«In quella sera, in macchina di ritorno dall’ospedale, ricordo che ti muovesti per la prima volta; sembrava che mi dicessi: Grazie mamma che mi vuoi bene».
Il 22 ottobre 1995 si spegneva Mariacristina Cella Mocellin, una giovane mamma di 26 anni. Moriva per un tumore che non aveva voluto curare per non danneggiare il bambino che portava in grembo. In quel giorno Cristina lasciava il marito Carlo e i figli Francesco, Lucia e Riccardo. La notizia del dono della vita di questa mamma subito si diffuse ovunque. Ne parlarono i giornali locali e nazionali, la radio e la televisione. Non solo in Italia, ma anche all’estero la gente venne a conoscenza di questo atto di amore.
Ora, a dieci anni dalla morte, il volume intende far conoscere la storia e la fede di Cristina a un pubblico più vasto, attraverso la pubblicazione di alcuni suoi scritti. La pubblicazione di parte del diario di Cristina, infatti, può aiutare senz’altro molte altre persone a camminare nella fede e nell’amore come è stato per lei.
Mariacristina Cella Mocellin nasce a Cini sello Balsamo il 18 agosto 1969. Da ragazza frequenta assiduamente l’oratorio della comunità cristiana della Sacra Famiglia in Cinisello, ove si impegna come catechista e animatrice. Frequenta il liceo linguistico “Regina Pacis” a Cusano Milanino e si iscrive all’Università Cattolica di Milano alla facoltà di lingue. Il 2 febbraio 1991 Cristina sposa Carlo Mocellin, stabilendosi a Carpané, in provincia di Vicenza. In dicembre nasce Francesco, a luglio del 1993 nasce Lucia e un anno dopo Riccardo. Durante la terza gravidanza ricompare il tumore, di cui Mariacristina aveva già sofferto a 18 anni. Cristina, con Carlo, decide di sottoporsi solo alle cure mediche che non avrebbero messo a rischio la vita di Riccardo. La malattia si aggrava e la vita di Cristina diventa un calvario fino al 22 ottobre 1995, quando Dio Padre la chiama a sé.
La storia di Abd el Jalil, nato a Fez nel 1904 e morto a Parigi nel 1979, è di quelle destinate non solo a essere ricordate ma a lanciare lampi di riflessione e sfide profetiche per il nostro futuro.
Brillante studente marocchino, avviato a una promettente carriera di studioso, egli si converte a Cristo ma resta profondamente convinto di non dover per questo rinunciare a nulla della fede islamica. Il libro ripercorre le tappe della sua vita e di questa particolare vocazione di fedeltà al Profeta e a Cristo, ben sintetizzata da quel doppio nome, datogli da papa Pio XI: Giovanni-Maometto.
Nel volume vengono poi riportati molti stralci di testi e studi di Padre Abd el Jalil che mostrano anche il suo straordinario valore di studioso, rafforzato dalla conoscenza dal di dentro dei due mondi culturali che egli continuamente mise a confronto.
Ha La Pira qualcosa da comunicare al XXI secolo o è personalità consegnata al passato? Vi è in lui la ricerca di punti saldi che orientino il cammino storico, per evitare che l’umanità appaia una ‘nave senza nocchiero in gran tempesta’. Con la storiografia del profondo cercava di far emergere le forze invisibili che agiscono nella storia. Grande globalizzatore, pensò il compito delle nazioni e dei popoli, la nuova presenza della religione nelle relazioni mondiali, il valore della nonviolenza in un mondo dominato dalla corsa agli armamenti e dall’equilibrio del terrore, e propenso a credere più alla forza che alla ricerca di intese. Facendo perno sulla spiritualità di La Pira, i contributi restituiscono il suo profilo interiore, quel centro da cui partiva e dove ritornava nel dialogo con Dio e la storia, luogo di una spiritualità profetica e oggettiva imperniata sul fatto della Resurrezione di Cristo. Contributi di: Oscar Luigi Scalfaro, don Silvano Nistri, Carmelo Mezzasalma, Luciano Martini, Giovanna Carocci, Andrea Riccardi, Dalmazio Mongillo, Giulio Conticelli, Jean-Dominique Durand, Fernanda Dima, Paola Ricci Sindoni
GLI AUTORI
Vittorio Possenti è professore ordinario di Filosofia politica presso l’Università di Venezia, dove dirige il Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani. E’ autore di circa 20 volumi, alcuni dei quali tradotti in varie lingue. Fra i suoi scritti più significativi: La buona società, Vita e Pensiero 1983; Filosofia e società, Massimo 1983; Le società liberali al bivio, Marietti 1992; Razionalismo critico e metafisica, Morcelliana 1996, 2ed.; Approssimazioni all'essere, Il Poligrafo 1995; Terza navigazione. Nichilismo e metafisica, Armando 1998; Filosofia e Rivelazione Città Nuova 2000, 2ed; Religione e vita civile, Armando 2002; L’azione umana, Città Nuova 2003. E’ membro del Comitato Nazionale di Bioetica e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Breve biografia di Benedetto da Norcia, instancabile promotore in tutta Europa di centri di preghiera, di cultura e di promozione umana ispirati alla sua "Regola". Oggi l'Europa riconosce in lui il primo e il principale dei suoi Patroni: con la sua opera contribuì in modo determinante alla nascita e allo sviluppo della cristianità nel Vecchio Continente.
