"Il Dio del Mill non è un «principio del mondo»; ma è un essere completamente inserito nel mondo, come vi sono inseriti tutti gli altri esseri. L'ipoteticità della sua esistenza significa però che alcuni filosofi possono ammetterlo, altri non ammetterlo; non significa però che, se lo si ammette, si possa attribuirgli un'esistenza al di fuori del mondo. La lotta tra bene e male non è, per il Mill, una lotta fra due principi trascendenti; è semplicemente la lotta degli esseri intelligenti e buoni che vivono nel mondo per imporre al corso dei fenomeni un genere di sviluppo invece che un altro. Non manichesimo dunque, ma illuminismo." (dall'Introduzione di Ludovico Geymonat)
Il testo raccoglie undici brevi interventi di Nancy effettuati nel corso di una trasmissione radiofonica proposta da France Culture tra il 2002 e il 2003. Può esistere qualcosa come una cronaca filosofica? La ragione, si sa, esige l'incondizionato: come si concilia questo con l'intento narrativo e puramente informativo che sta alla base di ogni cronaca? La riflessione di Nancy prende le mosse proprio da tale questione, per poi svilupparsi attraverso i temi più vari: dalla filosofia come forma di vita al monoteismo, dal politico al quotidiano. Il filosofo si assume così il rischio di pensare il presente senza partire da quella che è la malattia cronica della filosofia: presupporre un senso già dato che i fatti dovrebbero necessariamente dimostrare.
I miti più famosi dei dialoghi platonici, quei miti che - come scriveva Aristotele - suscitano stupore e meraviglia in chi legge. Il suggestivo racconto del volo dell'anima verso il mondo iperuranio nel "Fedro"; quello ancor più celebre dell'uomo nella caverna della "Repubblica"; l'evocativa ricostruzione dell'origine del cosmo nel "Timeo"; il racconto dell'uomo lacerato alla ricerca della propria metà perduta nel "Simposio. La premessa, a cura di Mario Vegetti, illustra il valore e il significato di questa scelta antologica.
DESCRIZIONE: La filosofia, fin dalle sue origini greche, s’è articolata come una riflessione sulla vita. Riflettere su di essa, andando oltre le credenze immediate, per illuminarne i significati e orientare lo stare degli uomini nel mondo. Questo era il significato della parola filo\sofo: amico della sapienza.
Può la filosofia dimenticare questa sua origine? Intendendo per origine un nucleo di significati da interrogare, sempre di nuovo, per comprendere il presente? Partendo da queste domande l’autore disegna le tappe di una ideale formazione del carattere, di costruzione e cura del sé: l’essere al mondo come corpo e mente, il desiderio e la nascita del soggetto morale, la relazione con l’altro\gli altri, l’intrecciarsi delle esperienze vissute nella storia tra etica e politica.
Un cammino, appunto, di formazione, dove in gioco è il carattere, quell’ethos che Eraclito designava come il destino proprio dell’uomo. Un modello di pratica filosofica che invita il lettore a ripercorrere i sensi possibili della propria esistenza.
L'Autore è ordinario di filosofia teoretica all'Università degli studi di Milano-Bicocca. Presso la Morcelliana ha pubblicato: Dio e il divino. Confronto con il cristianesimo; Libertà e destino nella tragedia greca.
Nel testo la cultura filosofia occidentale è presentata in tre aree distinte, organizzate alfabeticamente e dedicate rispettivamente ad autori e scuole, lessico fondamentale e opere riconosciute come classici; il tutto preceduto da una serie di quadri geografici di sintesi (la cartografia filosofica) che assolvono la funzione di primo orientamento spazio-temporale.
Vi è ordine civile quando si edifica uno spazio di pace, libertà, giustizia. Le sue radici stanno nei diritti umani: fondati nella natura dell’uomo, antecedono lo Stato, allontanano il totalitarismo, salvano le democrazie dalle tentazioni del relativismo e da uno stanco ripiegamento in loro stesse. Una laicità postsecolare in Occidente esige un nuovo rapporto tra democrazia e religione, in cui sia superato lo slogan “a più modernità corrisponde meno religione”. Nel collegare etica e politica occorre ripensare la cultura liberaldemocratica, rendendola estranea all’agnosticismo e capace di nominare rettamente la persona per sottrarla a nuove forme di dominio. Asse spirituale per il futuro dell’Occidente e fondamentale radice dell’ordine civile da promuovere è riannodare un’alleanza tra Socrate ed Abramo, tra pensiero filosofico e fede biblica.Nel volume i più scottanti problemi dell’ora sono affrontati in agili ma rigorosi capitoli.
