collabora con le scuole e gli istituti culturali alla realizzazione di progetti di didattica e valorizzazione delle fonti documentarie mediante laboratori, ricerche e pubblicazioni. È autrice di saggi nell’ambito della storia locale modenese.
Maria Giulia Sandonà ha svolto attività di ricerca per l’Istituto storico della Resistenza e di Storia contemporanea e il Centro documentazione donna di Modena. È autrice e curatrice di saggi pubblicati su riviste storiche e volumi collettanei nell’ambito della memorialistica locale modenese. Docente tutor per il rinnovamento della didattica della storia, segue da anni l’esperienza dei laboratori di storia locale in collaborazione con gli archivi e le biblioteche del territorio.
Zwingli teologo umanista
I temi della Riforma secondo Zwingli
La teologia del Patto e le sue implicazioni socio-politiche
Sullo sfondo della storia della città di Zurigo e della Confederazione elvetica nel xvi secolo, la vita, il pensiero teologico nonché l'impegno politico che condusse Zwingli, teologo umanista e Riformatore di grande originalità, alla morte sul campo di battaglia.
Dalla quarta di copertina
Sullo sfondo della storia della città di Zurigo e della Confederazione elvetica nel XVI secolo, Sergio Ronchi delinea la vita, il pensiero teologico e l'impegno politico che condussero Zwingli alla morte sul campo di battaglia.
Ne emerge una figura di grande originalità: non un umanista teologo, bensì un teologo che pensa l'evangelo con metodi umanistici.
Teso alla fedeltà verso la parola scritta e all'annuncio di Gesù Cristo, Zwingli – il più politico dei Riformatori – propone i temi della Riforma da una angolazione assolutamente propria.
Rigorosamente cristocentrico, il suo pensiero non concede nulla all'uomo: Cristo è la guida dell'umanità tutta, da lui dipende ogni cosa, compresa l'armonia sociale.
Questo è il primo volume della biografia di Daniel Lifschitz, pittore, esegeta, scrittore, autore taetrale, evangelizzatore itinerante del Cammino Neocatecumenale.
Terminato il Cammino, Daniel, in disaccordo con i fondatori Kiko e Carmen, lascia il movimento.
In questo volume:
Origini
Infanzia
Ebreo
Comunista
Sionista
Archeologo
Viaggi in India e a Patmos
Pittore
Verso il Battesimo
Questo è il SECONDO volume della biografia di Daniel Lifschitz, pittore, esegeta, scrittore, autore taetrale, evangelizzatore itinerante del Cammino Neocatecumenale.
Terminato il Cammino, Daniel, in disaccordo con i fondatori Kiko e Carmen, lascia il movimento.
In questo volume:
Padre Pio
Il Battesimo
Don Dossetti
Gerusalemme
Neocatecumenato
Matrimonio
Itineranza in Grecia, Turchia, Siria; Egitto, Israele, Svizzera, USA
Rottura con Kiko
Morte del figlio
La storia di una "donna nuova" per una "nuova Chiesa" ai primi del Novecento. Predicare ed evangelizzare con gli strumenti della comunicazione sociale.
Personaggio di rilievo nel panorama sociale ed ecclesiale della Spagna, e non solo, della prima metà del XX secolo, Josefa Segovia Morón (1891-1957) è una donna andalusa che, nel solco delle apostole dei primi secoli cristiani, ha contribuito a far amare e a diffondere il Vangelo di Cristo nella storia. Capace di sintesi tra azione, cultura e spiritualità, fu la prima direttrice della «Istituzione Teresiana».
Il volume propone un’antologia dei suoi scritti, a chiusura del cinquantesimo anniversario della morte.
Il sottotitolo fa riferimento al ventaglio usato dalla Segovia, su ciascuna stecca del quale ella aveva riportato una breve espressione, ripresa dalla Bibbia o da preghiere liturgiche, o composta da lei stessa a mo’ di invocazione.
Sommario
Presentazione. Frasi scritte da Josefa Segovia nel suo ventaglio. Bibliografia. Josefa Segovia. Profilo biografico. La donna verso la modernità. In costante ascolto «Credo, Signore». Per vivere un carisma «Il Maestro è lì e ti chiama». Per far crescere un carisma «Fedeltà». Come i primi cristiani «Sei contento, Signore?». Un carisma vissuto in pienezza «Chiamami, Signore». Indice scritturistico.