Francesca (Roma, 1384 –1440), dopo la perdita dei figli e del marito, accettata e offerta nella fede, si dedicò all’assistenza dei poveri e dei malati. Il suo palazzo pareva fosse la meta obbligata di bisognosi d’ogni genere. Generosa con tutti, profondeva i beni di cui disponeva per alleviare le tribolazioni degli altri, senza nulla concedere a se stessa. Per poter allargare il raggio della sua azione caritativa, nel 1425 fondò la congregazione delle Oblate Olivetane di S. Maria Nuova, dette anche Oblate di Tor de’ Specchi. Tre anni dopo la morte del marito, emise ella stessa i voti nella congregazione da lei fondata, assumendo il secondo nome di Romana. Il libro è la sua biografia.
Maria Luigia Ronco Valenti, scrittrice e giornalista, ha collaborato con le tre reti radiofoniche RAI con programmi e sceneggiati di carattere storico e letterario, vincendo il “Premio Roma” di giornalismo con la trasmissione «Roma degli Europei». Collaboratrice di Radio Vaticana, ha realizzato per «Orizzonti Cristiani» numerosi programmi sceneggiati tra cui: I santi di Roma, Le donne della lampada, Il mistero degli angeli. Insegnante di ruolo presso scuole statali e istituti privati, ha pubblicato volumi di letteratura giovanile ricevendo numerosi premi di narrativa. Studiosa di teologia e di scienze religiose con particolare riguardo al monachesimo e al femminismo evangelico, ha pubblicato saggi e tenuto conferenze su diverse figure di sante.
Testimoni validi e coordinati autorevolmente da Luigi Gedda ricostruiscono l’immagine di Maria Gedda (1906-1985), donna e profeta appassionata della Chiesa e della verità, contemplativa nella sofferenza personale e nella testimonianza al dolore dei fratelli.
«Quando mia sorella morì – ricorda Luigi Gedda – provvidi alla stampa di immagini-ricordo, ma non bastarono. Chi ne riceveva, ne chiedeva altre, rievocando i rapporti avuti con lei, preziosi e indimenticabili». Per saturare questi vuoti ed estinguere questa sete Luigi Gedda, a due anni dalla morte della sorella, diede alle stampe questo libro come il suo personale ricordo.
Quest’opera, dove biografia e autobiografia coesistono, esaurita da tempo, vede ora una nuova edizione, opportunamente aggiornata.
Luigi Gedda nato ad Alberoni (Venezia) il 23 ottobre 1902, morto a Roma il 26 settembre 2000. Cresce a Torino, dove si laurea in medicina (1927), ottenendo la libera docenza universitaria in patologia medica (1933). Entra nell’Azione Cattolica, della quale diventa presidente, prima a Novara (1929), poi a Torino (1932-1934). A Roma insegna genetica medica all’università. Pio XI, nel 1934, lo nomina presidente della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, che dirigerà per ventisette anni. Nel 1954 fonda l’istituto “Gregorio Mendel” per lo studio dei gemelli e, con i suoi allievi, scrive oltre settecento contributi scientifici, fino a diventare, honoris causa, membro della Pontificia Accademia per la Vita. Fu uomo di grande intelligenza e sterminati interessi, formidabile capacità di lavoro, grande facilità di scrittura, trascinatore e organizzatore, ma soprattutto fu uomo di fede.
«Un grande italiano. Da cattolico seppe costruire la democrazia» (A. Riccardi).
Il volume di P. Angeli è lo studio sulla figura e l'epoca di una donna vissuta a cavallo di due secoli: 1474-1540, Angela Merici. Ne risulta un lavoro interessante per la conoscenza dei costumi culturali di quel tempo, in particolare della condizione della donna. Condizione subordinata agli ordinamenti maschili nella famiglia, nella Chiesa e nel sociale, senza possibilità di scelta. Le ragazze sono costrette dalla famiglia a nozze imposte o, molto spesso, a entrare in convento senza desiderarlo, o a restare "zitelle" alla mercè dei parenti, o avviate alla prostituzione per povertà e prive di dignità. Angela Merici osserva la tragedia di tante ragazze e resta in ascolto dello Spirito. Così matura il disegno di offrire alle donne del suo tempo una possibilità di scelta autonoma, senza costrizioni da parte di nessuno. E studia una forma di vita consacrata nel mondo da scegliersi liberamente, senza sottostare alle leggi né della clausura né dei parenti o di altri. Perciò, non si tratta di una Congregazione ma di una "Compagnia", senza divisa, senza convento. Restando libere nelle proprie case, le donne vivono la loro consacrazione a Dio e in aiuto al prossimo nelle opere che gradualmente prendono forma. Angela dovrà lottare molto perché questa nuova forma di vita per la donna possa essere accettata. Dopo la sua morte, anche per l'intervento del cardinal Borromeo, l'istituzione si diffonde in molte diocesi. Nei secoli successivi molti istituti femminili si ispireranno al modello di Angela...
La tradizione fa di Agata una santa siciliana martirizzata nel III secolo. Nel volume si fa riferimento a una teoria che considera Agata una rielaborazione cristiana di alcuni culti locali come quello di Iside, delle Veneri, di Demetra e di Persefone. Gli atti greci del martirio sono di epoca bizantina e sono attribuiti a un anonimo che avrebbe rielaborato la tradizione cristiana secondo l'uso dell'amplificazione. A questo ed ad altri testi fa riferimento l'autrice nel raccontare la vita della santa siciliana paladina della fede e della femminilità che in ciò e per ciò subì il martirio.