GLI AUTORI
Vittorio Possenti è professore ordinario di Filosofia politica presso l’Università di Venezia, dove dirige il Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani. E’ autore di circa 20 volumi, alcuni dei quali tradotti in varie lingue. Fra i suoi scritti più significativi: La buona società, Vita e Pensiero 1983; Filosofia e società, Massimo 1983; Le società liberali al bivio, Marietti 1992; Razionalismo critico e metafisica, Morcelliana 1996, 2ed.; Approssimazioni all'essere, Il Poligrafo 1995; Terza navigazione. Nichilismo e metafisica, Armando 1998; Filosofia e Rivelazione Città Nuova 2000, 2ed; Religione e vita civile, Armando 2002; L’azione umana, Città Nuova 2003. E’ membro del Comitato Nazionale di Bioetica e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Quando Hannah Arendt e Hermann Broch si incontrarono per la prima volta nel maggio del 1946, lui aveva sessant'anni, lei quaranta. La Arendt doveva ancora pubblicare i suoi libri più importanti, Broch invece con La morte di Virgilio aveva raggiunto l’apice della celebrità come scrittore. Le loro biografie si assomigliavano: entrambi appartenenti a famiglie ebree assimilate, in Germania quella di lei, in Austria quella di lui; entrambi subirono l’odio razziale nazista e infine trovarono in New York la prima tappa del loro esilio americano. Il carteggio, proposto nella traduzione di Vito Punzi, documenta una stretta amicizia. Broch era affascinato dal coraggio e dall’energia intellettuale della Arendt; lei valutò La morte di Virgilio una delle più importanti opere letterarie della modernità, la congiunzione tra i romanzi di Proust e di Kafka. La corrispondenza getta luce sulle condizioni dell'esilio nei primi anni del secondo dopoguerra e presenta dibattiti su Albert Camus e Arthur Koestler, sulla situazione nella Germania di allora, su filosofi come Martin Heidegger e Karl Jaspers, sul tema dei diritti umani, in quegli anni oggetto dell’attenzione sia della Arendt che di Broch. Il carteggio termina con la morte improvvisa di Broch, nel 1951. A cura e con un saggio introduttivo di Roberto Rizzo
La parabola della filosofia dell’essere nella cultura occidentale (prima parte): la sua nascita nella Grecia classica; il suo fiorire nella cultura medievale, con la riscoperta e la valorizzazione di Aristotele; la sua entrata in crisi con la modernità filosofica e con l’imporsi dei saperi scientifici; il suo tramonto, oggi, in un’epoca caratterizzata dalla frammentazione dei saperi e dal predominio delle tecnologie.
L’itinerario teoretico (seconda parte) è l’invito alla scoperta e all’appropriazione della metafisica latente, costitutiva di ogni singolo soggetto umano, con la quale è possibile giustificare tanto la ricerca di un sapere integrato nei confronti dell’universo empirico, quanto l’esigenza di una fondazione ultima, aperta al riconoscimento della Trascendenza e alla significatività dell’esperienza di fede.
Saturnino Muratore è presbitero della Compagnia di Gesù. Ha compiuto gli studi di filosofia all’Aloisianum di Gallarate e all’Università di Genova e gli studi di teologia alla Facoltà Teologica di Napoli e all’Università Gregoriana di Roma. Dal 1976 è docente di filosofia teoretica presso la Sezione San Luigi della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, di cui dal 1984 al 1990 e dal 1999 al 2004 è stato Vice Preside. Ha pubblicato, tra l’altro, un ampio studio sulla dottrina tomista del conoscere (D’Auria, Napoli 1984), diversi saggi sulle specializzazioni funzionali in teologia e il volume L’evoluzione cosmologica e il problema di Dio (AVE, 1993). In vari periodi è stato Direttore della rivista «Rassegna di Teologia». È membro del Consiglio di Presidenza dell’Associazione Teologica Italiana.
Dal problema del soggetto (in letteratura e nella teoria politica) a quello del corpo. Dal giudizio sul marxismo, sia come teoria letteraria sia come pensiero e prassi politiche, al confronto con i grandi reazionari della modernità. Dalla tematizzazione dello sguardo e dell'immagine fino a lambire cinema ed erotismo, Sanguineti emerge come un pensatore a tutto tondo che con lucidità attraversa il Novecento e la questione della modernità, alternando di continuo riflessione politica e analisi delle forme letterarie.
Il libro è articolato in tre parti, nella prima sono affrontate questioni di verità e di significato a proposito dei nostri modi di dire ciò che vi è nel mondo e quindi l'importanza del linguaggio, della traduzione, dell'interpretazione e della comunicazione. La seconda parte tratta questioni di giustizia e quindi il valore della libertà, del liberalismo politico, della tolleranza. Nella terza vengono esaminate questioni di identità, di qualità e significato della vita per essere umani quali siamo noi e quindi il peso che hanno ragione, emozioni, desideri e capacità per esistenze destinate a finire, come le nostre.