Note sulla curatrice
Francesca Cocchini è professore ordinario di storia del cristianesimo presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti. È membro di numerose associazioni e gruppi di ricerca sulla patrologia e il cristianesimo dei primi secoli. Tra le pubblicazioni ricordiamo: Commento alla lettera ai Romani di Origene, Casale Monferrato 1985-Genova 1986; Il Paolo di Origene. Contributo alla storia della ricezione delle epistole paoline nel III secolo, Roma 1992; Teodoreto di Cirro. Commentario alla lettera ai Romani, Roma 1998; Agostino d’Ippona. “Il nostro volere sia suo e nostro” (in collaborazione con M.G. Mara), Città del Vaticano 2006; presso le EDB: Origene. Teologo esegeta per una identità cristiana (2006).
Nell’aprile 1975, in Libano scoppia la guerra. Jocelyne Khoueiry, che allora aveva appena vent’anni, imbraccia il fucile per difendere il suo Paese minacciato dai palestinesi che hanno instaurato uno stato nello stato. Una delle poche donne a lottare contro i reparti scelti, diventa una figura della Resistenza cristiana e si ritrova ben presto alla testa di un migliaio di soldatesse.
La notte del 6 maggio 1975, da sola con sei giovani compagne, riporta una vittoria decisiva contro trecento combattenti palestino-siriani. Nasce così la leggenda di “Jocelyne e le sue ragazze”.
A quella data corrisponde anche un cambiamento: la conversione della giovane donna, che fino allora aveva professato un cristianesimo esclusivamente di consuetudine, da quella vittoria, non cesserà di comunicare la sua fede al gruppo delle Forze libanesi. Per dieci anni, fino al 1985, si troverà su tutti i fronti per portare la speranza nel cuore del conflitto.
Negli anni sucessivi la sua lotta per la vita non è mai cessata. Al fine di portare il suo aiuto ai bambini, alle famiglie e ai bisognosi, ha fondato il Centro Giovanni Paolo II, nelle vicinanze di Beirut. È inoltre membro dell’Accademia Mariana Pontificia Internazionale e rappresentante dei laici del Medio-Oriente in Vaticano.
Attraverso il ritratto di questa donna fuori dal comune, si ricostruisce un tratto della storia dolorosa e complessa del Libano, che prelude ai tragici fatti della cronaca odierna.
GLI AUTORI
NATHALIE DUPLAN scrive da quindici anni ed effettua regolarmente servizi dal Medio-Oriente per la stampa periodica.
VALÉRIE RAULIN, giornalista accreditata presso il Ministero della Difesa per molti anni, da più di venti anni realizza reportage in Medio-Oriente per la stampa e la televisione.
Maria Domenica Brun Barbantini (1789-1868) è una di quelle manifestazioni del “genio femminile” per le quali Giovanni Paolo II espresse la gratitudine della Chiesa. È stata sposa e madre prima di abbracciare la vita religiosa, ha vissuto tutte le dimensioni della femminilità. È stata una donna completa, forte, intelligente, intraprendente, lungimirante, capace di tenere testa ai potenti e di inchinarsi sulle piaghe delle persone più umili. Nella Lucca dei primi anni dell’Ottocento il cuore di Maria Domenica, plasmato dall’amore di Dio che era il centro affettivo della sua vita, ha individuato un bisogno emergente: l’esistenza di povere malate e moribonde che giacevano sole e abbandonate, senza alcuna assistenza, in case malsane. A questo bisogno Maria Domenica ha risposto prima personalmente, cominciando ad andare di casa in casa, a fare le nottate; poi con un’associazione di volontariato ante litteram nella quale ha coinvolto alcune sue amiche. E infine con la fondazione delle Ministre degli Infermi di san Camillo de’ Lellis.
Valerio Lessi(1957), giornalista, vive e lavora a Rimini. È stato redattore al Resto del Carlino e al Messaggero, vicedirettore a La Voce di Rimini. Per la San Paolo ha pubblicato Con questa tonaca lisa (2001), libro-intervista con don Oreste Benzi, e Una donna felice. Il “segreto” di suor Maria Rosa Pellesi (2007). Nel 2006 è uscito Il destino si è fatto buono (Itaca) dedicato a Lella Ugolini, grande educatrice di Rimini. Si occupa della comunicazione turistica della Provincia di Rimini.